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Attualità

Cagliari | Compie 112 anni la donna più anziana della Sardegna

Amelia Addari, la donna più longeva della Sardegna e la quarta nella classifica dei supercentenari d’Italia, celebra oggi il suo 112° compleanno. Nata il 25 marzo 1912 a Genoni, un tranquillo paese nel cuore del Sarcidano nel Sud Sardegna, Amelia ha sempre trascorso la sua vita tra Cagliari e Nuragus, dove attualmente risiede.

Appartenente a una famiglia benestante, Amelia non ha mai intrapreso una carriera lavorativa né si è sposata. Oggi, circondata dall’affetto dei suoi nipoti e della comunità, vive una vita tranquilla dopo la scomparsa della sorella nel 2020, avvenuta all’età di 110 anni.

Nuragus, il suo attuale luogo di residenza, è orgoglioso di averla come concittadina. Il sindaco Giovanni Daga sottolinea l’importanza di Amelia per la comunità, evidenziando che la città è abituata alla presenza di centenari e che sono state effettuate indagini per valutare se Nuragus possa essere considerata parte della “Blue Zone”.

Le Blue Zone sono aree del mondo in cui le persone vivono significativamente più a lungo rispetto ad altre parti del pianeta, e due di esse si trovano proprio nel centro della Sardegna, nella regione della Barbagia e nell’Ogliastra.

Nonostante l’età avanzata, Amelia conserva una lucidità straordinaria. Anche se ora riceve assistenza da tre badanti, rimane attiva e curiosa, mantenendo vivo il suo interesse per la vita quotidiana, la cultura e il teatro. In passato, infatti, era solita recarsi a Cagliari per godersi gli spettacoli teatrali.

In occasione del suo compleanno, i nipoti di Amelia la festeggeranno privatamente, mentre il sindaco Daga si recherà da lei per portarle gli auguri a nome dell’intera comunità. La storia di Amelia Addari non solo celebra la longevità, ma incarna anche la vitalità e la saggezza che caratterizzano le persone che raggiungono traguardi così straordinari nella loro vita.

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Ricordato a Palermo padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia 31 anni fa

Ricordato a Palermo, nel 31esimo anniversario della morte, padre Pino Puglisi, ucciso da Cosa nostra il 15 settembre 1993 nel capoluogo siciliano.
Parroco presso la Chiesa di San Gaetano nel quartiere palermitano di Brancaccio, Don Pino Puglisi, oggi Beato, venne assassinato la sera del 15 settembre 1993, giorno del suo 56esimo compleanno, dal killer di Cosa nostra Salvatore Grigoli che nel 1997, dopo il suo arresto, confessò 46 omicidi, tra cui quello del parroco.
La causa di beatificazione di don Puglisi venne introdotta nel 1999 dall’allora arcivescovo di Palermo il Cardinale Salvatore De Giorgi. Il 28 giugno 2012 Papa Benedetto XVI promulgò il decreto di beatificazione “Super martyrio in odium fidei”. Il 25 maggio del 2013 don Pino Puglisi è stato proclamato Beato.
Le spoglie del Beato Puglisi riposano in un monumento funebre che ricorda una spiga di grano ai piedi dell’altare della cappella dell’Immacolata Concezione nella Chiesa Cattedrale di Palermo.

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Migranti, Meloni “Con Starmer obiettivo lotta a traffico essere umani”

“Il rafforzamento della nostra relazione può essere decisiva per garantire sicurezza e prosperità ai nostri popoli. Oggia abbiamo adottato una dichiarazione congiunta, un documento estremamente importante, contiene degli spunti molti concreti”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine dell’incontro con il primo ministro del Regno Unito, Keir Starmer. “C’è un dialogo continuo in materia di politica estera e di difesa, su energia, scienza, innovazione, sicurezza e lotta al crimine, contrasto all’immigrazione di massa: è un fenomeno che interessa tutta l’Europa, siamo d’accordo che la prima cosa da fare è intensificare la lotta al traffico di essere umani e farlo unendo di più gli sforzi, lavorando a una maggiore cooperazione e puntando al cuore di questo traffico”, ha aggiunto. “Siamo d’accordo nel non avere timore ad esplorare soluzioni nuove. Abbiamo parlato del protocollo tra Italia e Albania che è una soluzione per la quale il governo della Gran Bretagna dimostra molta attenzione, un’innovazione portata dal governo italiano nella politica di governo di flussi migratori”, ha concluso Meloni.

-Foto: Palazzo Chigi-

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Fallito nuovo attentato a Trump, arrestato e identificato un uomo

L’uomo armato al club di golf in cui stava giocando Donald Trump è stato identificato come Ryan Wesley Routh, di 58 anni. Lo riporta Fox News. Il suo account di Linkedin rivela che ha frequentato la North Carolina Agricultural and Technical State University e che si è trasferito alle Hawaii nel 2018. Sui social Routh aveva pubblicato post sulla guerra in Ucraina, tentando di reclutare soldati per la causa, fa sapere la Cnn. Una volta arrestato viene interrogato dagli investigatori, secondo i quali l’intenzione era quella di uccidere Trump. Si cerca di capire se si tratti di un “lupo solitario” o qualcuno lo abbia armato.

Donald Trump stava giocando a golf nel suo campo di West Palm beach, Florida, quando il secret service che lo scortava ha notato la canna di un fucile che usciva da un cespuglio vicino a una buca del percorso dove Trump sarebbe dovuto andare da lì a poco. L’agente del secret service che ha notato il fucile ha cominciato a sparare contro. Non è ancora chiaro se l’attentatore sia riuscito a sua volta a sparare. L’uomo è fuggito salendo poi nel suo SUV Nissan nero e riuscendo a dileguarsi. Un testimone lo ha visto salire di corsa sull’auto ed ha dato subito il numero di targa alle autorità. Così la polizia e l’FBI lo hanno fermato in autostrada e arrestato. Trump sta bene.

Al momento dell’arresto, il 58enne non ha opposto resistenza e non era armato. Tra le siepi dove si era appostato sono stati recuperati un’arma “di tipo AK-47”. Il fucile che è stato trovato aveva il telescopio e la distanza in quel momento in cui si trovava Trump era abbastanza vicina per essere colpito.
– foto Ipa –

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