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Lombardia

Inter-Juventus 1-0: l’autogol di Gatti porta i nerazzurri a +4

La ventitreesima giornata di Serie A ha visto l’Inter prevalere nel Derby d’Italia contro la Juventus con un risultato di 1-0 a San Siro, riuscendo così a incrementare il proprio vantaggio in classifica. Attualmente, la squadra nerazzurra è in testa con un margine di +4 punti rispetto ai bianconeri, e ciò considerando anche una partita in meno disputata. La partita, caratterizzata da un equilibrio tattico, è stata decisa da un singolo episodio: l’autogol al 37′ di Gatti, che nel tentativo di anticipare Thuram in area, ha deviato la palla in rete con il petto battendo Szczesny.

L’andamento della partita ha riproposto uno scenario simile al precedente incontro, con l’Inter che ha mantenuto il controllo del possesso palla, mentre la Juventus ha atteso il momento giusto per le ripartenze, sfruttando le accelerazioni di McKennie, Vlahovic e Yildiz, quest’ultimo preferito a Chiesa nella formazione titolare. Gli sforzi dei padroni di casa si sono concretizzati in diverse occasioni, tra cui un tentativo di Dimarco e un intervento decisivo di Bremer su Thuram. Tuttavia, il momento chiave è arrivato con l’azione di Pavard, il cui tiro in rovesciata ha generato l’autogol di Gatti, consegnando l’Inter in vantaggio alla fine del primo tempo.

Nella ripresa, nonostante le incursioni della squadra nerazzurra, il risultato è rimasto invariato, con Calhanoglu che ha colpito il palo. La Juventus ha cercato di reagire, con Yildiz (salvato da Mkhitaryan in area) e Rabiot, ma senza riuscire a trovare il pareggio. Allegri ha apportato alcune modifiche inserendo Chiesa e Weah, ma le speranze di pareggio sono sfumate. Gatti ha avuto un’occasione per rifarsi, ma il risultato finale è stato fissato a 1-0 in favore dell’Inter. La squadra di Inzaghi, ora in fuga in classifica, è ufficialmente a +4 sulla Juventus, delineando una chiara traiettoria verso lo Scudetto dopo il Derby d’Italia.

Cronaca

Como | Rintracciato 24enne somalo che doveva scontare 5 mesi di reclusione

Questa mattina, la Polizia di Stato ha arrestato un cittadino somalo di 24 anni a Como, in ottemperanza a un ordine di esecuzione per la carcerazione. Il giovane, irregolare e senza fissa dimora, doveva scontare una pena residua di cinque mesi di reclusione per una condanna relativa a un episodio di danneggiamento avvenuto nel maggio 2020.

Gli agenti della Squadra Mobile di Como, appena ricevuto l’ordine di arresto dalla Procura della Repubblica di Como, hanno avviato le operazioni per rintracciare il 24enne. L’uomo è stato trovato in Largo Don Roberto Malgesini, dove stava bivaccando con altri connazionali.

Dopo essere stato portato in Questura, il somalo è stato identificato e, oltre all’ordine di arresto, è emerso che non aveva rispettato un ordine di lasciare il territorio, notificatogli dal Questore nel luglio 2024. Di conseguenza, è stato denunciato per la violazione di quest’ordine e arrestato per l’esecuzione della pena.

Il 24enne è stato trasferito presso la Casa Circondariale di Como, dopo aver informato il Pubblico Ministero di turno.

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Cronaca

Como | Disturba la Santa Messa e in questura aggredisce gli agenti, arrestato

Ieri sera, la Polizia di Stato ha arrestato un 23enne egiziano a Como, accusato di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Il giovane, già noto alle forze dell’ordine per precedenti reati e regolare sul soggiorno, è stato fermato dopo aver causato disordini all’interno del Duomo di Como.

Intorno alle 18.15, una volante della polizia è stata allertata per una segnalazione riguardante una persona molesta all’interno della chiesa. Gli agenti, giunti sul posto, hanno trovato il 23enne mentre ascoltava musica araba ad alto volume sul suo telefono, disturbando gravemente la funzione religiosa in corso.

Nonostante l’invito a lasciare il luogo, il giovane ha rifiutato di collaborare, costringendo gli agenti a intervenire. Durante l’operazione, il 23enne ha tentato di fuggire dalla Questura, aggredendo fisicamente gli agenti con diversi pugni prima di essere bloccato e arrestato.

Identificato e controllato, il giovane è stato trovato in possesso di precedenti penali e di un alias. È stato arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e denunciato per turbamento di funzione religiosa.

Il Pubblico Ministero di turno ha disposto la detenzione del 23enne nelle camere di sicurezza della Questura di Como, in attesa del processo per direttissima, previsto per questa mattina. Nel frattempo, l’ufficio immigrazione della Questura sta effettuando verifiche aggiuntive sulla sua permanenza in Italia.

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Cronaca

Varese | Maxi sequestro da 23 milioni per contrabbando di orologi di lusso

La Guardia di Finanza di Varese ha eseguito un sequestro preventivo del valore di 23 milioni di euro, disposto dal Tribunale di Busto Arsizio, nei confronti di tre persone fisiche e due società di spedizioni, tutte coinvolte in un vasto sistema di contrabbando aggravato. Il provvedimento segue un precedente sequestro di un milione di euro eseguito lo scorso novembre.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Busto Arsizio e avviate grazie alla denuncia di un dipendente di una delle società coinvolte, hanno permesso di smascherare un complesso sistema di contrabbando presso l’aeroporto di Milano-Malpensa. L’inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Varese in collaborazione con l’Ufficio delle Dogane di Malpensa, ha portato all’identificazione di un meccanismo illecito che ha consentito, tra il 2020 e il 2022, l’importazione di 64.000 orologi di lusso (tra cui Rolex, Bulgari, Chopard, Cartier, IWC e Panerai) per un valore complessivo di 103 milioni di euro.

Gli orologi, provenienti da Hong Kong, venivano accompagnati da false fatture e formalmente destinati a una base militare americana, esente da dazi e IVA. In realtà, la base militare non era a conoscenza delle spedizioni e la merce non vi è mai giunta. Gli orologi venivano così importati illegalmente in Italia, eludendo il pagamento di dazi doganali e IVA per poi essere rivenduti “in nero” a prezzi inferiori, alterando la concorrenza leale e danneggiando gli imprenditori onesti del settore.

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Le modalità di importazione, ricostruite dalla Guardia di Finanza, hanno rivelato la doppia frode: da un lato la falsa dichiarazione del valore della merce, dall’altro l’indicazione fraudolenta del destinatario finale. Il totale dei diritti di confine evasi ammonta a circa 23 milioni di euro, di cui 22,9 milioni di IVA e 50.000 euro di dazi doganali.

Il Giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo per equivalente delle somme corrispondenti ai diritti evasi, colpendo non solo i conti personali degli indagati ma anche quelli delle società di spedizioni coinvolte.

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