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Campania

Talanico (CE) | Proseguono le ricerche delle due persone disperse a seguito della frana

In seguito alla frana avvenuta martedì 27 agosto, il comune di San Felice a Cancello, nella frazione di Talanico, è ancora al centro delle ricerche disperate dei Vigili del Fuoco per ritrovare due persone scomparse. La calamità naturale, scatenata da un violento nubifragio, ha causato una colata di fango e detriti che ha travolto l’area, mettendo a rischio la vita di molti abitanti.

Fin dalle prime ore dopo l’incidente, le operazioni di soccorso si sono concentrate sul rintracciare una madre e suo figlio, che si trovavano su un’Apecar al momento della frana. Il mezzo, trovato nelle ore immediatamente successive all’alluvione, è stato trascinato per centinaia di metri dalla furia dell’acqua e del fango. Da quel momento, nonostante gli sforzi incessanti delle squadre di soccorso, di loro non si è trovata ancora traccia.

Le ricerche sono proseguite ininterrottamente, guidate sul posto dal Comandante dei Vigili del Fuoco di Caserta, Paolo Massimi. Le squadre di soccorso stanno impiegando tutte le risorse disponibili: dall’uso di cani molecolari per rilevare eventuali tracce delle persone disperse, all’impiego di droni per monitorare dall’alto le aree più difficili da raggiungere.

In particolare, l’attenzione si è concentrata su un canalone adiacente alla frazione, scendendo dalla collina, dove il fango ha portato con sé ogni cosa sul suo cammino. Qui è stato trovato anche il tre ruote su cui viaggiavano madre e figlio, vicino a un ponticello nel cuore del paese.

Oltre ai metodi di ricerca tradizionali, i Vigili del Fuoco stanno utilizzando anche gommoni e sommozzatori per esplorare i laghetti profondi creati dall’acqua, nella speranza di trovare indizi che possano portare al ritrovamento dei dispersi. Nel frattempo, è in corso anche lo svuotamento di una delle vasche di contenimento costruite sulla collina per prevenire inondazioni future. Questi bacini, progettati per limitare i danni in caso di piogge torrenziali, si sono rapidamente riempiti a seguito della frana, rappresentando un ulteriore ostacolo per le operazioni di ricerca.

L’intera comunità è in attesa, col fiato sospeso, di notizie che possano mettere fine a questa angoscia. I soccorritori continuano a lavorare senza sosta, spinti dalla speranza di riuscire a trovare i dispersi al più presto e di portare un po’ di sollievo a una comunità colpita così duramente dalla forza della natura.

Campania

Giugliano in Campania | 4 misure cautelari per associazione di tipo mafioso

I Carabinieri della Compagnia di Giugliano hanno arrestato quattro persone in un’operazione contro la criminalità organizzata, in particolare contro il clan Mallardo, attivo nel territorio di Giugliano in Campania. L’operazione è stata effettuata in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

I soggetti arrestati sono accusati di associazione di tipo mafioso e di tentate estorsioni aggravate, mirate a intimidire imprenditori per garantirsi pagamenti illeciti, consentendo loro di continuare a operare senza subire ritorsioni.

È importante notare che il provvedimento è una misura cautelare nell’ambito delle indagini preliminari. Gli arrestati sono considerati presunti innocenti fino a una eventuale condanna definitiva e hanno la possibilità di impugnare l’ordinanza.

Questa operazione sottolinea l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare le attività mafiose e tutelare la legalità e la sicurezza economica nella regione, sostenendo le imprese oneste e riducendo l’influenza delle organizzazioni criminali sul territorio.

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Campania

Scampitella (AV) | Violazione del divieto di avvicinamento in luogo a lui interdetto, arrestato

I Carabinieri della Compagnia di Ariano Irpino hanno recentemente effettuato un arresto a Scampitella, portando in manette un uomo di 52 anni per violazione di un provvedimento giudiziario. L’individuo era sottoposto a un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, un’ordinanza emessa dal Tribunale di Benevento.

Durante un servizio di pattuglia, i militari hanno individuato e fermato l’uomo nei pressi di uno dei luoghi a lui interdetti. La sua presenza nella zona è stata considerata una violazione del provvedimento in vigore, che gli vietava di avvicinarsi a determinati luoghi legati alla persona protetta.

L’arresto, avvenuto in flagranza di reato, ha messo in evidenza la vigilanza delle forze dell’ordine nel garantire il rispetto delle misure di protezione imposte dai tribunali. L’uomo, già noto alle Forze dell’Ordine, è stato trattenuto in attesa di ulteriori sviluppi del caso.

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Campania

Napoli | Subiva angherie da parte del figlio e del genero e chiede alla camorra di ucciderli, 12 arresti

Un’inquietante vicenda di intimidazioni e richieste di omicidio è emersa dall’ultima inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Napoli, condotta in collaborazione con il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Castello di Cisterna. L’operazione, che ha portato all’arresto di dodici persone e all’imposizione di obblighi di presentazione per altre tredici, ha rivelato l’oscuro intreccio tra criminalità organizzata e violenze domestiche.

L’indagine ha portato alla luce un episodio scioccante risalente al 20 giugno 2022. In quell’occasione, un uomo, oppresso dai maltrattamenti del figlio e del genero, si è rivolto al clan Fabbrocino chiedendo aiuto per risolvere la sua situazione in modo estremo. Secondo quanto emerso dalle intercettazioni, l’uomo ha richiesto aiuto al clan per far sparire i due familiari che lo tormentavano, avanzando una richiesta di omicidio con distruzione dei corpi.

Il clan, tuttavia, ha risposto con una sorprendente dose di moderazione. I membri della camorra hanno rassicurato l’uomo che avrebbero parlato con i familiari e che non avrebbero preso misure estreme. L’episodio è stato trattato come un caso di estorsione e intimidazione da parte del clan, che si presentava come un “sportello d’ascolto” per i problemi dei cittadini.

Tra gli arrestati c’è anche Biagio Bifulco, presunto capo della famiglia Fabbrocino di Palma Campania, che avrebbe continuato a gestire gli affari del clan anche mentre era detenuto. Le indagini hanno rivelato che, durante la sua detenzione, Bifulco riceveva tangenti di 4.000 euro al mese da un imprenditore, in cambio di favori e imposizioni per l’uso di una società di autotrasporti.

Questa operazione dimostra come il clan Fabbrocino gestisse le proprie attività illecite con una strategia ben organizzata, estorcendo denaro e imponendo il proprio controllo anche nei settori economici legittimi. L’inchiesta mette in luce non solo la crudeltà e la violenza della camorra, ma anche la complessità delle sue operazioni e il grado di infiltrazione nelle attività commerciali locali.

Le misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari di Napoli, Leda Rossetti, sono il risultato di un’accurata indagine che ha svelato il vero volto della criminalità organizzata nella regione. Il procedimento continua e le persone coinvolte sono considerate non colpevoli fino alla definitiva pronuncia di condanna.

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