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Attualità

“Il Colloquio”, un cortometraggio per raccontare l’angioedema ereditario

La storia di Francesca, un colloquio di lavoro e tanti ricordi legati al nonno, sono questi gli elementi per una nuova narrazione dell’angioedema ereditario che, quando viene diagnosticato arriva a sconvolgere le vite di chi ne è affetto e di chi gli sta accanto, ma che oggi fa meno paura del passato.
Francesca e suo nonno convivono entrambi con l’angioedema ereditario, ma loro esperienza con la malattia e l’impatto di questa sulla loro vita è legata a due momenti storici differenti, quello passato del nonno e quello presente di Francesca, che grazie ai progressi fatti dalla scienza è oggi più libera di scegliere e seguire i suoi sogni. L’esperienza della malattia è raccontata come un viaggio personale, un percorso della protagonista, in un momento di vita quotidiana, in cui tutti potranno trovare connessioni profonde e frammenti di loro stessi.
“Il Colloquio” è un cortometraggio che ha l’obiettivo di diffondere consapevolezza e fiducia nel futuro per coloro che sono affetti da angioedema ereditario e per coloro che li assistono. Il corto – prodotto da BioCryst, azienda biotecnologica globale, fondata nel 1986, con più di 30 anni di esperienza nella scoperta, nello sviluppo e nella commercializzazione di farmaci, ideato e realizzato da Save the Cut, per la regia di Federico Caponera e Giovanni Boscolo Marchi, con il Patrocinio di A.A.E.E. (Associazione volontaria per l’angioedema ereditario ed altre forme rare di angioedema) e ITACA (Italian Network for Hereditary and Acquired Angioedema) – è stato presentato oggi a Son of a Pitch Award 2024, durante l’81^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
L’HAE è una malattia rara potenzialmente letale causata da una carenza genetica di una proteina chiamata inibitore della C1 esterasi (C1-INH). Il C1-INH svolge un ruolo importante nell’impedire che il sistema che forma la bradichinina diventi iperattivo e medi il gonfiore nell’HAE. L’angioedema ereditario è una condizione rara, che colpisce circa 1 persona ogni 50.000. In Italia si stima che circa 1.200 persone convivano attualmente con l’HAE. I sintomi compaiono generalmente nell’infanzia o nell’adolescenza sotto forma di edema (gonfiore). Se non trattati, i pazienti affetti da HAE hanno spesso attacchi multipli ogni mese e il gonfiore provocato da ogni attacco può durare da 2 a 4 giorni. Il gonfiore può interessare la pelle, il viso, i genitali, la parete del tratto gastrointestinale e la glottide. L’edema cutaneo può causare una temporanea incapacità di svolgere le normali attività, può essere deturpante e causare dolore. 3
“Sensibilizzare, informare e promuovere i progressi della ricerca nel campo dell’angioedema sono tra gli obiettivi principali della rete ITACA – spiega il professor Mauro Cancian, presidente dell’Italian Network for Hereditary and Acquired Angioedema (ITACA), organizzazione che riunisce i 25 centri di riferimento italiani, nonchè direttore dell’Unità Operativa di Allergologia dell’Azienda Ospedale-Università di Padova -. Se nelle malattie rare la diagnosi precoce è sempre fondamentale, nel caso dell’angioedema ereditario ciò diventa ancora più importante perchè, oltre al danno fisico, l’imprevedibilità della malattia determina un forte carico emotivo nel paziente. Per fortuna oggi abbiamo a disposizione dei validi farmaci per la profilassi continuativa, che consente di prevenire in maniera costante gli attacchi di angioedema nei pazienti. La possibilità di ricorrere ad una profilassi con farmaci orali – che rappresentano la più recente innovazione terapeutica – ci consente poi di soddisfare in maniera pratica, indolore ed autonoma le esigenze di un sempre maggiore numero di pazienti affetti da HAE, migliorandone la qualità della vita. La storia che racconta in maniera delicata ma puntuale il cortometraggio ne è un esempio concreto”.
