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Calabria

Gioia Tauro (RC) | Sequestro 2 discariche – VIDEO

Nel contesto di una più ampia operazione volta a contrastare il deplorevole abbandono di rifiuti in luoghi pubblici, i Carabinieri della Stazione di Gioia Tauro, con il supporto del personale del Nucleo Forestale dei Carabinieri di Cittanova, hanno proceduto al sequestro di due aree che, a causa del numero e della tipologia di rifiuti presenti, avevano assunto la connotazione di discariche abusive e inquinanti. In particolare, nell’ambito di servizi coordinati mirati alla prevenzione di reati ambientali, i militari hanno effettuato il sequestro di una zona situata in una intersezione nei pressi di via Ciambra nel Comune di Gioia Tauro, che da tempo era stata utilizzata come luogo di accumulo di materiali di scarto, e di una seconda area nella zona di Guardiola.

Nel primo luogo, nelle immediate vicinanze del Ponte Petrace, nei pressi del fiume e non lontano dalla sua foce, è stata individuata una discarica non autorizzata contenente rifiuti pericolosi, che erano stati scaricati in modo incontrollato su un’area pubblica. Tra i vari tipi di rifiuti presenti, vi erano rifiuti misti che coprivano una superficie di quasi 300 metri quadrati, con lastre di amianto, scarti di meccanica e carrozzeria rimossi da veicoli, rifiuti derivanti dalla lavorazione del legno e pneumatici di diverse dimensioni.

Nella seconda area, che si estendeva per circa 150 metri quadrati, è stata riscontrata la presenza di rifiuti di varia natura, tra cui lastre danneggiate di amianto e materiale residuo proveniente da attività di demolizione edilizia.

In entrambi i casi sono stati trovati oggetti ingombranti abbandonati illegalmente su suolo pubblico. Attualmente, sono in corso ulteriori indagini per verificare la possibile presenza di combustibili o oli esausti che potrebbero aver contaminato il terreno circostante, soprattutto se le sostanze inquinanti risultassero persistenti nel sito.

L’adozione di queste misure è stata necessaria per proteggere la salute pubblica e l’ambiente circostante. Il sindaco del Comune di Gioia è stato incaricato di custodire le aree in attesa delle indagini delle autorità competenti e delle disposizioni dell’autorità giudiziaria di Palmi.

Questo non rappresenta il primo intervento dei Carabinieri di Gioia Tauro nell’ambito della prevenzione e repressione dei reati ambientali. A titolo di esempio, nel 2021 è stato effettuato il sequestro di quattro aree comunali in cui erano stati accumulati cumuli di rifiuti di vario genere, o la recente ispezione condotta il mese scorso presso il fiume Petrace, che ha portato alla denuncia alla Procura della Repubblica di Palmi di soggetti sospettati di aver creato una cava senza le necessarie autorizzazioni, e che è stata sequestrata insieme a due mezzi utilizzati dai soggetti coinvolti, in quanto erano emersi indizi riguardo a possibili attività di estrazione illecita di materiali. I Carabinieri della Piana di Gioia Tauro, con il supporto del personale specializzato dell’Arma forestale, stanno conducendo un’azione sinergica attraverso un costante impegno nella promozione della legalità ambientale e nella lotta contro i reati correlati al fine di preservare l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi della zona.

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Cutro (KR) | Accusato di aggressione sessuale era ricercato in Inghilterra, arrestato iracheno

Un cittadino iracheno di 49 anni, residente a Cutro, è stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Crotone, poiché ricercato a livello internazionale per reati di aggressione e violenza sessuale. Le accuse risalgono a episodi avvenuti nel 2018 e nel 2019 in Inghilterra, in particolare a Liverpool e Loughborough, dove l’uomo sarebbe stato responsabile di aggressioni nei confronti di due donne.

La cattura è avvenuta a seguito di una segnalazione da parte del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, che ha attivato le indagini necessarie. Grazie a un’attenta attività investigativa, gli agenti sono riusciti a rintracciare l’individuo, che aveva recentemente fatto ingresso in Italia viaggiando in autobus. L’arresto rappresenta un’importante operazione per la sicurezza e il contrasto alla criminalità internazionale, dimostrando l’efficacia della cooperazione tra le forze di polizia nazionali e internazionali.

