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Curiosità

“L’amore”nel 2024: Un uomo si innamora dell’intelligenza artificiale

Nel mondo frenetico di oggi, dove la tecnologia permea ogni aspetto della nostra vita, non sorprende che l’intelligenza artificiale stia facendo il suo ingresso anche nel regno delle relazioni intime. Sherry Turkle, ricercatrice del Massachusetts Institute of Technology (MIT), è una delle studiose più attente a questo fenomeno emergente.

Turkle è particolarmente interessata all’impatto dei chatbot, programmi di intelligenza artificiale in grado di simulare conversazioni con esseri umani, sulle relazioni umane. In particolare, la studiosa si focalizza sulle relazioni sentimentali parallele che si sviluppano online, anche all’interno di matrimoni consolidati.

Secondo Turkle, gli esseri umani hanno sempre avuto la tendenza a sviluppare legami intimi con oggetti inanimati. Già negli anni ’90, la studiosa aveva analizzato fenomeni simili, studiando l’interazione con giocattoli come Tamagotchi e Furby. Tuttavia, i recenti progressi tecnologici hanno portato le relazioni con l’IA a un livello completamente nuovo.

Turkle sostiene che i sentimenti che le persone provano per i loro compagni virtuali rappresentano un enigma psicosociale. L’intelligenza artificiale offre uno spazio privo delle frizioni tipiche delle relazioni umane. Fornisce l’illusione di intimità senza richiedere nulla in cambio. Ed è proprio questa caratteristica che rende la tecnologia così pericolosa.

La studiosa sottolinea che quando cerchiamo relazioni prive di vulnerabilità, dimentichiamo che proprio dalla vulnerabilità nasce l’empatia. “L’avatar è a metà strada tra una persona e una fantasia”, conclude Turkle.

Per illustrare il suo punto di vista, Turkle racconta la storia di un uomo sposato che ha trovato conforto in un chatbot. Nonostante amasse e rispettasse la moglie, l’uomo lamentava un allontanamento dovuto all’arrivo dei figli e alla conseguente attenzione della moglie verso di loro.

Dopo aver iniziato a chattare con un’intelligenza artificiale, confidando i suoi pensieri e le sue ansie, l’uomo si è sentito finalmente valorizzato, soprattutto per via del presunto interesse sessuale che il chatbot gli manifestava.

Il caso dell’uomo e della sua “fidanzata virtuale” solleva interrogativi complessi sulla natura delle relazioni umane e sul ruolo che la tecnologia sta assumendo nella nostra vita. Se da un lato i chatbot possono offrire supporto e compagnia, è importante ricordare che non sono persone reali e non possono sostituire l’empatia e la connessione emotiva che solo le relazioni umane possono offrire.

Come sottolinea Turkle, è fondamentale essere consapevoli dei rischi e dei limiti delle relazioni artificiali e non dimenticare che la vera intimità nasce dalla vulnerabilità e dalla connessione reciproca.

Curiosità

SAI CHE… Gli scienziati hanno scoperto quanti passi fare al giorno per stare bene?

Quanti passi al giorno sono necessari per proteggere la salute? Un team di ricercatori internazionali ha finalmente fornito una risposta dopo un’analisi su 72.174 volontari della Biobanca del Regno Unito, un vasto archivio di dati a lungo termine avviato nel 2006 e progettato per monitorare la salute dei partecipanti per almeno 30 anni.

Hanno scoperto che un range tra 9.000 e 10.000 passi al giorno può contrastare efficacemente gli effetti dannosi di uno stile di vita sedentario, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari del 21% e il rischio di mortalità del 39%. Anche accumulare solo 4.000-4.500 passi al giorno ha portato a benefici significativi, indipendentemente dal livello di sedentarietà del partecipante.

I ricercatori hanno osservato che qualsiasi numero di passi al di sopra dei 2.200 al giorno è associato a una riduzione del rischio di mortalità e di incidenti cardiovascolari, sia per chi è poco che per chi è molto sedentario. Tuttavia, accumulare tra 9.000 e 10.000 passi al giorno ha dimostrato di ridurre in modo ottimale il rischio di malattie cardiovascolari e mortalità tra coloro che conducono uno stile di vita altamente sedentario.

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Curiosità

SAI CHE…I lavori notturni favoriscono diabete e obesità?

