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Curiosità

Cieli stellati in Italia: ecco i migliori luoghi per ammirare il firmamento

Con l’arrivo del picco delle vacanze estive, molti appassionati di astronomia si preparano a godersi le meraviglie del cielo notturno. In Italia, nonostante l’inquinamento luminoso, esistono ancora luoghi privilegiati dove è possibile osservare le stelle con estrema chiarezza. Le migliori località per ammirare il firmamento si trovano lungo la dorsale appenninica, in Alto Adige e nel cuore della Sardegna.

Il problema dell’inquinamento luminoso è particolarmente grave nelle aree urbane e densamente popolate, come la Pianura Padana. Tuttavia, spostandosi verso le zone montane e le riserve naturali, si può trovare un cielo più buio e adatto all’osservazione. In Alto Adige, ad esempio, le aree tra il Parco Nazionale dello Stelvio e le Cime di Lavaredo offrono cieli con bassi livelli di inquinamento luminoso, ideali per ammirare la Via Lattea ad occhio nudo.

Nel centro Italia, l’Appennino rappresenta una valida alternativa. In particolare, la zona di Manciano, in provincia di Grosseto, è considerata una delle migliori per l’osservazione del cielo notturno, grazie a un inquinamento luminoso molto ridotto.

Anche nel sud Italia esistono aree con cieli favorevoli. I parchi nazionali della Sila e del Pollino in Calabria, ad esempio, offrono buone condizioni per l’osservazione astronomica. In Sardegna, il Parco Nazionale del Golfo di Orosei e del Gennargentu rappresenta un vero paradiso per gli astrofili, con cieli notturni tra i più scuri d’Italia.

Questi luoghi, lontani dalle luci cittadine, permettono di ammirare l’universo in tutto il suo splendore, offrendo un’esperienza unica agli amanti delle stelle e agli appassionati di astronomia.

Curiosità

SAI CHE…Le palline da Tennis furono inventate da Goodyear? Come sono fatte?

Il tennis, uno degli sport più amati e praticati a livello mondiale, ha subito una trasformazione rivoluzionaria grazie all’invenzione della pallina da tennis in gomma vulcanizzata, ideata dal chimico scozzese Charles Goodyear. Questo geniale contributo ha lasciato un segno indelebile nella storia di questo sport, influenzando il modo in cui viene giocato fino ai giorni nostri, con atleti come Jannik Sinner e Jasmine Paolini che lo utilizzano regolarmente.

Da Cuoio e Lana a Gomma Vulcanizzata

Prima dell’invenzione di Goodyear, le palline da tennis erano realizzate principalmente in cuoio e riempite di lana o peli di animali. Tuttavia, queste palline si deterioravano rapidamente, compromettendo il divertimento del gioco. A partire dagli anni ’70 del XIX secolo, grazie al processo di vulcanizzazione ideato da Goodyear negli anni ’50 del secolo precedente, le palline da tennis hanno iniziato a essere prodotte con gomma vulcanizzata, migliorando notevolmente la loro durata e resa di gioco.

Dal Nucleo Cavo alla Moderna Produzione

Inizialmente, le palline da tennis erano composte interamente di gomma, ma successivamente furono migliorate con un nucleo cavo pressurizzato con gas, rivestito da flanella. Il processo di produzione si basava sul principio del “trifoglio”, dove un foglio di gomma veniva stampato in una forma simile a un trifoglio e assemblato in una forma sferica. Tuttavia, questo metodo è stato abbandonato quando le specifiche del gioco hanno richiesto una maggiore uniformità.

Attualmente, le palline da tennis sono ottenute dalla compressione di due “semi-gusci” separati, assemblati insieme per formare il nucleo. Il tradizionale panno di flanella è stato sostituito da un materiale speciale chiamato “melton”, mentre la cucitura è stata rimpiazzata da una cucitura in gomma vulcanizzata.

Colori e Dimensioni Standard

Storicamente, le palline da tennis erano di colore nero o bianco, ma nel 1972 la Federazione Internazionale del Tennis (ITF) ha introdotto le palline gialle per migliorarne la visibilità televisiva. Anche se il torneo di Wimbledon ha continuato a utilizzare le tradizionali palline bianche fino al 1986, alla fine ha adottato le palline gialle.

