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Calcio | Il tecnico Pioli verso l’addio al Milan


Nonostante abbia un derby da preparare con chissà quale motivazione e un morale a pezzi, è evidente che insieme a un’Europa League che sarebbe stata alla portata senza la presenza del Liverpool, Stefano Pioli sembra destinato a perdere anche il controllo del Milan. Dopo cinque anni (quasi) eccezionali, durante i quali ha indubbiamente cambiato la storia recente dei rossoneri e ha portato lo scudetto al Diavolo, e al termine di una stagione complessa in cui ha mancato tutti gli obiettivi del club, il tecnico milanista sembra aver raggiunto la fine del suo percorso, a meno di sorprese inaspettate. È il destino naturale degli allenatori e, forse, è giusto così. Tuttavia, se c’era ancora una possibilità per lui di rimanere in sella, questa è svanita dopo la sconfitta contro la Roma, che ha dominato il doppio confronto europeo e ha meritato la qualificazione, anche grazie alla lezione tattica impartita dal giovane De Rossi al più esperto allenatore del Milan.

Non ha senso oggi elencare le colpe del tecnico, perché sarebbe giusto prima riconoscere i suoi molti meriti di questi anni. Pioli ha preso un Milan in una situazione difficile, gli ha dato gioco, brillantezza e convinzione, e ha vinto uno scudetto di prestigio appena due anni fa. Tuttavia, il problema è che da allora non è riuscito ad aggiungere nulla di nuovo. Certamente, solo un anno fa ha eliminato il Napoli e ha raggiunto una straordinaria semifinale di Champions. Ma da allora, il suo corso si è fermato. Consideriamo la stagione attuale: è vero che il suo Milan è secondo dietro a un’Inter imbattibile, ma l’impressione, confermata dai fatti, è che Pioli non sia stato in grado di risolvere i problemi evidenti sin dall’inizio dell’anno e di migliorare i giocatori. I problemi di allora sono quelli di oggi: una squadra sbilanciata, vulnerabile in difesa, con reparti troppo distanti tra loro e un centrocampo virtualmente assente in fase difensiva. Possiamo incolpare il mercato? Forse sì, ma dobbiamo anche ricordare che quando è stato nominato “coach” da Gerry Cardinale quasi un anno fa, ciò comportava un significativo aumento delle sue responsabilità a tutti i livelli, compreso il mercato.

Possiamo parlare degli infortuni che hanno decimato il Milan nel corso della stagione? Certamente, ma non è sempre colpa del tecnico? Non è sua responsabilità verificare la preparazione e affrontare le sfide? Questo senza considerare le scelte tecniche a volte discutibili, qualche errore non attribuibile a lui e la sua impotenza contro l’Inter, avversaria principale in ogni aspetto, dalla società ai tifosi. La sconfitta nel derby per 5-1 ha esteso una serie di stracittadine perse e ha ampliato il divario tra le due squadre di Milano. Ha anche allontanato Pioli dai suoi sostenitori, che oggi, a gran voce, chiedono la sua testa. Le due sconfitte contro la Roma, soprattutto la seconda con i giallorossi ridotti in dieci uomini per gran parte della partita, in un derby americano che interessava molto alla proprietà Red Bird, sembrano aver chiuso la questione. La Roma era considerata inferiore dal club, e l’eliminazione non era nemmeno presa in considerazione. Ma le cose sono andate diversamente, e male, per il Milan e, di conseguenza, anche per Stefano Pioli.

Ora non resta che cercare di salvare il poco che resta della stagione, cercando di non consegnare lo scudetto all’Inter nel derby di lunedì e di mantenere il secondo posto in classifica. Un’impresa tutt’altro che scontata. Poi sarà tempo di guardare al futuro, voltando pagina definitivamente e scegliendo un nuovo allenatore. Chiunque sia il nuovo timoniere del Milan, che sia Conte, Lopetegui o qualcun altro, dovrà affrontare una sfida ardua.

