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Scienza e Salute

La Corsa e la Longevità: miglior medicina

La corsa e l’attività fisica non sono solo sport, ma vere e proprie medicine per la salute e la longevità. Il professor Francesco Landi, geriatra e docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore, è convinto che una routine di esercizio regolare possa allungare la vita e migliorare la qualità dell’esistenza. Promotore della Longevity Run, un evento annuale che sottolinea l’importanza di movimento e prevenzione, Landi afferma che praticare sport permette non solo di contrastare malattie cardiovascolari e metaboliche, ma anche di migliorare il sistema immunitario.

Secondo le sue ricerche, un ottantenne attivo può avere le stesse capacità fisiche di un cinquantenne sedentario, dimostrando che con il movimento si possono guadagnare anni di vitalità e autonomia. Landi sottolinea che la longevità non è un semplice dono genetico, ma si ottiene attraverso uno stile di vita attivo e sano. Questo messaggio è al centro della Longevity Run, che promuove l’idea che ognuno debba “correre” verso una vita più lunga, non semplicemente aspettare che accada.

Il professor Landi consiglia di iniziare a correre fin da piccoli, ma chiarisce che è possibile avvicinarsi a questo sport a qualsiasi età, sempre con cautela e sotto la supervisione di un medico. La preparazione, la scelta dell’attrezzatura adeguata e la consulenza di professionisti della salute sono essenziali per evitare infortuni e ottenere i massimi benefici dall’attività fisica.

Inoltre, il geriatra mette in evidenza l’importanza dell’approccio psicologico alla corsa: deve essere vista come un momento di svago e piacere. Infine, per contrastare la sedentarietà, Landi sottolinea l’importanza di educare i giovani all’attività fisica, facendo dell’esercizio un’abitudine quotidiana.

Concludendo, il messaggio del professor Landi è chiaro: non è mai troppo tardi per iniziare a prendersi cura di sé stessi attraverso la corsa e l’attività fisica, elementi fondamentali per una vita sana e lunga.

Scienza e Salute

Alito pesante: come riconoscerlo e combatterlo

L’alito pesante è un problema che affligge circa il 30% degli adulti, influenzando le interazioni sociali e potenzialmente rivelando condizioni di salute più serie. Ma come possiamo riconoscere se il nostro alito è sgradevole e, soprattutto, come possiamo affrontare il problema?

I segnali dell’alito cattivo

Spesso ci si può rendere conto dell’alito pesante attraverso alcuni semplici gesti, come annusare il filo interdentale dopo l’uso o soffiare nel palmo della mano. Questi metodi possono dare un’idea immediata della freschezza del nostro alito. È importante sapere che la causa principale dell’alito cattivo è legata alla proliferazione di batteri, specialmente nella parte posteriore della lingua.

Rimedi efficaci

La prima regola per combattere l’alitosi è mantenere una buona igiene orale. Spazzolare i denti regolarmente e utilizzare il filo interdentale sono pratiche fondamentali. Inoltre, pulire la lingua con uno spazzolino o un puliscilingua aiuta a rimuovere i batteri responsabili dell’odore sgradevole.

Tra i rimedi casalinghi, gli sciacqui con acqua tiepida e foglie di menta si rivelano efficaci grazie alle loro proprietà antinfiammatorie e rinfrescanti. È importante, tuttavia, prestare attenzione ai collutori: alcuni possono alterare la flora batterica della bocca, mentre altri, come quelli a base di clorexidina, possono risultare utili se usati con cautela e sotto consiglio di un dentista.

Quando rivolgersi a uno specialista

È fondamentale non sottovalutare il problema dell’alito cattivo. Se persiste nonostante le buone pratiche di igiene, potrebbe essere sintomo di patologie più serie, come malattie del cavo orale o problemi gastrointestinali. Una visita dal dentista o da un gastroenterologo può aiutare a individuare eventuali cause sottostanti.