Il senso di vulnerabilità e di impotenza generati dall’angioedema ereditario, la diagnosi che a volte arriva dopo oltre 8-10 anni dai primi sintomi e l’impatto sulla qualità della vita sono difficilmente comprensibili da chi non ne è affetto. E’ una malattia che ‘mette in pausà il futuro, che scatena ansia e incertezza nella vita dei pazienti e nei loro familiari per l’imprevedibilità della malattia stessa e per la paura “del prossimo attacco”.
“Il colloquio” racconta una storia di vita quotidiana: Francesca, la protagonista, deve affrontare un colloquio di lavoro e nel rispondere ad alcune domande ripensa ai momenti più preziosi trascorsi insieme al nonno Roberto, anch’egli malato di angioedema ereditario. Grazie ai ricordi e agli insegnamenti del passato, Francesca trova la forza per decidere del suo futuro. Un dialogo a due, Francesca con il nonno, un susseguirsi di metafore, un linguaggio delicato, evocativo ed empatico, sono gli elementi che caratterizzano il cortometraggio e che permettono di infondere nel pubblico un messaggio positivo e di speranza. Attraverso la narrazione si percepisce come il ricordo del nonno darà’ la forza a Francesca per affrontare i suoi timori e trovare il coraggio di cambiare rotta e “navigare” verso nuove mete rese oggi raggiungibili grazie ai progressi della ricerca scientifica.
“L’angioedema ereditario è una malattia subdola, gli attacchi possono verificarsi in qualunque momento e possono interessare qualsiasi distretto del corpo, senza dare preavviso, se non in rari casi – afferma Pietro Mantovano – Presidente dall’ AAEE (Associazione volontaria per l’Angioedema Ereditario ed altre forme rare di angioedema), parlando a nome dei pazienti affetti da HAE -. La divulgazione è imprescindibile per migliorare la diagnosi, la nostra Associazione è impegnata da sempre per aumentare la conoscenza e la consapevolezza su questa patologia rara. Ridurre i tempi di diagnosi e garantire un adeguato accesso alle più recenti terapie per tutti i pazienti sono le nostre priorità. Siamo convinti che iniziative come queste permettano di mantenere alta l’attenzione sulla malattia e siano un aiuto concreto alle persone affette da angioedema ereditario”.
Il corto vuole quindi sensibilizzare il pubblico a comprendere i timori e le paure con cui i pazienti devono convivere ogni giorno, ma vuole anche essere un messaggio di speranza e fiducia perchè la ricerca ha fatto passi di gigante che consentono ai pazienti di vivere pienamente, fare progetti e accettare nuove sfide impensabili fino a poco tempo fa. Un messaggio di fiducia che vuole sensibilizzare tutti a una maggiore attenzione nei confronti di una condizione che colpisce profondamente chi ne è affetto, nel corpo e nella psiche.
“Siamo orgogliosi di aver collaborato con Save the Cut alla realizzazione de “Il Colloquio”, un cortometraggio che evidenzia come i progressi nella ricerca permettano ai pazienti di affrontare al meglio la quotidianità e di guardare al futuro con maggior fiducia – ha affermato Simone Tiburzi, VP e General Manager di BioCryst Italia -. Aver supportato lo sviluppo di questo cortometraggio, aumentare l’attenzione sull’angioedema ereditario ha per noi un valore importante. Siamo fiduciosi che la storia di Francesca possa essere la storia di tante persone che convivono con l’angioedema. Con “Il Colloquio” vogliamo parlare con un tono nuovo della malattia e ci auspichiamo di favorire uno scambio profondo tra chi convive con la patologia, i familiari e coloro che invece non la conoscono, perchè il nostro impegno va oltre la ricerca di soluzioni terapeutiche innovative”, ha concluso Tiburzi.
Per vedere il trailer de “Il Colloquio”: https://www.genhae.it/
Con la presentazione durante la 81^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nell’ambito del Premio “Son of a Pitch Award” si apre la distribuzione del cortometraggio. “Il Colloquio” verrà proposto per la selezione di altri importanti Festival cinematografici.

