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Cronaca

Cagliari | Trasformato chiosco-bar in discoteca, chiuso locale

Il titolare del chiosco-bar al Poetto aveva trasformato il locale in una vera e propria discoteca sulla spiaggia, ma quando la polizia è intervenuta, ha scoperto circa 300 persone intenti a ballare e ha anche accertato la vendita di alcolici a dei minorenni.

Questi comportamenti hanno portato il questore di Cagliari a emettere un ordine di chiusura di 20 giorni nei confronti del titolare del Colibrì, situato sul litorale di Quartu. Il controllo è avvenuto domenica 19 maggio.

Gli agenti della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Cagliari, insieme alla polizia locale, hanno ispezionato diversi locali lungo il litorale quartese, riscontrando le violazioni al Colibrì. Secondo quanto spiegato dalla Questura, tutti gli esercizi pubblici della zona sono autorizzati esclusivamente alla somministrazione di cibi e bevande, con la musica come sottofondo marginale durante l’attività di somministrazione.

Nel caso del Colibrì, la musica era ad alto volume e i circa 300 clienti partecipavano a una serata da discoteca, animata da tre DJ, nonostante il locale non avesse le certificazioni di agibilità necessarie che attestano la solidità, la sicurezza e l’igiene dei locali e degli impianti, fondamentali per la sicurezza dei clienti e del personale.

Cronaca

Udine e Treviso | Arrestati due giovani per truffa pluriaggravata a danno di anziani

Nella serata di giovedì 19 settembre, la Polizia di Stato di Udine ha arrestato un 19enne italiano per truffa pluriaggravata ai danni di un anziano udinese. Le forze dell’ordine, impegnate in un servizio di osservazione, avevano notato due giovani muoversi in modo sospetto in città, seguendo indicazioni telefoniche. Uno dei due si è introdotto in una palazzina in via Del Pioppo, mentre l’altro si è allontanato a bordo di un taxi.

Il 19enne, fermato subito dopo, è stato trovato in possesso di 1100 euro, somma che non ha saputo giustificare, essendo privo di lavoro. Successivamente, gli agenti hanno rintracciato la vittima, un anziano di 89 anni, truffato con una telefonata da un finto “Maresciallo” che lo aveva convinto a consegnare il denaro per “liberare” la moglie coinvolta in un falso incidente. Il giovane è stato arrestato e trasferito in carcere.

Parallelamente, il complice, un minorenne, è stato fermato a Treviso dopo aver tentato di fuggire in treno. In possesso di 500 euro e numerosi monili d’oro, era stato anch’egli coinvolto in una truffa simile ai danni di un’anziana di 87 anni a Udine. È stato inoltre collegato a un’ulteriore truffa commessa a Trieste il giorno precedente, in cui aveva sottratto gioielli preziosi a una donna di 84 anni.

Il denaro e i beni recuperati sono stati restituiti alle vittime. La Polizia di Stato raccomanda particolare attenzione agli anziani e ai loro familiari, invitando a denunciare subito qualsiasi telefonata sospetta o visita di estranei.

Consigli utili della Polizia di Stato:

  1. Se ricevete una telefonata che richiede denaro per liberare un parente, interrompete la comunicazione: è una truffa.
  2. Non aprite la porta a sconosciuti, anche se si spacciano per agenti o funzionari pubblici.
  3. Non date soldi a sconosciuti e non riponete mai denaro o gioielli dove indicato da presunti funzionari.
  4. Tenete a portata di mano i numeri di pubblica utilità e chiamate il 112 in caso di dubbi o sospetti.

Il coinvolgimento dei vicini e dei familiari può aiutare a prevenire truffe simili.

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Calabria

‘Ndrangheta | Operazione “Factotum”: GdF di Torino arresta 6 persone

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino, con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma, hanno eseguito un’operazione su mandato della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Torino, arrestando 6 persone sospettate di reati legati all’associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, ricettazione e detenzione illegale di armi. L’operazione si è svolta a Torino e provincia.

Le indagini, condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino, hanno coinvolto complesse attività di polizia giudiziaria, tra cui intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché operazioni di pedinamento. Queste investigazioni hanno origine da precedenti operazioni (“Carminius” e “Fenice”) che, nel 2019, avevano smantellato una cellula della ‘ndrangheta calabrese operativa nel Torinese.

