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Reggio Calabria | Denunciati 2 dirigenti dell’ asp per truffa aggravata – VIDEO

Due dirigenti medici dell’Asp di Reggio Calabria sono stati sospesi dall’esercizio della professione a causa delle loro condotte di assenteismo. I finanzieri del Comando provinciale reggino, con la supervisione della Procura della Repubblica di Palmi diretta da Emanuele Crescenti, stanno dando attuazione a un provvedimento emesso dal giudice che impone l’applicazione di misure cautelari nei confronti dei due dirigenti coinvolti. Le persone coinvolte sono Rosa Marina Catalano, 59 anni, e Maria Carmela Di Bartolo, 65 anni, entrambe residenti a Polistena.

In particolare, in base alle indagini finora condotte, è stata disposta in via cautelare la sospensione dall’esercizio della professione medica e dal relativo rapporto di lavoro, insieme al sequestro delle somme che gli indagati avrebbero indebitamente percepito in cambio di ore di lavoro dichiarate, ma mai effettivamente svolte. Ai due dirigenti sono stati contestati i reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e di falsa attestazione della presenza in servizio.

Le indagini condotte dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Palmi sono state avviate a seguito di una segnalazione che denunciava assenze frequenti e sistematiche in una struttura territoriale dell’Asp. È emerso che gli indagati avevano adottato come prassi consolidata l’abitudine di assentarsi dal luogo di lavoro senza una valida ragione di servizio, recandosi alle proprie abitazioni o svolgendo attività personali come fare la spesa o recarsi alle poste. Successivamente, rientravano solo in prossimità della fine dell’orario di servizio, certificando l’uscita con il badge solo in quel momento.

Alla luce dei risultati delle indagini e considerando anche la posizione dirigenziale dei due medici all’interno della struttura sanitaria, il giudice per le indagini preliminari ha disposto l’interdizione per 12 mesi e il sequestro delle somme indebitamente percepite come retribuzione per prestazioni lavorative dichiarate, ma mai effettivamente svolte.

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Ricordato a Palermo padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia 31 anni fa

Ricordato a Palermo, nel 31esimo anniversario della morte, padre Pino Puglisi, ucciso da Cosa nostra il 15 settembre 1993 nel capoluogo siciliano.
Parroco presso la Chiesa di San Gaetano nel quartiere palermitano di Brancaccio, Don Pino Puglisi, oggi Beato, venne assassinato la sera del 15 settembre 1993, giorno del suo 56esimo compleanno, dal killer di Cosa nostra Salvatore Grigoli che nel 1997, dopo il suo arresto, confessò 46 omicidi, tra cui quello del parroco.
La causa di beatificazione di don Puglisi venne introdotta nel 1999 dall’allora arcivescovo di Palermo il Cardinale Salvatore De Giorgi. Il 28 giugno 2012 Papa Benedetto XVI promulgò il decreto di beatificazione “Super martyrio in odium fidei”. Il 25 maggio del 2013 don Pino Puglisi è stato proclamato Beato.
Le spoglie del Beato Puglisi riposano in un monumento funebre che ricorda una spiga di grano ai piedi dell’altare della cappella dell’Immacolata Concezione nella Chiesa Cattedrale di Palermo.

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Migranti, Meloni “Con Starmer obiettivo lotta a traffico essere umani”

“Il rafforzamento della nostra relazione può essere decisiva per garantire sicurezza e prosperità ai nostri popoli. Oggia abbiamo adottato una dichiarazione congiunta, un documento estremamente importante, contiene degli spunti molti concreti”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine dell’incontro con il primo ministro del Regno Unito, Keir Starmer. “C’è un dialogo continuo in materia di politica estera e di difesa, su energia, scienza, innovazione, sicurezza e lotta al crimine, contrasto all’immigrazione di massa: è un fenomeno che interessa tutta l’Europa, siamo d’accordo che la prima cosa da fare è intensificare la lotta al traffico di essere umani e farlo unendo di più gli sforzi, lavorando a una maggiore cooperazione e puntando al cuore di questo traffico”, ha aggiunto. “Siamo d’accordo nel non avere timore ad esplorare soluzioni nuove. Abbiamo parlato del protocollo tra Italia e Albania che è una soluzione per la quale il governo della Gran Bretagna dimostra molta attenzione, un’innovazione portata dal governo italiano nella politica di governo di flussi migratori”, ha concluso Meloni.

-Foto: Palazzo Chigi-

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Fallito nuovo attentato a Trump, arrestato e identificato un uomo

L’uomo armato al club di golf in cui stava giocando Donald Trump è stato identificato come Ryan Wesley Routh, di 58 anni. Lo riporta Fox News. Il suo account di Linkedin rivela che ha frequentato la North Carolina Agricultural and Technical State University e che si è trasferito alle Hawaii nel 2018. Sui social Routh aveva pubblicato post sulla guerra in Ucraina, tentando di reclutare soldati per la causa, fa sapere la Cnn. Una volta arrestato viene interrogato dagli investigatori, secondo i quali l’intenzione era quella di uccidere Trump. Si cerca di capire se si tratti di un “lupo solitario” o qualcuno lo abbia armato.

Donald Trump stava giocando a golf nel suo campo di West Palm beach, Florida, quando il secret service che lo scortava ha notato la canna di un fucile che usciva da un cespuglio vicino a una buca del percorso dove Trump sarebbe dovuto andare da lì a poco. L’agente del secret service che ha notato il fucile ha cominciato a sparare contro. Non è ancora chiaro se l’attentatore sia riuscito a sua volta a sparare. L’uomo è fuggito salendo poi nel suo SUV Nissan nero e riuscendo a dileguarsi. Un testimone lo ha visto salire di corsa sull’auto ed ha dato subito il numero di targa alle autorità. Così la polizia e l’FBI lo hanno fermato in autostrada e arrestato. Trump sta bene.

Al momento dell’arresto, il 58enne non ha opposto resistenza e non era armato. Tra le siepi dove si era appostato sono stati recuperati un’arma “di tipo AK-47”. Il fucile che è stato trovato aveva il telescopio e la distanza in quel momento in cui si trovava Trump era abbastanza vicina per essere colpito.
– foto Ipa –

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