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Juventus-Cagliari 1-1, decidono i rigori di Vlahovic e Marin

E’ finita in parità, 1-1, la sfida tra Juventus e Cagliari del settimo turno di Serie A 2024/2025. Alla Juve non è riuscita l’ottava vittoria di fila all’Allianz Stadium di Torino contro gli isolani, nonchè la terza consecutiva in stagione tra campionato e coppa. Per il Cagliari, invece, è continuato il momento positivo dopo i successi in Coppa Italia con la Cremonese e in campionato contro il Parma. Dopo un primo quarto d’ora in pressione dei padroni di casa, la gara si è sbloccata al 15′ quando Vlahovic ha trasformato un rigore assegnato dall’arbitro Marinelli dopo consulto al VAR per un fallo di mano di Luperto su colpo di testa di Gatti. Cinque minuti più tardi è stato Conceicao a provarci con un tiro teso dalla distanza ma Scuffet di riflesso ha respinto. Ancora il portiere rossoblù protagonista al 26′ quando con una deviazione in corner ha negato la rete su potente conclusione di Koopmeiners. Poco Cagliari nei primi 45 minuti: gli uomini di Nicola hanno provato qualche ripartenza senza però mettere particolarmente in crisi la difesa bianconera. Ripresa sulla falsa riga del primo tempo, con la Juve impegnata ad impostare il gioco e il Cagliari a provare a rispondere di rimessa. Dopo un paio di buoni tentativi di Conceicao, uno fuori e uno respinto da Scuffet, è stato ancora Vlahovic a provarci al 27′ con un diagonale di sinistro che ha trovato ancora la risposta del portiere cagliaritano. Ma il serbo ha mancato la grande occasione al 33′ quando su una conclusione di Douglas Luiz ancora respinta da Scuffet ha spedito il tap-in di poco fuori. Non ha invece sbagliato Marin al 43′ quando ha trasformato un calcio di rigore assegnato dall’arbitro sempre su consulto VAR per fallo su Piccoli. Il giocatore rossoblù ha così interrotto l’imbattibilità sui gol subiti della Juventus in campionato. Ancora brividi in pieno recupero con un legno colpito dal Cagliari su conclusione da fuori di Obert e uno dalla Juventus direttamente su calcio d’angolo con Yildiz.
– foto Ipa Agency –

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Sport

Juventus-Cagliari: le formazioni ufficiali

La settima giornata di Serie A si avvia verso la conclusione con una domenica ricca di emozioni. Dopo le sfide del venerdì e del sabato, oggi si svolge il lunch match tra Juventus e Cagliari, un incontro atteso che promette di regalare spettacolo ai tifosi.

Le formazioni ufficiali delle due squadre sono state rese note, con la Juventus che scende in campo con la seguente formazione: Di Gregorio in porta; Savona, Kalulu, Gatti e Cambiaso in difesa; Locatelli e Thuram a centrocampo; mentre in attacco troviamo Conceicao, Koopmeiners e Mbangula a supportare Vlahovic.

Dall’altra parte, il Cagliari si presenta con Scuffet tra i pali; Zappa, Mina, Luperto e Obert in difesa; Zortea, Adopo, Makoumbou e Augello a centrocampo; e Viola in attacco con Piccoli.

Con entrambe le squadre desiderose di ottenere punti importanti, ci si aspetta una partita avvincente. Gli appassionati sono pronti a seguire l’andamento del match, sperando in un confronto avvincente e ricco di occasioni da gol.

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Motori

Renault lascia la F1: stop alla produzione di motori dal 2026

Renault ha ufficialmente annunciato la sua uscita dalla Formula 1 come produttore di motori a partire dal 2026. Dopo quasi 50 anni di storia nel mondo delle corse, il team Alpine ha comunicato la decisione attraverso una nota ufficiale, confermando che le attività nello storico stabilimento di Viry-Châtillon proseguiranno fino alla fine della stagione 2025. Questo stabilimento, situato a sud di Parigi, è stato il cuore della produzione dei motori Renault, ma verrà presto trasformato in un centro di eccellenza tecnologica e ingegneristica, già dalla fine del 2024.

Renault ha lasciato un segno indelebile nella storia della F1, facendo il suo debutto nel 1977 e rivoluzionando il mondo delle corse con l’introduzione del motore turbo. Nel corso degli anni, ha collezionato ben 12 titoli costruttori e 11 titoli mondiali piloti, dimostrando la sua capacità di competere al più alto livello.

Con l’addio di Renault alla produzione di motori, il futuro di Alpine potrebbe essere legato a una nuova partnership con Mercedes, attuale fornitore di Williams, McLaren e Aston Martin. Anche se non ci sono conferme ufficiali, questa mossa rappresenterebbe una significativa riorganizzazione per il team, proiettandolo verso una nuova fase a partire dal 2026.

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