Le indagini hanno rivelato l’esistenza di una rete mafiosa radicata nella provincia di Torino, in particolare nell’area di Carmagnola, che esercitava il controllo su attività economiche nei settori dell’edilizia, immobiliare, trasporti e ristorazione. Questo controllo avveniva attraverso pratiche illecite, come l’intimidazione, l’intermediazione di manodopera e l’estorsione.

Tra i soggetti coinvolti, un individuo, già noto per il suo coinvolgimento nel processo “Minotauro”, emerge come figura centrale nell’organizzazione criminale. Questo individuo è accusato di aver favorito e partecipato a incontri tra diverse cellule della ‘ndrangheta, promuovendo alleanze e spartizioni territoriali, oltre a regolare i rapporti tra gli affiliati. Ha inoltre supervisionato le attività criminali nel settore edile e garantito il sostegno finanziario per le spese legali dei membri dell’organizzazione.

Due altri indagati sono accusati di aver fornito “protezione” a imprenditori locali coinvolti in controversie, chiedendo in cambio somme di denaro destinate ai membri del gruppo mafioso. Un altro membro del sodalizio, affiliato alla ‘ndrangheta sin dal 2003, è stato coinvolto nella gestione delle comunicazioni interne del gruppo e nella manipolazione di testimonianze in un processo legato a crimini di matrice mafiosa. In un caso, ha costretto una vittima a consegnargli beni preziosi del valore di circa 20.000 euro.

Tra i fermati c’è anche un individuo attualmente detenuto per precedenti legami con la ‘ndrangheta piemontese. Questo soggetto è accusato di aver fornito assistenza logistica e finanziaria a Pasquale Bonavota, latitante e figura di spicco della cosca vibonese.

La Direzione Distrettuale Antimafia ha disposto i fermi per i sospetti, ravvisando gravi indizi di colpevolezza e il rischio di fuga o di reiterazione delle attività criminali. L’operazione conferma l’impegno della Guardia di Finanza nel contrastare la criminalità organizzata e proteggere il tessuto economico legale.

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Cronaca

Trieste | Polizia in azione contro guida sotto l’influenza di droghe e alcol: controlli straordinari

Nel fine settimana del 21 settembre, la Polizia di Stato ha intensificato i controlli contro la guida sotto l’influenza di alcol e droghe, con un’operazione straordinaria organizzata dal Compartimento Polizia Stradale di Trieste. L’obiettivo principale dell’iniziativa è stato quello di contrastare il pericoloso fenomeno della guida sotto l’effetto di sostanze psicoattive, con gravi rischi per la sicurezza stradale.

Durante la serata, le pattuglie della Polizia Stradale, coadiuvate da un laboratorio forense mobile in grado di analizzare campioni biologici, hanno effettuato controlli su numerosi conducenti. Dopo un primo test etilometrico, i guidatori sono stati sottoposti a un prelievo salivare per verificare la presenza di sostanze stupefacenti come oppiacei, cannabinoidi, cocaina, anfetamine e benzodiazepine. I campioni sono stati analizzati con strumenti avanzati, tra cui la tecnica LC-Massa, un esame di secondo livello che garantisce la massima precisione nella diagnosi.

Esito dei controlli:

  • 53 conducenti controllati.
  • 3 casi di positività ai cannabinoidi, di cui 2 guidatori in stato di alterazione deferiti all’Autorità Giudiziaria per violazione dell’art. 187 del Codice della Strada (guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti).
  • 3 sanzioni per guida in stato di ebbrezza (art. 186 del Codice della Strada).
  • 1 veicolo sequestrato per confisca.
  • 5 patenti ritirate e 60 punti decurtati complessivamente.

Inoltre, lungo l’autostrada A4, una pattuglia ha fermato un veicolo immatricolato in uno Stato dell’Unione Europea, scoprendo che la patente del conducente e i tagliandi della revisione erano falsi. Il conducente è stato denunciato per uso di documenti falsi e guida senza patente, con fermo immediato del veicolo.

L’operazione ha visto impegnate quattro pattuglie della Polizia Stradale, con il supporto di personale medico e tecnico della Società Autostradale Alto Adriatico. La Polizia di Stato ha sottolineato l’importanza di questi controlli, volti a sensibilizzare i cittadini sui rischi di comportamenti avventati alla guida.

I controlli continueranno anche in futuro per garantire la sicurezza sulle strade, non solo in autostrada ma anche sulle vie ordinarie.

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