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Calabria | ‘Ndrangheta: Operazione nel crotonese, 31 misure

I Carabinieri del Comando provinciale di Crotone, supportati da unità provenienti da altre province calabresi, hanno eseguito un’operazione di vasta portata che ha portato all’arresto di 31 individui legati a cosche mafiose del territorio. Il provvedimento, richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e convalidato dal Gip, prevede 15 custodie in carcere, 7 arresti domiciliari e 9 obblighi di dimora.

Le indagini sono iniziate dopo un episodio estorsivo ai danni di un imprenditore di Cutro, rivelando una rete complessa di attività illegali tra cui estorsione, usura e traffico di stupefacenti. Questo scenario si è delineato dopo l’arresto del boss Nicolino Grande Aracri e ha messo in luce la rivalità tra la famiglia Martino, già legata a Grande Aracri, e un’altra cosca locale.

L’inchiesta, condotta attraverso intercettazioni e attività di osservazione, ha fatto emergere la capacità della famiglia Martino di esercitare il controllo sul territorio mediante intimidazioni, estorsioni e traffico di droga. Inoltre, i militari hanno documentato la disponibilità di armi da parte degli indagati, confermando l’operatività dell’associazione mafiosa in questione.

La scoperta di danneggiamenti a veicoli appartenenti a membri di spicco della famiglia Martino ha fornito ulteriori elementi per comprendere le dinamiche interne e le relazioni tra le varie cosche della provincia. Questo intervento dei Carabinieri rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata nella regione.

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Reggio Calabria | Confiscati beni a soggetto contiguo alla cosca Bellocco di Rosarno

Le forze della Guardia di Finanza dei comandi provinciali di Reggio Calabria e Firenze, insieme al personale dello S.C.I.C.O. (Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata), hanno portato a termine un’importante operazione volta a contrastare le attività illecite della criminalità organizzata, con particolare riferimento alla cosca “Bellocco” di Rosarno. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Reggio Calabria, ha condotto all’applicazione di misure di prevenzione sia personali che patrimoniali nei confronti di un soggetto ritenuto vicino a questo gruppo criminale.

L’intervento ha comportato la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per l’indagato, nonché la confisca di beni del valore complessivo di circa 200 mila euro. I beni confiscati comprendono un’attività commerciale, un’imbarcazione da pesca, diversi veicoli e un fabbricato, tutti ritenuti sproporzionati rispetto alle entrate legittime dichiarate dal soggetto.

Le indagini che hanno portato a questo risultato sono state condotte nell’ambito di diverse operazioni di contrasto alla criminalità, tra cui “Magma”, “Erba di Grace” e “Buenaventura”. In particolare, il soggetto coinvolto era già stato condannato per traffico internazionale di stupefacenti e per estorsioni aggravate dal metodo mafioso. L’operazione “Magma”, conclusa nel 2019, aveva visto l’emissione di numerosi provvedimenti cautelari, mentre “Erba di Grace” e “Buenaventura” si erano concentrate su reati legati al traffico di droga e all’usura.

Il lavoro congiunto delle DDA di Reggio Calabria e Firenze, insieme ai reparti specializzati della Guardia di Finanza, ha permesso di ricostruire la situazione economica e patrimoniale del soggetto, dimostrando una netta sproporzione tra i beni posseduti e le entrate ufficialmente dichiarate. La successiva confisca del patrimonio ha rappresentato un duro colpo per le attività economiche legate alla cosca, confermando l’impegno costante delle istituzioni nel colpire non solo le persone coinvolte, ma anche le risorse finanziarie e materiali che alimentano le organizzazioni mafiose.

L’operazione evidenzia l’importanza delle indagini patrimoniali nel contrasto alla mafia, puntando a smantellare i network economici che sostengono le attività illecite. Grazie all’efficace collaborazione tra le varie Procure e le unità investigative, si continua a lavorare per garantire la legalità e proteggere il tessuto imprenditoriale sano dalla contaminazione mafiosa.

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