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Cronaca

Enna | Misura cautelare nei confronti di esponenti delle famiglie mafiose di pietraperzia e regalbuto – VIDEO

Questa mattina, la Polizia di Stato ha completato l’operazione “LUA MATER”, eseguendo due ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. di Caltanissetta. L’operazione ha coinvolto membri delle famiglie mafiose di Pietraperzia e Regalbuto. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Caltanissetta, hanno portato al sequestro di due ingenti arsenali di armi pronte all’uso.

Nel corso delle indagini, che hanno visto la collaborazione del Servizio Centrale Operativo, della SISCO di Caltanissetta, della Squadra Mobile di Enna e del Commissariato di P.S. di Leonforte, sono stati rinvenuti e sequestrati:

  • 3 fucili mitragliatori Kalashnikov,
  • 8 fucili,
  • 9 pistole,
  • Munizionamento vario.

Le Indagini

La prima indagine, condotta dalla DDA di Caltanissetta e dalla SISCO di Caltanissetta, ha avuto come obiettivo la famiglia mafiosa di Pietraperzia. Durante le operazioni, è stata scoperta una parte considerevole dell’arsenale, con i soggetti indagati coinvolti nella sua manutenzione e custodia. Grazie a intercettazioni e perquisizioni, è emerso che B.L., già condannato per associazione mafiosa, e il suo figlio B.F., avevano nascosto armi in un terreno vicino alla loro proprietà. L’arsenale completo, comprendente 6 pistole, 5 fucili, 1 Kalashnikov e 1 mitragliatore, è stato recuperato dopo che gli indagati tentarono di spostarlo e interrarlo in un altro luogo.

La seconda indagine, condotta dalla Squadra Mobile di Enna e dal Commissariato di Leonforte, ha riguardato l’articolazione mafiosa di Regalbuto, guidata dal pregiudicato A.P.A., già condannato nell’operazione “Go Kart”. Durante le operazioni, è stato rinvenuto e sequestrato un arsenale in un magazzino di un bar a Regalbuto, gestito dal cugino di A.P.A., A.P.F. L’arsenale includeva un Kalashnikov, 3 fucili, 2 pistole semiautomatiche, un revolver e munizionamento vario.

Le indagini hanno rivelato i legami stretti tra i gruppi mafiosi di Enna e il clan Santapaola di Catania. Anche dopo il sequestro di marzo, è emerso che i mafiosi tentavano di ricostituire l’arsenale perduto. A.P.A., tornato in libertà, ha cercato di ristabilire i suoi rapporti e il controllo a Regalbuto e oltre.

Il Dispositivo della Polizia di Stato

Circa 180 operatori della Polizia di Stato hanno eseguito le misure cautelari, effettuando perquisizioni sugli indagati e in luoghi a loro associati per rinvenire ulteriori armi. Inoltre, sono state effettuate 8 ulteriori perquisizioni nei confronti di altri soggetti sospettati. L’operazione ha coinvolto anche le Squadre Mobili di Palermo, Catania, Ragusa, Agrigento, le S.I.S.C.O. di Palermo, Catania e Messina, il Reparto Volo di Palermo, i Reparti Prevenzione Crimine di Palermo e Catania, il Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica di Enna, il Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica di Catania, e le Unità Cinofile delle Questure di Palermo e Catania, nonché la Polizia di Frontiera di Catania.

Cronaca

Padova | Inseguimento: arrestato 39enne fuggito dal CPR di Gorizia

Questura di Padova

Un 39enne marocchino, già noto alle forze dell’ordine e irregolare sul territorio italiano, è stato arrestato giovedì 19 settembre dalla Squadra Mobile di Padova dopo un tentativo di fuga drammatico e violento. L’uomo, precedentemente evaso dal Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR) di Gradisca d’Isonzo, è tornato a Padova per minacciare l’ex compagna, nonostante su di lui pendesse il divieto di avvicinamento.

