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Campania

Castel Volturno (CE) | Canoni non pagati, sequestro a società Marina di Castello Spa

La società Marina di Castello Spa, proprietaria di importanti immobili a Castel Volturno (Caserta), tra cui l’Hotel Resort Marina di Castello, il Centro sportivo utilizzato dal Napoli Calcio e il campo da golf adiacente, è accusata di non aver corrisposto al Comune i canoni concessori né le somme previste come addizionali da versare alla Regione, dal 2012 fino ad oggi. Questo mancato pagamento avrebbe causato un danno erariale stimato in quasi sei milioni di euro (5.972.040,98).

La Procura Regionale della Campania della Corte dei Conti, tramite i pubblici ministeri Braghò e Vitale, ha ottenuto il sequestro conservativo di somme liquide e beni immobili della società, pari al presunto danno accertato. Questo sequestro è stato confermato da un giudice designato della medesima sezione con un’ordinanza del due maggio scorso. A condurre le indagini e ad apporre i sigilli è stata la Guardia di Finanza di Caserta (Compagnia di Mondragone), anche senza alcuna denuncia o segnalazione pervenuta dal Comune, che avrebbe avuto interesse a riscuotere i canoni.

I finanzieri di Mondragone hanno esaminato attentamente la documentazione relativa alle concessioni demaniali rilasciate dal Comune di Castel Volturno alla società Marina di Castello Spa, appartenente al gruppo imprenditoriale Coppola, e precedentemente guidata da Cristiana Coppola, ex presidente di Confindustria Campania. Attualmente, il rappresentante legale della società è Armando Marino. Dalle indagini è emerso che la società non avrebbe corrisposto i canoni nonostante avesse stipulato un accordo di programma nel 2003, che prevedeva il pagamento agevolato di un canone pari al 10% del canone tabellare, in virtù dell’implementazione del campo da golf e la creazione di un’area protetta per l’attività di bird watching. Tuttavia, la società avrebbe utilizzato l’area per scopi privati, causando un danno al Comune e alla Regione di sei milioni di euro.

Campania

Caserta | Carabinieri Sequestrano oltre 135.000 ordigni esplosivi, quattro arresti

In una mirata operazione notturna, i Carabinieri della Compagnia di Capua hanno scoperto e bloccato un’attività illegale di produzione e confezionamento di ordigni esplosivi in un immobile in costruzione di tre livelli, situato nell’agro del Comune di Francolise (CE). Quattro persone sono state arrestate: un 47enne di Calvizzano (NA), un 42enne di Sparanise (CE) e due donne nigeriane, una di 38 anni e una di 35 anni, entrambe residenti a Castel Volturno (CE).

Durante l’operazione, i militari hanno rinvenuto e sequestrato oltre 135.000 ordigni esplosivi e polveri da sparo per un peso complessivo di oltre 8.000 kg. Il valore commerciale stimato del materiale sequestrato supera i 2 milioni di euro. Gli esplosivi, tutti di tipo improvvisato e privi di qualsiasi autorizzazione, erano assemblati senza alcuna misura di sicurezza individuale o antincendio, aumentando notevolmente il rischio di incidenti.

Le attività di fabbricazione e manipolazione degli ordigni avvenivano su banchi di fortuna, con il caricamento dei cilindri eseguito tramite il riempimento manuale, causando la disseminazione di componenti esplosivi sul pavimento. Tra i materiali rinvenuti figurano sostanze estremamente pericolose come tritolo, T4 e pentrite, capaci di produrre potenti esplosioni con effetti distruttivi elevatissimi.

Data la pericolosità del materiale sequestrato, si è reso necessario l’intervento del Nucleo Artificieri Antisabotaggio di Napoli. Gli specialisti hanno proceduto con cautela alla catalogazione e al sequestro degli ordigni esplosivi.

Le quattro persone arrestate sono accusate di detenzione illegale di esplosivi e sono ora a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente. Il sito è stato messo in sicurezza e rimarrà sotto sorveglianza dei Carabinieri fino al completamento delle operazioni di catalogazione e al trasferimento del materiale in un luogo sicuro.

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Campania

Caserta | Costringevano una ragazza alla prostituzione: Condannati due uomini

Nel corso di un’inchiesta scaturita dalla denuncia di una giovane nigeriana, si è giunta a una sentenza storica riguardante un caso di sfruttamento e violenza in Italia. La vittima, prima sottoposta al “rito juju” nel suo paese d’origine, è giunta in Italia con l’illusione di una nuova vita, solo per trovarsi presto costretta a prostituirsi su un marciapiede a Castel Volturno, provincia di Caserta.

Sonia Osazee e Sunday Ediorans sono stati identificati come i responsabili di questa brutale vicenda, accusati di riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione, violenza sessuale e tratta di esseri umani. La Corte d’Assise di Reggio Calabria ha emesso una sentenza severa: Sonia Osazee è stata condannata a 20 anni di carcere, mentre Sunday Ediorans a nove.

La storia della giovane è stata ricostruita nel corso del processo: arrivata in Italia nel 2016 con la speranza di studiare, è stata invece ingannata e costretta a vivere un incubo. Dopo aver denunciato nel 2020 gli abusi subiti, il processo ha portato alla luce le atrocità subite dalla ragazza, inclusi episodi di violenza e costrizione alla prostituzione.

Le motivazioni della sentenza verranno divulgate tra 90 giorni. La testimonianza della giovane ha contribuito a far luce su un caso di estrema gravità, mettendo in evidenza il lato oscuro della tratta di esseri umani in Europa.

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Campania

Napoli | Gratteri: “nonostante critiche, grazie a intercettazioni telefoniche trovato il bunker ‘milionario”

“Utilizzando le intercettazioni telefoniche, nonostante le critiche, la Polizia di Stato, i Carabinieri e la Guardia di Finanza hanno sequestrato 48 orologi dal valore di 5 milioni di euro e 4 milioni di euro in contanti”, ha dichiarato il procuratore di Napoli Nicola Gratteri durante una conferenza stampa convocata in seguito all’operazione congiunta sul clan Contini.

“Questi orologi da collezione, alcuni di valore inestimabile, sono per me una novità assoluta. Alcuni sono pezzi unici e abbiamo chiesto a esperti di valutarli.” Secondo quanto riferito, gli orologi e il denaro contante sono stati trovati in un bunker scoperto durante una perquisizione avvenuta ieri.

L’individuazione del bunker e la successiva incursione che ha portato al rinvenimento del tesoro, composto da orologi di lusso per oltre 5 milioni di euro, contanti per 4 milioni e oggetti d’oro, tra cui un accendino con le iniziali del boss, sono avvenute nella serata di ieri con il coinvolgimento anche dell’Esercito, tramite i Cacciatori di Calabria.

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