I lavori su turni notturni sono stati collegati a un rischio maggiore di sviluppare diabete, obesità e altre malattie metaboliche. La causa principale di queste condizioni è un’alterazione nei meccanismi che regolano il glucosio e il metabolismo energetico, influenzata negativamente dalla sregolazione dei ritmi circadiani. Ecco come questo processo avviene:

  1. Disregolazione dei Ritmi Circadiani:
  • Il corpo umano ha un orologio biologico interno che regola i ritmi circadiani, i quali influenzano molte funzioni fisiologiche, tra cui il metabolismo del glucosio e la produzione di insulina. Lavorare di notte può confondere questo orologio, portando a uno squilibrio nei ritmi biologici naturali.
  1. Alterazione delle Proteine Metaboliche:
  • Uno studio condotto dalla Washington State University ha mostrato che bastano tre giorni di turni notturni per alterare significativamente i ritmi delle proteine che regolano il metabolismo del glucosio, l’energia e i livelli di infiammazione. Queste alterazioni sono visibili già dopo pochi giorni e potrebbero avere conseguenze durature sulla salute.
  1. Stress Metabolico:
  • La sregolazione dei ritmi interni provoca uno stress metabolico continuo. Questo stress influisce sulla regolazione dei livelli di glucosio nel sangue e sulla produzione di insulina, portando a un rischio maggiore di sviluppare diabete e obesità.
  1. Disincronizzazione della Produzione di Insulina:
  • La produzione di insulina e la sensibilità a questo ormone non sono più sincronizzate con l’orologio biologico nei lavoratori notturni. Questo può portare a livelli alterati di glucosio nel sangue, poiché l’organismo cerca di compensare le variazioni glicemiche causate dall’essere svegli e attivi durante la notte.
  1. Impatto a Lungo Termine:
  • Sebbene la regolazione dell’insulina possa inizialmente sembrare un meccanismo di adattamento, nel lungo periodo, questa risposta può risultare dannosa. Livelli alterati di glucosio nel sangue possono danneggiare cellule e organi, aumentando il rischio di malattie metaboliche e cardiovascolari.

Lo studio in questione ha utilizzato un gruppo di partecipanti che hanno simulato turni di lavoro notturni o diurni per tre giorni. Al termine di questo periodo, i volontari sono stati monitorati per 24 ore in condizioni controllate per misurare i ritmi del loro orologio biologico interno senza interferenze esterne. I risultati hanno mostrato che i ritmi delle proteine regolatrici del glucosio si alteravano significativamente nei lavoratori notturni, mentre i ritmi basilari restavano quasi invariati.

Questi risultati suggeriscono che l’impatto dei turni notturni sulla regolazione del glucosio è profondo e rapido, e che interventi preventivi potrebbero essere cruciali per ridurre i rischi di diabete e obesità tra i lavoratori notturni. Ulteriori ricerche su lavoratori notturni veri e propri potrebbero fornire maggiori informazioni su come questi cambiamenti influenzano il metabolismo a lungo termine.

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Esiste una pianta che quando falciata diventa Super infestante

La Solanum elaeagnifolium, una pianta infestante originaria degli Stati Uniti e ora diffusa in varie parti del mondo, compresa l’Italia, è diventata oggetto di un nuovo studio pubblicato su Scientific Reports che mette in guardia contro le pratiche di falciatura troppo frequenti.

Secondo la ricerca condotta presso la University of Texas, l’analisi si è concentrata sull’effetto della falciatura su questa pianta in diversi campi nei pressi di Edinburg. È emerso che la Solanum elaeagnifolium ha dimostrato una notevole capacità di adattamento dopo la falciatura ripetuta. Tra le risposte osservate, la pianta ha approfondito le radici e aumentato il numero di spine, utilizzate come difesa contro i bruchi che si nutrono di essa.

Inoltre, la pianta ha mostrato un aumento della tossicità dei suoi fiori in risposta alla falciatura, il che potrebbe complicare ulteriormente il controllo della sua diffusione. Non solo, le piante falciate hanno prodotto più semi, alcuni dei quali hanno germinato precocemente, assicurando una propagazione continua nonostante i tentativi di eradicazione.

Questo studio evidenzia un fenomeno preoccupante: più si interviene con la falciatura, più la Solanum elaeagnifolium sviluppa meccanismi di difesa e riproduzione, trasformandosi in una “superinfestante”. Questo scenario solleva la necessità di rivalutare le strategie di gestione delle infestanti, considerando approcci più efficaci e sostenibili per limitare il loro impatto negativo sull’ambiente e sull’agricoltura.

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