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Campania

Napoli | Nuovo sequestro da oltre 200 mln di euro per imprenditori di Acerra

Le forze dell’ordine del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno dato attuazione a un ordine di dissequestro e restituzione emanato dalla Suprema Corte di Cassazione. Al contempo, hanno eseguito un nuovo decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Napoli – Sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione, su richiesta della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia. Questo decreto riguardava un considerevole patrimonio del valore totale di oltre 200 milioni di euro, di proprietà dei fratelli Pellini Giovanni, Cuono e Salvatore, imprenditori di Acerra (NA), attivi in diversi settori economici, tra cui il recupero, lo smaltimento e il riciclaggio di rifiuti urbani e industriali.

In precedenza, nel 2017, il vasto patrimonio degli stessi imprenditori era stato oggetto di un sequestro preventivo a seguito delle condanne definitive per il reato di disastro doloso continuato e delle indagini condotte dal G.I.C.O. di Napoli. Queste indagini avevano rivelato una disparità tra i beni posseduti e le risorse ufficiali dei fratelli Pellini, dimostrando inoltre che gran parte di tali beni derivava da attività illecite.

I beni sequestrati erano stati successivamente confiscati in primo grado nel 2019, con conferma da parte della Corte di Appello di Napoli il 19 giugno 2023. Tuttavia, con una sentenza depositata il 29 aprile 2024, la Sesta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha annullato il suddetto decreto della Corte di Appello di Napoli, ordinando la restituzione dei beni agli aventi diritto.

In seguito a questa sentenza, la Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Napoli ha incaricato l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata di eseguire le dovute procedure, con la possibilità di avvalersi della Guardia di Finanza di Napoli.

Contemporaneamente, la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha individuato la possibilità di emettere un nuovo decreto di sequestro in preparazione della confisca, poiché il primo decreto era stato annullato per motivi puramente formali in sede di legittimità. A tal fine, ha incaricato il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli di condurre un’accurata ricognizione dei beni dei soggetti interessati.

In base alle indagini svolte e al riscontro dei requisiti soggettivi e oggettivi per il sequestro, il Tribunale di Napoli – Sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha emesso un nuovo decreto di sequestro nei confronti dei suddetti imprenditori di Acerra e dei membri delle rispettive famiglie. Questo nuovo sequestro riguarda: 8 società, 72 autoveicoli, 75 rapporti finanziari, 224 immobili, 75 terreni, 3 imbarcazioni e 2 elicotteri, per un valore totale stimato di 201.476.743 euro.

Campania

Scampitella (AV) | Violazione del divieto di avvicinamento in luogo a lui interdetto, arrestato

I Carabinieri della Compagnia di Ariano Irpino hanno recentemente effettuato un arresto a Scampitella, portando in manette un uomo di 52 anni per violazione di un provvedimento giudiziario. L’individuo era sottoposto a un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, un’ordinanza emessa dal Tribunale di Benevento.

Durante un servizio di pattuglia, i militari hanno individuato e fermato l’uomo nei pressi di uno dei luoghi a lui interdetti. La sua presenza nella zona è stata considerata una violazione del provvedimento in vigore, che gli vietava di avvicinarsi a determinati luoghi legati alla persona protetta.

L’arresto, avvenuto in flagranza di reato, ha messo in evidenza la vigilanza delle forze dell’ordine nel garantire il rispetto delle misure di protezione imposte dai tribunali. L’uomo, già noto alle Forze dell’Ordine, è stato trattenuto in attesa di ulteriori sviluppi del caso.

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Campania

Napoli | Subiva angherie da parte del figlio e del genero e chiede alla camorra di ucciderli, 12 arresti

Un’inquietante vicenda di intimidazioni e richieste di omicidio è emersa dall’ultima inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli, condotta in collaborazione con il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Castello di Cisterna. L’operazione, che ha portato all’arresto di dodici persone e all’imposizione di obblighi di presentazione per altre tredici, ha rivelato l’oscuro intreccio tra criminalità organizzata e violenze domestiche.

L’indagine ha portato alla luce un episodio scioccante risalente al 20 giugno 2022. In quell’occasione, un uomo, oppresso dai maltrattamenti del figlio e del genero, si è rivolto al clan Fabbrocino chiedendo aiuto per risolvere la sua situazione in modo estremo. Secondo quanto emerso dalle intercettazioni, l’uomo ha richiesto aiuto al clan per far sparire i due familiari che lo tormentavano, avanzando una richiesta di omicidio con distruzione dei corpi.

Il clan, tuttavia, ha risposto con una sorprendente dose di moderazione. I membri della camorra hanno rassicurato l’uomo che avrebbero parlato con i familiari e che non avrebbero preso misure estreme. L’episodio è stato trattato come un caso di estorsione e intimidazione da parte del clan, che si presentava come un “sportello d’ascolto” per i problemi dei cittadini.

Tra gli arrestati c’è anche Biagio Bifulco, presunto capo della famiglia Fabbrocino di Palma Campania, che avrebbe continuato a gestire gli affari del clan anche mentre era detenuto. Le indagini hanno rivelato che, durante la sua detenzione, Bifulco riceveva tangenti di 4.000 euro al mese da un imprenditore, in cambio di favori e imposizioni per l’uso di una società di autotrasporti.

Questa operazione dimostra come il clan Fabbrocino gestisse le proprie attività illecite con una strategia ben organizzata, estorcendo denaro e imponendo il proprio controllo anche nei settori economici legittimi. L’inchiesta mette in luce non solo la crudeltà e la violenza della camorra, ma anche la complessità delle sue operazioni e il grado di infiltrazione nelle attività commerciali locali.

Le misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari di Napoli, Leda Rossetti, sono il risultato di un’accurata indagine che ha svelato il vero volto della criminalità organizzata nella regione. Il procedimento continua e le persone coinvolte sono considerate non colpevoli fino alla definitiva pronuncia di condanna.

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Campania

Avellino | Sequestrati 110 capi di prodotti contraffatti

Nel contesto delle operazioni di controllo e contrasto alla contraffazione, la Guardia di Finanza di Avellino ha recentemente eseguito un’importante operazione che ha portato al sequestro di 110 articoli di abbigliamento, scarpe e borse di marche famose, tra cui Nike, Louis Vuitton, Gucci, Prada e Adidas. I prodotti, tutti falsificati, erano destinati alla vendita attraverso canali non ufficiali e a prezzi significativamente inferiori rispetto a quelli di mercato.

L’indagine, condotta dal Nucleo Mobile del Gruppo di Avellino, è stata avviata grazie al monitoraggio di diversi social network, dove gli agenti hanno individuato un venditore sospetto. Questo individuo, residente a Pratola Serra, operava principalmente tramite vendite per corrispondenza, attirando clienti con offerte di merce a prezzi stracciati. I finanzieri, dopo aver verificato l’irregolarità dei prodotti e la loro provenienza illecita, hanno localizzato e sequestrato il materiale contraffatto.

Questa operazione sottolinea l’impegno della Guardia di Finanza nel combattere il mercato della contraffazione, un fenomeno che non solo danneggia i brand originali ma ha anche un impatto negativo sulle finanze pubbliche. La commercializzazione di prodotti falsificati comporta perdite fiscali notevoli e influisce negativamente sulla crescita economica e sulla qualità dei servizi pubblici.

Il procedimento penale è attualmente in fase preliminare e, come per ogni indagine in corso, la responsabilità del soggetto coinvolto sarà definitivamente accertata solo a seguito di una sentenza irrevocabile di condanna, rispettando il principio di presunzione di innocenza.

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