Gli agenti, durante un controllo, hanno individuato il fuggitivo a bordo di un’auto nel parcheggio di un supermercato, in compagnia della donna già vittima di precedenti aggressioni. Quando gli agenti si sono avvicinati per procedere all’identificazione, il 39enne ha reagito tentando di speronare l’auto della polizia e darsi alla fuga. Ne è scaturito un inseguimento per le strade della zona industriale, durante il quale l’uomo ha ripetutamente cercato di speronare le auto degli agenti.

Non riuscendo a sfuggire in auto, il fuggitivo ha tentato la fuga a piedi, ma è stato raggiunto dagli agenti che, nonostante la resistenza violenta, sono riusciti a bloccarlo. L’uomo ha opposto forte resistenza colpendo gli agenti con calci e pugni, causando ferite a tre poliziotti, refertati con prognosi variabili tra i 7 e i 12 giorni.

L’uomo, già noto per reati contro la persona e il patrimonio, era fuggito dal CPR di Gorizia pochi giorni prima, dopo un arresto legato a episodi di violenza contro l’ex compagna. Dopo l’udienza di convalida, il Giudice ha disposto il divieto di dimora a Padova e provincia, e il 39enne è stato trasferito nel CPR di Ponte Galeria a Roma per ulteriori misure di controllo.

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Cronaca

Padova | Chiuso temporaneamente un bar di via Beato Pellegrino: minore trovato a consumare alcolici

Questura di Padova

Un bar situato in via Beato Pellegrino a Padova è stato chiuso per 30 giorni su disposizione del Questore, in seguito a diverse irregolarità e problematiche emerse nel tempo. La sospensione della licenza è stata notificata dalle autorità competenti, in particolare dalla Squadra Amministrativa della Questura, con il supporto dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico.

Il provvedimento è scattato a seguito di un controllo avvenuto il 13 settembre, quando gli agenti hanno trovato un minore intento a bere una birra all’interno del locale. L’episodio ha sollevato gravi preoccupazioni, anche perché in passato il bar era già stato oggetto di altre verifiche che avevano portato alla scoperta di simili irregolarità. Già nel 2021, infatti, era stato accertato che il gestore aveva somministrato alcolici a minorenni.

Oltre all’episodio più recente, altri interventi delle forze dell’ordine, tra cui una lite notturna verificatasi lo scorso giugno, hanno evidenziato la presenza di frequentatori con precedenti penali, aumentando la percezione di insicurezza tra i residenti della zona. In particolare, sono stati identificati diversi individui con precedenti per reati legati alla droga e contro la persona e il patrimonio.

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Cronaca

Lecce | Maxi sequestro di merce contraffatta e pericolosa a Porto Cesareo

GdF Lecce

Le autorità della Guardia di Finanza di Lecce hanno recentemente effettuato un importante intervento volto alla lotta contro la contraffazione e alla protezione della sicurezza dei consumatori. Nel corso di una serie di controlli mirati lungo la costa di Porto Cesareo, le forze dell’ordine hanno sequestrato oltre 400 articoli, tra cui capi di abbigliamento, calzature e accessori di noti marchi, ritenuti falsi.

L’operazione, eseguita dai Baschi Verdi e dalla Tenenza di Porto Cesareo, si inserisce in una più ampia strategia di controllo economico del territorio, mirata a tutelare le aziende che operano legalmente e rispettano le normative di mercato. La merce sequestrata comprendeva marchi di alto profilo come Prada, Gucci, Nike e Louis Vuitton, tra gli altri.

Oltre al maxi sequestro, tre persone sono state denunciate per commercio di prodotti contraffatti e ricettazione. Parallelamente, nel centro di Lecce, sono stati ritirati dal commercio circa 4.000 articoli di bigiotteria privi dei requisiti di sicurezza, evidenziando così un’ulteriore attività di prevenzione contro la diffusione di prodotti potenzialmente pericolosi per i consumatori.

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