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Curiosità

LO SAI PERCHE’…i quadrifogli sono così rari? Colpa di un “errore” genetico

Il quadrifoglio è una curiosa rarità, frutto di una rara anomalia genetica del comune trifoglio bianco, con una probabilità di comparire di circa 1 su 10.000 (cioè dello 0,0001%). Questo fenomeno è causato da un disturbo ontogenico. Approfondiamo in cosa consiste questo disturbo e perché è così improbabile.

Chi trova un quadrifoglio è considerato particolarmente fortunato, una convinzione condivisa in molte culture. La rarità del quadrifoglio deriva da una singolare anomalia genetica del trifoglio bianco (Trifolium repens). Questo disturbo è il risultato di un allele recessivo: per manifestarsi, il gene che causa la quarta foglia deve essere presente su tutti i cromosomi della pianta. Se fosse dominante, basterebbe un solo cromosoma modificato per trasmettere la caratteristica.

Il quadrifoglio non è una pianta a sé stante, ma una variazione del trifoglio bianco. Durante la sua crescita, un “errore” ontogenico può portare alla formazione di una quarta foglia, che generalmente risulta più piccola delle altre. Il trifoglio bianco è molto comune, utilizzato per nutrire gli animali e per il suo nettare dalle api.

Il fenomeno del quadrifoglio non è semplicemente una mutazione genetica, ma un vero e proprio disturbo ontogenico, che si verifica durante la fase embrionale della pianta. Quando le cellule embrionali si sviluppano, il disturbo influisce sulla formazione delle foglie, causando l’apparizione di una foglia in più.

Le mutazioni che portano a questa anomalia sono quasi sempre recessive e, quindi, poco comuni. La pianta, essendo ben adattata con tre foglie, non ha bisogno di cambiare, e il disturbo rimane latente e non trasmesso generazionalmente.

Alcuni trifogli possono avere una predisposizione più alta a questo disturbo, quindi se trovi un quadrifoglio, è possibile che ve ne siano altri nelle vicinanze, sebbene la loro rarità persista. La probabilità di trovare un quadrifoglio è di 1 su 10.000, cioè dello 0,0001%.

Fattori ambientali come disponibilità di acqua, qualità del suolo ed esposizione alla luce solare influenzano anche la formazione della quarta foglia. Questi elementi alterano l’espressione dei geni e dei fattori trascrizionali, modificando l’aspetto della pianta.

In conclusione, la rarità dei quadrifogli è scientificamente confermata. Se ne trovi uno, ricordati che guardarlo porta fortuna, ma coglierlo potrebbe annullare il suo potere talismanico, a meno che tu non lo regali a una persona cara.

Curiosità

SAI CHE… Gli scienziati hanno scoperto quanti passi fare al giorno per stare bene?

Quanti passi al giorno sono necessari per proteggere la salute? Un team di ricercatori internazionali ha finalmente fornito una risposta dopo un’analisi su 72.174 volontari della Biobanca del Regno Unito, un vasto archivio di dati a lungo termine avviato nel 2006 e progettato per monitorare la salute dei partecipanti per almeno 30 anni.

Hanno scoperto che un range tra 9.000 e 10.000 passi al giorno può contrastare efficacemente gli effetti dannosi di uno stile di vita sedentario, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari del 21% e il rischio di mortalità del 39%. Anche accumulare solo 4.000-4.500 passi al giorno ha portato a benefici significativi, indipendentemente dal livello di sedentarietà del partecipante.

I ricercatori hanno osservato che qualsiasi numero di passi al di sopra dei 2.200 al giorno è associato a una riduzione del rischio di mortalità e di incidenti cardiovascolari, sia per chi è poco che per chi è molto sedentario. Tuttavia, accumulare tra 9.000 e 10.000 passi al giorno ha dimostrato di ridurre in modo ottimale il rischio di malattie cardiovascolari e mortalità tra coloro che conducono uno stile di vita altamente sedentario.

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Curiosità

SAI CHE…I lavori notturni favoriscono diabete e obesità?