In conclusione, il primo passo per affrontare l’alito pesante è la consapevolezza: capire come riconoscerlo e adottare misure preventive è essenziale per garantire non solo freschezza al nostro alito, ma anche il benessere della nostra salute orale.

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Scienza e Salute

Mal d’Amore: Come i Medici dell’Antica Grecia Affrontavano la Sofferenza Emotiva

Nell’antichità, il mal d’amore non era un fenomeno sconosciuto, e i medici greci e romani avevano strategie per alleviare il dolore emotivo. Tra i più noti, il medico Galeno, attivo tra il II e il III secolo d.C., forniva ai suoi pazienti una serie di prescrizioni sorprendenti. Invece di limitarsi a prescrivere rimedi fisici, Galeno suggeriva attività come l’equitazione e i viaggi, per aiutare le persone a distogliere la mente dal dolore amoroso.

Queste pratiche rispecchiavano una visione olistica della salute, in cui il benessere emotivo e fisico era strettamente interconnesso. L’insonnia, spesso una conseguenza del cuore infranto, veniva affrontata attraverso l’immersione in nuove esperienze e interessi. Galeno raccontava di un caso particolare: una donna afflitta dall’amore per un ballerino, il cui stato d’animo influenzava la sua salute. Le sue emozioni la portavano a rifugiarsi nel letto, incapace di affrontare la realtà.

Ma non era solo Galeno a occuparsi di questo tema. Anche altri medici, come Caelius Aurelianus, riconoscevano la potenza dell’amore, sostenendo che poteva essere sia fonte di gioia che causa di follia. Le lettere d’amore di epoche passate testimoniano la passione e il dolore che accompagnavano le relazioni, con storie di persone che soffrivano per amori non corrisposti e conflitti coniugali simili a quelli dei giorni nostri.

Questi antichi approcci al mal d’amore ci ricordano che, sebbene il linguaggio e i contesti siano cambiati, le emozioni umane e le loro complessità rimangono costanti nel tempo. La storia dell’amore e del dolore ad esso associato è un capitolo fondamentale della nostra esistenza, un tema che ci unisce attraverso i secoli.

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Scienza e Salute

Cachi: Il Frutto dell’Autunno per il Benessere Visivo e Cardiovascolare

L’autunno porta con sé una varietà di frutti deliziosi e nutrienti, ma tra questi spicca il cachi, noto anche come diospiro o loto. Questo frutto, dal caratteristico colore arancione, non solo è un piacere per il palato, ma è anche un potente alleato per la salute. Il suo intenso color arancio è dovuto al betacarotene, un carotenoide che il nostro corpo trasforma in vitamina A, fondamentale per la protezione della vista, delle ossa, della pelle e del sistema immunitario.

I cachi, ricchi anche di vitamina C, contribuiscono al buon funzionamento delle difese naturali dell’organismo. Originari della Cina, questi frutti hanno trovato una diffusione significativa in Giappone e, più recentemente, in Italia, dove la loro coltivazione è particolarmente attiva in Emilia-Romagna e Campania. La raccolta avviene nei mesi di settembre, ottobre e novembre, periodo in cui il cachi raggiunge il suo massimo splendore e sapore.

Oltre alle vitamine, i cachi contengono importanti fitocomposti come la fisetina e le catechine. Questi composti fenolici sono oggetto di studi da parte dei ricercatori, in quanto sembrano avere effetti protettivi sul sistema cardiovascolare e potenzialmente nei confronti di alcuni tumori.

Un cachi grande circa 200 grammi fornisce circa 140 calorie, rendendolo un’alternativa dolce e sana a snack meno salutari. Ma non sono solo i frutti a essere benefici: le foglie del cachi, in infusione, possono contribuire alla prevenzione e al trattamento di condizioni come l’aterosclerosi cerebrale, il diabete e l’ipertensione, secondo recenti ricerche nella medicina tradizionale cinese.

Incorporare i cachi nella propria dieta non solo arricchisce i pasti con un sapore unico, ma offre anche una gamma di benefici nutrizionali che possono aiutare a mantenere il benessere durante i mesi autunnali.

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