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Curiosità

Il mistero dei mammut: un nuovo indizio sulla loro estinzione

4.000 anni fa, i mammut lanosi dell’isola di Wrangel scomparvero improvvisamente. Un nuovo studio smentisce l’ipotesi della scarsa variabilità genetica come causa principale e apre nuovi scenari.

Un tempo diffuso in tutto il Nord America e la Siberia, il mammut lanoso si è estinto circa 4.000 anni fa. L’ultima popolazione, sopravvissuta sull’isola di Wrangel nell’Artico russo, è stata oggetto di studi per decenni per comprenderne le cause dell’estinzione. Finora, l’ipotesi prevalente era quella di una popolazione troppo piccola e con scarsa variabilità genetica, incapace di sopravvivere a lungo termine.

Tuttavia, un recente studio pubblicato sulla rivista Cell ha messo in discussione questa teoria. I ricercatori del Centre for Palaeogenetics in Svezia hanno analizzato il DNA dei mammut di Wrangel, confrontandolo con quello dei loro cugini continentali. Sorprendentemente, i risultati hanno mostrato che, sebbene la popolazione insulare presentasse alcuni segni di inbreeding e difetti genetici, questi non erano sufficienti a condannarli all’estinzione. Anzi, i dati suggeriscono che i mammut di Wrangel stavano gradualmente “riparando” il proprio DNA, migliorando la loro salute genetica.

Quindi, se non è stata la scarsa variabilità genetica, cosa ha causato la loro scomparsa? Gli autori dello studio ipotizzano un evento sconosciuto, avvenuto negli ultimi 300 anni prima della loro estinzione. Purtroppo, i dati genetici relativi a questo periodo sono mancanti. Tuttavia, recenti scoperte di resti di mammut risalenti proprio a quel periodo potrebbero fornire nuovi indizi.

Un’ipotesi plausibile, non esplicitamente menzionata nello studio ma supportata da prove archeologiche, è che la mano dell’uomo abbia avuto un ruolo chiave. Tracce di insediamenti umani sull’isola di Wrangel risalgono a circa 3.700 anni fa, poco prima dell’estinzione dei mammut. La caccia eccessiva da parte degli esseri umani potrebbe quindi essere la causa principale della loro scomparsa, piuttosto che la loro debolezza genetica.

Il mistero dell’estinzione dei mammut di Wrangel è ancora lontano dall’essere risolto. Tuttavia, questo nuovo studio apre nuove strade per la ricerca e offre spunti di riflessione sul ruolo umano nella scomparsa di queste creature iconiche.

Curiosità

SAI CHE… Uno studio giapponese svela che colore vestirsi per avere meno caldo

Secondo uno studio condotto dal ricercatore giapponese Toshiaki Ichinose dell’Istituto nazionale giapponese per gli studi ambientali di Tsukuba, il colore meno indicato da indossare d’estate non è il nero, come comunemente si crede, ma il verde scuro. Questo colore, infatti, assorbe leggermente di più la radiazione infrarossa rispetto al nero, che invece assorbe circa il 86% degli infrarossi. Il verde scuro, invece, assorbe circa l’87% di questa radiazione, rendendolo uno dei peggiori per mantenere il fresco durante le giornate calde.

Lo studio ha rivelato che i colori più riflettenti, e quindi più adatti per resistere al calore, sono il bianco e il giallo. Questi colori riflettono intorno ai 30 gradi Celsius di radiazione solare, mentre altre sfumature di colore come il grigio, il rosso, il blu e il viola seguono in termini di capacità di rimanere freschi.

Nel corso dell’esperimento, Ichinose ha esaminato nove polo di colori diversi esposte al sole estivo per 5 minuti. Misurando la temperatura superficiale dei tessuti con una fotocamera termografica, ha confermato che il bianco si è mantenuto il più fresco, seguito dal giallo, grigio, rosso, e via dicendo fino al verde scuro e al nero, che sono risultati i più caldi.

Questi risultati indicano che la scelta del colore degli indumenti può influenzare significativamente la temperatura corporea durante le giornate calde. Per ridurre l’assorbimento di calore, Ichinose raccomanda di optare per indumenti bianchi, gialli, grigi e rossi, evitando invece quelli neri, verdi scuri e altre sfumature che riflettono meno la radiazione solare.

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Attualità

SAI CHE…Gli animali che uccidono più persone ogni anno sono le zanzare?