– foto xa7/Italpress –

Attualità

G7 Cultura, Giuli “Coalizione per ricostruire il patrimonio ucraino”

“E’ importante aver trovato un accordo pieno per il sostegno della cultura ucraina, a cui abbiamo riservato una particolare attenzione. Abbiamo voluto con noi il nuovo ministro della cultura Tochytskyi, in occasione della sua prima visita all’estero proprio per aprire i lavori, per evidenziare che la difesa dell’identità culturale ucraina è una sfida condivisa da noi tutti e c’è stata concorde unanime su questa iniziativa”. Lo ha detto il ministro della Cultura Alessandro Giuli, al Palazzo Reale di Napoli, alla conferenza stampa di chiusura del G7 Cultura.

“Ci siamo visti con lui (Tochytskyi, ndr) – ha proseguito Giuli – a margine per concordare un percorso che parte da Napoli e ci vedrà guidare una coalizione internazionale a sostegno della ricostruzione del patrimonio culturale ucraino. Lavoreremo insieme al vicepremier e ministro degli Esteri Tajani – ha aggiunto il ministro della Cultura – perchè la conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina di giugno del 2025 che il governo italiano ospiterà a Roma coordini e rafforzi i programmi e le iniziative d’intervento di tutti i partner, a cominciare dai G7. Sono stato personalmente invitato a Odessa, dove già sono stato in qualità di presidente del Maxxi, e tornerò convintamente per verificare la situazione e quello che è necessario fare per gli amici ucraini e condividere con loro tanto il rischio quanto la speranza”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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Attualità

Dove si trova la casa più isolata del mondo?

L’idea di fuggire verso un luogo isolato è un desiderio comune per molti. A Elliðaey, un’isola nell’Atlantico al largo delle coste islandesi, c’è una casa che sembra incarnare questo sogno, costruita negli anni ’50.

L’isola stessa è di origine vulcanica e fa parte dell’arcipelago delle Vestmann, situato al largo della costa meridionale dell’Islanda. Fino agli anni ’30, Elliðaey era abitata da famiglie di pastori, ma le condizioni climatiche avverse hanno spinto gradualmente le persone a abbandonare l’area.

Nel 1953 è stata eretta sull’isola un’unica casa, concepita per ospitare i cacciatori di pulcinella di mare, una specie di pinguino che vive nelle vicinanze e ora è a rischio di estinzione. Tuttavia, questa casa solitaria ha generato molte leggende e storie. Alcuni ritengono che sia una creazione grafica e non esista realmente, mentre altri la vedono come il rifugio di un miliardario in caso di apocalisse zombie. Altri ancora credono che Björk, la famosa cantante islandese, abbia vissuto lì per un periodo, ma questa voce è stata smentita.

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La casa, priva di acqua ed elettricità, è utilizzata come rifugio stagionale per cacciatori, biologi o pescatori in difficoltà. Per raggiungerla, i visitatori devono arrampicarsi sulla scogliera dopo essere approdati sulla costa. Nonostante le difficoltà di accesso, la casa è confortevole, con arredi trasportati a mano e una sauna alimentata con acqua piovana.

All’interno, sembra un accogliente cottage, con rivestimenti in legno alle pareti e arredi comodi. Una stufa a legna riscalda l’ambiente, mentre una sauna nordica offre un tocco di relax unico. Il terrazzo permette di godere del paesaggio circostante, creando un’oasi di tranquillità e bellezza naturale.

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Il video virale su tik tok: il pitbull più triste del mondo

Katie Kramer e suo marito Cole, una coppia di Phoenix, Arizona, hanno preso la decisione di ampliare la loro famiglia adottando un cane. Si sono recati in un rifugio per animali in città e hanno scelto di dare una nuova possibilità di vita a un pitbull che li ha commossi appena lo hanno visto. Il cane, trovato in una gabbia del canile, aveva uno sguardo così triste che Katie e Cole non hanno esitato a portarlo con loro. Katie, infermiera, ha condiviso tutta l’esperienza in un video su TikTok che ha raggiunto più di un milione di visualizzazioni.

La didascalia del video recita: “Abbiamo trovato il cane più triste del rifugio e lo portiamo a casa per dargli la vita che merita”. Nel filmato si vede il pitbull con uno sguardo triste e sconsolato, ma ignaro che la sua vita sta per cambiare. Katie e Cole registrano anche il viaggio in macchina con il nuovo cane, che inizialmente è agitato ma poi si tranquillizza capendo di essere stato adottato da una famiglia che lo amerà per sempre. “Abbiamo anche condiviso un cheeseburger con lui mentre tornavamo a casa”, racconta Katie. Nel video si vede anche il cane giocare con un giocattolo verde e farsi coccolare da Cole.

Il video ha suscitato una grande reazione sui social media, con oltre un milione di visualizzazioni e numerosi like e commenti. Molti utenti si sono commossi davanti al gesto di bontà della coppia, sottolineando l’importanza di proteggere gli animali. Alcuni commenti hanno espresso ammirazione per l’atto altruistico di Katie e Cole, definendolo un gesto di grande bellezza.

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