Cronaca

Roma | Suicidio di un agente di polizia penitenziaria: il cordoglio e la denuncia dei sindacati

Un agente di polizia penitenziaria di 35 anni è stato trovato morto nella sua auto, parcheggiata in una via del quartiere Pietralata a Roma. L’uomo, originario della provincia di Reggio Calabria ma residente a Roma per lavoro, si è tolto la vita sparandosi.

La tragedia è avvenuta nella notte tra sabato e domenica. Un passante ha notato l’auto con il corpo dell’agente all’interno e ha immediatamente allertato le forze dell’ordine. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polizia di Stato e la polizia scientifica, che hanno effettuato i rilievi per ricostruire la dinamica dei fatti.

Non ci sono dubbi sul gesto estremo dell’uomo. Il 35enne lavorava presso la centrale operativa nazionale di Roma ed è il sesto agente di polizia penitenziaria che si toglie la vita dall’inizio dell’anno. A questo numero si aggiungono i 52 suicidi di detenuti nello stesso periodo.

I sindacati di polizia penitenziaria hanno espresso il loro cordoglio per la morte dell’agente e hanno denunciato le condizioni di lavoro precarie che potrebbero aver contribuito al suo gesto estremo.

“Una carneficina, una strage senza precedenti” ha commentato Gennarino De Fazio, segretario generale della UilPa polizia penitenziaria. “Uno stillicidio di vite spezzate che vede il Governo inerte, capace evidentemente di varare solo decretini, forse strumentali a strategie politiche, ma non certo utili a sollevare le sorti di un sistema carcerario sempre più alla deriva, né a fermare la spirale di morte che non ha precedenti”.

De Fazio ha anche sottolineato che per molti di questi casi si tratta di “morti in servizio e per servizio”, in quanto le condizioni di lavoro precarie e lo stress a cui sono sottoposti gli agenti potrebbero aver contribuito al loro gesto estremo.

Anche il Si.N.A.P.Pe ha espresso il proprio cordoglio per la morte dell’agente e ha chiesto al Governo di intervenire per migliorare le condizioni di lavoro degli agenti di polizia penitenziaria.

“Siamo di fronte a un dramma umano che non può essere ignorato o minimizzato” ha affermato Roberto Santini, segretario generale del Si.N.A.P.Pe. “È necessario che il Governo prenda atto della gravità della situazione e ponga in atto misure concrete per aiutare gli agenti di polizia penitenziaria e per evitare che si ripettano tragedie come questa”.

DI TENDENZA

Exit mobile version