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Calabria

Vibo Valentia | ‘Ndrangheta: L’ex senatore aveva una “talpa” nell’arma

Un altro canale informativo utilizzato da Giancarlo Pittelli sarebbe stato il tenente colonnello dei Carabinieri Giorgio Naselli, condannato a 2 anni e 2 mesi di reclusione per rivelazione del segreto istruttorio. Naselli, ex comandante del Reparto operativo di Catanzaro e all’epoca dei fatti comandante provinciale a Teramo, era stato arrestato nel blitz Rinascita Scott del 19 dicembre 2019 con le accuse di utilizzazione di segreto di ufficio e abuso di ufficio, aggravate dalla finalità di agevolare un’associazione mafiosa, accusa poi esclusa dalla Cassazione.

Al centro della vicenda c’è la richiesta dell’avvocato Pittelli a Naselli di interessarsi della pratica di una società sottoposta a verifica dalla Prefettura di Teramo, città dove Naselli guidava il comando provinciale dei Carabinieri. Durante il processo è emerso che Naselli teneva regolarmente informato Pittelli sull’andamento delle riunioni del Gruppo Interforze. Secondo i giudici, la condotta di Naselli consisteva nel rivelare non solo dati informativi già noti all’interlocutore, ma soprattutto le valutazioni effettuate dal consesso competente per adottare la decisione finale.

Dall’esame del materiale istruttorio è emerso chiaramente come Naselli comunicasse a Pittelli l’andamento delle riunioni del Gruppo Interforze, specificando in alcuni casi anche gli elementi valutati con maggiore rigore dai componenti del gruppo. Inoltre, Naselli forniva tali informazioni a Pittelli, che non era legittimato a conoscere l’andamento del procedimento amministrativo presso la Prefettura di Teramo, non avendo alcuna posizione o incarico formale in relazione a tale procedimento. Il Tribunale di Vibo ha definito questa rivelazione di notizie coperte come “sistematica”, sottolineando che lo stesso Naselli avrebbe comunicato a Pittelli l’esito sfavorevole del procedimento con oltre una settimana di anticipo rispetto all’adozione formale del provvedimento.

Calabria

Tentata Violenza a Montalto Uffugo (CS): Arrestato Pensionato di 74 Anni

Un pensionato di 74 anni è stato arrestato a Montalto Uffugo con l’accusa di aggressione e tentata violenza sessuale ai danni di una donna ucraina, rifugiata di guerra. L’arresto è avvenuto nella tarda serata di ieri grazie all’intervento dei carabinieri della stazione cittadina, guidati dal maresciallo Giuseppe Motta.

Le indagini sono state avviate in seguito alla denuncia della vittima, che ha fornito un racconto dettagliato degli eventi. Secondo quanto emerso dagli accertamenti investigativi, il 17 giugno scorso la donna sarebbe stata prima aggredita fisicamente e poi bloccata nel tentativo di abusare sessualmente di lei. Durante l’aggressione, l’uomo avrebbe provocato alla vittima ferite al collo e alla spalla, costringendola a subire atti sessuali.

L’uomo, identificato con le iniziali E. P., è stato posto agli arresti domiciliari con l’ausilio di un braccialetto elettronico. Le autorità continuano a indagare sul caso per confermare tutte le circostanze e assicurare che giustizia venga fatta.

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Attualità

Calabria | Piena e violenta attività dello Stromboli, allertati anche gli ospedali di Vibo Valentia e Reggio Calabria

Il sindaco di Lipari, Riccardo Gullo, ha emesso un’ordinanza che impone diversi divieti a causa dell’attività intensa e violenta dello Stromboli. È stato vietato scalare il vulcano e avvicinarsi alle spiagge durante le ore notturne. È stato anche proibito l’approdo delle imbarcazioni turistiche non di linea che effettuano escursioni giornaliere, così come la sosta e l’ancoraggio vicino alla costa.

Per precauzione, sono stati allertati i servizi sanitari e ospedalieri nella città metropolitana di Messina, così come i sindaci dei Comuni costieri e le prefetture di Palermo, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Salerno. Attualmente, il Comitato operativo nazionale è riunito per monitorare gli sviluppi dell’emergenza. Sull’isola, la Guardia Costiera ha dispiegato motovedette, navi e mezzi aerei, mentre il numero dei vigili del fuoco è stato raddoppiato.

La Protezione Civile ha annunciato che sta verificando tutti i materiali, mezzi, risorse sanitarie, personale e basi logistiche, oltre a pianificare l’assistenza ai soggetti vulnerabili per garantire la piena prontezza operativa in caso di ulteriori sviluppi critici.

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Calabria

Lamezia Terme (CZ) | Omicidio avvocato Pagliuso, confermato ergastolo per Luciano Scalise

La Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi presentati dai legali di Luciano Scalise, Pino Scalise, Vincenzo Maria Domanico e Andrea Scalzo riguardo alla sentenza di secondo grado relativa all’omicidio dell’avvocato Francesco Pagliuso. Al contrario, ha accolto parzialmente il ricorso presentato da Angelo Rotella. Di conseguenza, le pene inflitte lo scorso giugno dalla Corte d’Appello di Catanzaro sono diventate definitive per i primi quattro imputati: ergastolo per Luciano Scalise, 23 anni e 10 mesi di reclusione per Pino Scalise, 6 anni e 8 mesi per Domanico e 7 anni per Scalzo. Per quanto riguarda Rotella, la Corte Suprema ha annullato parzialmente la condanna di 8 anni e 4 mesi, rinviando il caso ai giudici di secondo grado di Catanzaro.

Nel corso del lungo processo derivato dall’omicidio dell’avvocato avvenuto nella notte tra il 9 e il 10 agosto 2016, che ha visto imputati padre e figlio Pino e Luciano Scalise, tra gli altri, hanno difeso gli avvocati: Canzoniere, Chiodo, Vianello Accorretti, Larussa, Galati, Nimpo, Gigliotti, Mendicino, Penna. Le parti civili sono state rappresentate dagli avvocati Ferraro, Zofrea, Galeota, Staiano, Candido, Pietro e Gianfranco Agapito, Raimondi. Recentemente è stata emessa la sentenza di secondo grado per Marco Gallo, riconosciuto come l’autore materiale dell’omicidio, confermando l’ergastolo e includendo l’aggravante mafiosa precedentemente esclusa nella sentenza di primo grado.

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