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Campania

Campania| Migranti e ingressi illegali: 20 indagati

Ventuno indagati finora. Iniziano ad emergere i primi dati relativi all’inchiesta condotta dalla procura di Napoli, in corso da diverso tempo, riguardante un presunto giro di ingressi illegali di migranti in Campania attraverso il decreto flussi. I magistrati napoletani stanno indagando su 80 casi sospetti, con 21 persone iscritte nel registro degli indagati.

Questa vicenda è stata recentemente portata all’attenzione anche della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha presentato un’esposizione alla Procura nazionale antimafia. Si tratta di un’esplosione di domande di regolarizzazione di migranti attraverso i “click day” collegati al decreto flussi, una situazione con evidenti segnali di irregolarità da investigare. A Napoli, solo il numero di domande di regolarizzazione è pari alla somma di quelle registrate in Emilia Romagna e Veneto.

Al momento, il filone investigativo si concentra sull’area vesuviana e sugli ingressi di immigrati dal Bangladesh, ma è destinato ad ampliarsi. La presunta catena criminale coinvolgerebbe imprese colluse, intermediari, avvocati e consulenti dei Centri di assistenza fiscale. Si tratta di un sistema finalizzato a elaborare pratiche per far apparire che i migranti giungano in Italia con un’occupazione garantita, quando in realtà questa non esiste. Ogni ingresso illegale avrebbe comportato il pagamento di diverse migliaia di euro agli organizzatori del raggiro.

Non è escluso che la camorra abbia avuto un ruolo significativo in questo affare. Dall’analisi dell’applicazione del decreto flussi emergono “dati allarmanti”, soprattutto in Campania. Questo è quanto ha affermato la premier Giorgia Meloni in un’informativa al Consiglio dei ministri. “Diverse regioni, in particolare la Campania”, ha sottolineato, “hanno registrato un numero di domande di nulla osta al lavoro per extracomunitari durante i click day, totalmente sproporzionato rispetto al numero dei potenziali datori di lavoro, sia singoli che aziende”.

Successivamente, sul tema sono intervenuti il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, il prefetto Michele Di Bari e il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Gratteri ha dichiarato: “Stiamo monitorando il fenomeno e non siamo preoccupati. Disponiamo di migliaia di agenti di polizia e magistrati di alto livello”. Di Bari ha aggiunto: “Il fenomeno è sotto controllo e ci affidiamo alla magistratura per individuare tempestivamente i responsabili”. De Luca, invece, ha attaccato: “La competenza in materia è totalmente del governo e del ministero dell’Interno”. Le regioni sono chiamate a dare assistenza ai migranti già presenti sul territorio. “Questo è il nostro compito: la solidarietà, il controllo sanitario e l’accoglienza. I flussi sono competenza dello Stato”.

Campania

Scampitella (AV) | Violazione del divieto di avvicinamento in luogo a lui interdetto, arrestato

I Carabinieri della Compagnia di Ariano Irpino hanno recentemente effettuato un arresto a Scampitella, portando in manette un uomo di 52 anni per violazione di un provvedimento giudiziario. L’individuo era sottoposto a un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, un’ordinanza emessa dal Tribunale di Benevento.

Durante un servizio di pattuglia, i militari hanno individuato e fermato l’uomo nei pressi di uno dei luoghi a lui interdetti. La sua presenza nella zona è stata considerata una violazione del provvedimento in vigore, che gli vietava di avvicinarsi a determinati luoghi legati alla persona protetta.

L’arresto, avvenuto in flagranza di reato, ha messo in evidenza la vigilanza delle forze dell’ordine nel garantire il rispetto delle misure di protezione imposte dai tribunali. L’uomo, già noto alle Forze dell’Ordine, è stato trattenuto in attesa di ulteriori sviluppi del caso.