Le regole attuali stabiliscono specifici limiti sul peso (tra 56,0 e 59,4 grammi) e sul diametro (tra 6,54 e 6,86 cm) delle palline da tennis, garantendo uniformità e standardizzazione nel gioco.

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Curiosità

Cosa sono e come si usano le immagini raw?

Le immagini RAW sono file fotografici non compressi che contengono tutti i dati catturati dal sensore della fotocamera. Ecco alcuni passaggi su come utilizzarle:

1. Importazione

  • Software di Editing: Utilizza software come Adobe Lightroom, Photoshop, Capture One o software gratuiti come Darktable o RawTherapee.
  • Caricamento: Importa le immagini RAW dalla scheda di memoria della fotocamera al computer.

2. Sviluppo

  • Correzione dell’ esposizione: Regola l’esposizione, il contrasto e i toni per migliorare l’immagine.
  • Bilanciamento del bianco: Modifica il bilanciamento del bianco per ottenere colori più accurati.
  • Ritocco: Utilizza strumenti per ritoccare l’immagine, rimuovere imperfezioni e applicare filtri.

3. Esportazione

  • Formato di Output: Dopo aver apportato le modifiche, esporta l’immagine in un formato più comune, come JPEG o TIFF, per la condivisione o la stampa.
  • Impostazioni di Esportazione: Scegli le impostazioni di qualità, dimensione e compressione secondo le tue necessità.

4. Archiviazione

  • Backup: Conserva i file RAW originali per future modifiche, poiché contengono informazioni dettagliate che non possono essere recuperate da un JPEG.

5. Utilizzo in Progetti

  • Stampa: Grazie alla loro alta qualità, le immagini RAW sono ideali per la stampa di grandi dimensioni.
  • Design Grafico: Possono essere utilizzate in progetti di design grafico, mantenendo la massima qualità.

Lavorare con i file RAW richiede tempo e un po’ di apprendimento, ma offre una maggiore flessibilità nella post-produzione rispetto ai formati compressi.

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Curiosità

Come si naviga “Alla vecchia maniera”

La navigazione senza strumenti, nota anche come navigazione “alla vecchia maniera”, si basa su tecniche tradizionali e l’osservazione dell’ambiente circostante. Ecco alcuni dei principali metodi utilizzati:

1. Osservazione del Sole e delle Stelle

  • Sole: Durante il giorno, il sole sorge a est e tramonta a ovest. La sua posizione può aiutare a orientarsi.
  • Stelle: Di notte, la Polare indica il nord. In altre latitudini, le costellazioni possono fornire informazioni sulla direzione.

2. Mappe e Terreno

  • Mappe Cartacee: Conoscere le caratteristiche del terreno, come fiumi, colline e valli, è fondamentale per orientarsi.
  • Riconoscimento di Punti di Riferimento: Utilizzare oggetti visibili nel paesaggio (montagne, edifici) per orientarsi.

3. La Bussola Umana

  • Sensazione di Direzione: Alcune persone sviluppano un senso innato della direzione, utile per capire il percorso.

4. Tecniche di Navigazione Naturale

  • Moss on Trees: Il muschio tende a crescere più abbondantemente sul lato nord degli alberi nell’emisfero nord.
  • Cambiamenti nel Vento e nel Tempo: Osservare le variazioni climatiche può indicare la direzione.

5. Navigazione con Animali e Natura

  • Comportamento degli Animali: Alcuni animali, come gli uccelli, migrano in determinate direzioni. Seguire il loro comportamento può essere utile.
  • Fiori e Piante: Alcuni fiori si aprono verso il sole, indicando direzioni.

6. Tecniche di Tracciamento

  • Camminare in Cerchio: Se ci si perde, camminare in cerchio aiuta a tornare verso un punto centrale.
  • Creare Segni nel Terreno: Segnare il percorso con oggetti naturali per ricordare la strada.

7. Senso dell’Orientamento

  • Memorizzare Percorsi: Prendere nota di sentieri, curve e deviazioni può migliorare l’orientamento.

Praticare queste tecniche in diverse situazioni aiuta a migliorare le proprie abilità di navigazione senza strumenti.

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