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Calabria

Reggio Calabria | Confiscati 11,5 Milioni di Euro: Caporalato e Riciclaggio nella ‘Ndrangheta

I Finanzieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, stanno eseguendo un provvedimento emesso dal Tribunale di Reggio Calabria per la confisca di beni, del valore stimato di circa 11,5 milioni di euro, appartenenti a un imprenditore gioiese attivo nel settore dei rifiuti.

L’imprenditore è stato individuato nel contesto dell’operazione “MALAPIGNA” condotta dai Carabinieri del N.I.P.A.A.F. di Reggio Calabria, dove è stato considerato capo della cosca “PIROMALLI” e finanziatore del gruppo criminale, particolarmente nel settore dello smaltimento dei rifiuti ferrosi e metallici, con legami anche ad altre organizzazioni mafiose.

Le indagini hanno rivelato che l’imprenditore, coinvolto nel sodalizio fin dagli anni ’90, ha assunto un ruolo predominante nell’organizzazione, facilitando il riciclaggio di proventi illeciti per conto della ‘ndrangheta.

Basandosi su prove dettagliate e riscontri documentali delle attività economiche, il Tribunale ha ordinato il sequestro e successivamente la confisca di un vasto patrimonio, inclusi tre società, un’impresa individuale operanti nei settori dei rifiuti metallici e delle costruzioni, 37 veicoli, tre terreni, quattro fabbricati, orologi di lusso, gioielli, circa 75 mila euro in contanti, oltre ai rapporti bancari, finanziari e assicurativi, per un valore complessivo di circa 11,5 milioni di euro.

Inoltre, è stata applicata al imprenditore la misura di Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza per quattro anni, con obbligo di residenza nel comune di domicilio.

Questa operazione riflette l’impegno continuo della Guardia di Finanza di Reggio Calabria nel contrastare l’accumulo illecito di patrimoni da parte delle consorterie criminali, contribuendo così a ripristinare la legalità nel mercato e a tutelare la trasparenza e la sicurezza pubblica.

Calabria

Tentata Violenza a Montalto Uffugo (CS): Arrestato Pensionato di 74 Anni

Un pensionato di 74 anni è stato arrestato a Montalto Uffugo con l’accusa di aggressione e tentata violenza sessuale ai danni di una donna ucraina, rifugiata di guerra. L’arresto è avvenuto nella tarda serata di ieri grazie all’intervento dei carabinieri della stazione cittadina, guidati dal maresciallo Giuseppe Motta.

Le indagini sono state avviate in seguito alla denuncia della vittima, che ha fornito un racconto dettagliato degli eventi. Secondo quanto emerso dagli accertamenti investigativi, il 17 giugno scorso la donna sarebbe stata prima aggredita fisicamente e poi bloccata nel tentativo di abusare sessualmente di lei. Durante l’aggressione, l’uomo avrebbe provocato alla vittima ferite al collo e alla spalla, costringendola a subire atti sessuali.

L’uomo, identificato con le iniziali E. P., è stato posto agli arresti domiciliari con l’ausilio di un braccialetto elettronico. Le autorità continuano a indagare sul caso per confermare tutte le circostanze e assicurare che giustizia venga fatta.

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Attualità

Calabria | Piena e violenta attività dello Stromboli, allertati anche gli ospedali di Vibo Valentia e Reggio Calabria

Il sindaco di Lipari, Riccardo Gullo, ha emesso un’ordinanza che impone diversi divieti a causa dell’attività intensa e violenta dello Stromboli. È stato vietato scalare il vulcano e avvicinarsi alle spiagge durante le ore notturne. È stato anche proibito l’approdo delle imbarcazioni turistiche non di linea che effettuano escursioni giornaliere, così come la sosta e l’ancoraggio vicino alla costa.

Per precauzione, sono stati allertati i servizi sanitari e ospedalieri nella città metropolitana di Messina, così come i sindaci dei Comuni costieri e le prefetture di Palermo, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Salerno. Attualmente, il Comitato operativo nazionale è riunito per monitorare gli sviluppi dell’emergenza. Sull’isola, la Guardia Costiera ha dispiegato motovedette, navi e mezzi aerei, mentre il numero dei vigili del fuoco è stato raddoppiato.

La Protezione Civile ha annunciato che sta verificando tutti i materiali, mezzi, risorse sanitarie, personale e basi logistiche, oltre a pianificare l’assistenza ai soggetti vulnerabili per garantire la piena prontezza operativa in caso di ulteriori sviluppi critici.

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Calabria

Lamezia Terme (CZ) | Omicidio avvocato Pagliuso, confermato ergastolo per Luciano Scalise

La Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi presentati dai legali di Luciano Scalise, Pino Scalise, Vincenzo Maria Domanico e Andrea Scalzo riguardo alla sentenza di secondo grado relativa all’omicidio dell’avvocato Francesco Pagliuso. Al contrario, ha accolto parzialmente il ricorso presentato da Angelo Rotella. Di conseguenza, le pene inflitte lo scorso giugno dalla Corte d’Appello di Catanzaro sono diventate definitive per i primi quattro imputati: ergastolo per Luciano Scalise, 23 anni e 10 mesi di reclusione per Pino Scalise, 6 anni e 8 mesi per Domanico e 7 anni per Scalzo. Per quanto riguarda Rotella, la Corte Suprema ha annullato parzialmente la condanna di 8 anni e 4 mesi, rinviando il caso ai giudici di secondo grado di Catanzaro.

Nel corso del lungo processo derivato dall’omicidio dell’avvocato avvenuto nella notte tra il 9 e il 10 agosto 2016, che ha visto imputati padre e figlio Pino e Luciano Scalise, tra gli altri, hanno difeso gli avvocati: Canzoniere, Chiodo, Vianello Accorretti, Larussa, Galati, Nimpo, Gigliotti, Mendicino, Penna. Le parti civili sono state rappresentate dagli avvocati Ferraro, Zofrea, Galeota, Staiano, Candido, Pietro e Gianfranco Agapito, Raimondi. Recentemente è stata emessa la sentenza di secondo grado per Marco Gallo, riconosciuto come l’autore materiale dell’omicidio, confermando l’ergastolo e includendo l’aggravante mafiosa precedentemente esclusa nella sentenza di primo grado.

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