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Campania

Napoli | Subiva angherie da parte del figlio e del genero e chiede alla camorra di ucciderli, 12 arresti

Un’inquietante vicenda di intimidazioni e richieste di omicidio è emersa dall’ultima inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli, condotta in collaborazione con il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Castello di Cisterna. L’operazione, che ha portato all’arresto di dodici persone e all’imposizione di obblighi di presentazione per altre tredici, ha rivelato l’oscuro intreccio tra criminalità organizzata e violenze domestiche.

L’indagine ha portato alla luce un episodio scioccante risalente al 20 giugno 2022. In quell’occasione, un uomo, oppresso dai maltrattamenti del figlio e del genero, si è rivolto al clan Fabbrocino chiedendo aiuto per risolvere la sua situazione in modo estremo. Secondo quanto emerso dalle intercettazioni, l’uomo ha richiesto aiuto al clan per far sparire i due familiari che lo tormentavano, avanzando una richiesta di omicidio con distruzione dei corpi.

Il clan, tuttavia, ha risposto con una sorprendente dose di moderazione. I membri della camorra hanno rassicurato l’uomo che avrebbero parlato con i familiari e che non avrebbero preso misure estreme. L’episodio è stato trattato come un caso di estorsione e intimidazione da parte del clan, che si presentava come un “sportello d’ascolto” per i problemi dei cittadini.

Tra gli arrestati c’è anche Biagio Bifulco, presunto capo della famiglia Fabbrocino di Palma Campania, che avrebbe continuato a gestire gli affari del clan anche mentre era detenuto. Le indagini hanno rivelato che, durante la sua detenzione, Bifulco riceveva tangenti di 4.000 euro al mese da un imprenditore, in cambio di favori e imposizioni per l’uso di una società di autotrasporti.

Questa operazione dimostra come il clan Fabbrocino gestisse le proprie attività illecite con una strategia ben organizzata, estorcendo denaro e imponendo il proprio controllo anche nei settori economici legittimi. L’inchiesta mette in luce non solo la crudeltà e la violenza della camorra, ma anche la complessità delle sue operazioni e il grado di infiltrazione nelle attività commerciali locali.

Le misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari di Napoli, Leda Rossetti, sono il risultato di un’accurata indagine che ha svelato il vero volto della criminalità organizzata nella regione. Il procedimento continua e le persone coinvolte sono considerate non colpevoli fino alla definitiva pronuncia di condanna.

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Campania

Avellino | Sequestrati 110 capi di prodotti contraffatti

Nel contesto delle operazioni di controllo e contrasto alla contraffazione, la Guardia di Finanza di Avellino ha recentemente eseguito un’importante operazione che ha portato al sequestro di 110 articoli di abbigliamento, scarpe e borse di marche famose, tra cui Nike, Louis Vuitton, Gucci, Prada e Adidas. I prodotti, tutti falsificati, erano destinati alla vendita attraverso canali non ufficiali e a prezzi significativamente inferiori rispetto a quelli di mercato.

L’indagine, condotta dal Nucleo Mobile del Gruppo di Avellino, è stata avviata grazie al monitoraggio di diversi social network, dove gli agenti hanno individuato un venditore sospetto. Questo individuo, residente a Pratola Serra, operava principalmente tramite vendite per corrispondenza, attirando clienti con offerte di merce a prezzi stracciati. I finanzieri, dopo aver verificato l’irregolarità dei prodotti e la loro provenienza illecita, hanno localizzato e sequestrato il materiale contraffatto.

Questa operazione sottolinea l’impegno della Guardia di Finanza nel combattere il mercato della contraffazione, un fenomeno che non solo danneggia i brand originali ma ha anche un impatto negativo sulle finanze pubbliche. La commercializzazione di prodotti falsificati comporta perdite fiscali notevoli e influisce negativamente sulla crescita economica e sulla qualità dei servizi pubblici.

Il procedimento penale è attualmente in fase preliminare e, come per ogni indagine in corso, la responsabilità del soggetto coinvolto sarà definitivamente accertata solo a seguito di una sentenza irrevocabile di condanna, rispettando il principio di presunzione di innocenza.

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