È una di quelle statistiche che fanno sempre colpo: gli animali che uccidono più persone ogni anno non sono squali, orsi o lupi, ma le zanzare. Non perché le loro punture siano pericolose di per sé (al massimo un po’ fastidiose), ma a causa delle gravi malattie che possono trasmettere.

Con il riscaldamento globale e i conseguenti cambiamenti climatici, le zanzare trovano sempre più spazio per espandersi. Un nuovo studio pubblicato sul Journal of Climate Change and Health ha cercato di prevedere l’espansione degli habitat di nove diverse specie di zanzare portatrici di malattie. Il risultato? Nei prossimi anni, molti Paesi finora “tranquilli” potrebbero trovarsi invasi da questi insetti e dalle patologie che trasmettono.

Il modello sviluppato dal team del Los Alamos National Laboratory, in New Mexico, prefigura una situazione potenzialmente esplosiva nei prossimi decenni: l’aumento delle temperature porterà le nove specie studiate a espandere il loro areale o, nella migliore delle ipotesi, a spostarlo altrove.

Le zanzare prosperano al caldo e stanno già migrando verso aree che fino a ora erano troppo fredde per loro. Questa espansione le sta portando verso i Poli, mentre le zone equatoriali potrebbero diventare troppo calde per loro (sembra una buona notizia, ma una zona troppo calda per una zanzara lo è anche per gli umani che ci vivono).

Lo studio sulle nove specie, appartenenti ai generi più diffusi e pericolosi per la salute umana, Culex e Aedes, indica che sei di queste specie allargheranno il loro habitat, colonizzando nuove aree senza abbandonare quelle attuali. Due specie dovrebbero invece traslocare, spostandosi verso nord o sud, mentre in un solo caso l’habitat rimarrà sostanzialmente invariato.

Le malattie gravi trasmesse dalle zanzare, come la dengue, la chikungunya, la febbre West Nile e la Zika, rendono cruciale sapere dove vivranno questi insetti nei prossimi decenni per poter attuare efficaci misure di prevenzione.

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Curiosità

SAI CHE…la FIAT Topolino si può acquistare anche da Unieuro?

Fiat ha lanciato la Fiat Topolino Dolcevita, un’innovativa soluzione di micro-mobilità progettata per rispondere alle esigenze moderne di mobilità urbana e costiera. Con 20 punti vendita Unieuro selezionati in Italia, la Fiat Topolino Dolcevita sarà protagonista di una nuova esperienza di acquisto e di vita estiva.

La Fiat Topolino Dolcevita è stata scelta per essere esposta in 20 punti vendita Unieuro in Italia, selezionati per le loro dimensioni e la vicinanza alle grandi città. Questi punti vendita offriranno ai clienti l’opportunità di scoprire da vicino la Topolino e di ordinare tutti gli accessori coordinati per vivere al meglio l’esperienza estiva.

Disegnata dal Centro Stile Fiat di Torino, la Fiat Topolino Dolcevita è caratterizzata da un design accattivante e dalla tecnologia 100% elettrica, rendendola ideale per la guida urbana grazie alle sue dimensioni compatte. Con una lunghezza di soli 2,53 metri e una batteria da 5,4 kWh, offre un’autonomia fino a 75 km con una velocità massima di 45 km/h.

Fiat offre ai clienti un’esperienza di acquisto completamente digitale attraverso le principali piattaforme di e-commerce, con la possibilità di monitorare ogni fase dell’ordine e della consegna. È prevista la consegna a domicilio o presso la concessionaria più vicina, assicurando massima convenienza e trasparenza nel processo di acquisto.

La Fiat Topolino Dolcevita è disponibile in versione aperta e chiusa, entrambe caratterizzate dal design unico e da accessori opzionali come borse portaoggetti, ventilatori USB e altoparlanti Bluetooth. Il prezzo di listino parte da 9.890,00 euro, con la possibilità di optare per un leasing a 48 mesi a partire da 39,00 euro al mese tramite Stellantis Financial Service.

Con la Fiat Topolino Dolcevita, Fiat si propone di offrire una soluzione di mobilità urbana e costiera che combina stile, sostenibilità e praticità. Ideale per i giovani e per chi è attento all’ambiente, la Topolino rappresenta una scelta innovativa per chi desidera muoversi con agilità e stile nelle città italiane e lungo le coste.

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