I lavori su turni notturni sono stati collegati a un rischio maggiore di sviluppare diabete, obesità e altre malattie metaboliche. La causa principale di queste condizioni è un’alterazione nei meccanismi che regolano il glucosio e il metabolismo energetico, influenzata negativamente dalla sregolazione dei ritmi circadiani. Ecco come questo processo avviene:

  1. Disregolazione dei Ritmi Circadiani:
  • Il corpo umano ha un orologio biologico interno che regola i ritmi circadiani, i quali influenzano molte funzioni fisiologiche, tra cui il metabolismo del glucosio e la produzione di insulina. Lavorare di notte può confondere questo orologio, portando a uno squilibrio nei ritmi biologici naturali.
  1. Alterazione delle Proteine Metaboliche:
  • Uno studio condotto dalla Washington State University ha mostrato che bastano tre giorni di turni notturni per alterare significativamente i ritmi delle proteine che regolano il metabolismo del glucosio, l’energia e i livelli di infiammazione. Queste alterazioni sono visibili già dopo pochi giorni e potrebbero avere conseguenze durature sulla salute.
  1. Stress Metabolico:
  • La sregolazione dei ritmi interni provoca uno stress metabolico continuo. Questo stress influisce sulla regolazione dei livelli di glucosio nel sangue e sulla produzione di insulina, portando a un rischio maggiore di sviluppare diabete e obesità.
  1. Disincronizzazione della Produzione di Insulina:
  • La produzione di insulina e la sensibilità a questo ormone non sono più sincronizzate con l’orologio biologico nei lavoratori notturni. Questo può portare a livelli alterati di glucosio nel sangue, poiché l’organismo cerca di compensare le variazioni glicemiche causate dall’essere svegli e attivi durante la notte.
  1. Impatto a Lungo Termine:
  • Sebbene la regolazione dell’insulina possa inizialmente sembrare un meccanismo di adattamento, nel lungo periodo, questa risposta può risultare dannosa. Livelli alterati di glucosio nel sangue possono danneggiare cellule e organi, aumentando il rischio di malattie metaboliche e cardiovascolari.

Lo studio in questione ha utilizzato un gruppo di partecipanti che hanno simulato turni di lavoro notturni o diurni per tre giorni. Al termine di questo periodo, i volontari sono stati monitorati per 24 ore in condizioni controllate per misurare i ritmi del loro orologio biologico interno senza interferenze esterne. I risultati hanno mostrato che i ritmi delle proteine regolatrici del glucosio si alteravano significativamente nei lavoratori notturni, mentre i ritmi basilari restavano quasi invariati.

Questi risultati suggeriscono che l’impatto dei turni notturni sulla regolazione del glucosio è profondo e rapido, e che interventi preventivi potrebbero essere cruciali per ridurre i rischi di diabete e obesità tra i lavoratori notturni. Ulteriori ricerche su lavoratori notturni veri e propri potrebbero fornire maggiori informazioni su come questi cambiamenti influenzano il metabolismo a lungo termine.

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Esiste una pianta che quando falciata diventa Super infestante

La Solanum elaeagnifolium, una pianta infestante originaria degli Stati Uniti e ora diffusa in varie parti del mondo, compresa l’Italia, è diventata oggetto di un nuovo studio pubblicato su Scientific Reports che mette in guardia contro le pratiche di falciatura troppo frequenti.

Secondo la ricerca condotta presso la University of Texas, l’analisi si è concentrata sull’effetto della falciatura su questa pianta in diversi campi nei pressi di Edinburg. È emerso che la Solanum elaeagnifolium ha dimostrato una notevole capacità di adattamento dopo la falciatura ripetuta. Tra le risposte osservate, la pianta ha approfondito le radici e aumentato il numero di spine, utilizzate come difesa contro i bruchi che si nutrono di essa.

Inoltre, la pianta ha mostrato un aumento della tossicità dei suoi fiori in risposta alla falciatura, il che potrebbe complicare ulteriormente il controllo della sua diffusione. Non solo, le piante falciate hanno prodotto più semi, alcuni dei quali hanno germinato precocemente, assicurando una propagazione continua nonostante i tentativi di eradicazione.

Questo studio evidenzia un fenomeno preoccupante: più si interviene con la falciatura, più la Solanum elaeagnifolium sviluppa meccanismi di difesa e riproduzione, trasformandosi in una “superinfestante”. Questo scenario solleva la necessità di rivalutare le strategie di gestione delle infestanti, considerando approcci più efficaci e sostenibili per limitare il loro impatto negativo sull’ambiente e sull’agricoltura.

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