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Curiosità

SAI CHE…In Repubblica Ceca esiste una SPA che fa fare il bagno nella birra?

La Repubblica Ceca, patria di un’eccellente tradizione brassicola e di una cultura profondamente radicata nel consumo della birra, offre un’esperienza unica e bizzarra: i bagni di birra. Dopo il bagno nel vino in Giappone, è arrivata anche la versione ceca che promette di unire il piacere del relax all’ebbrezza dei benefici curativi.

La Repubblica Ceca è celebre per il suo elevato consumo pro capite di birra e per una cultura che celebra il malto e il luppolo con passione. Ma ora, la scienza e il marketing si sono incontrati per creare una nuova forma di benessere: immergersi in una vasca di birra per godere dei presunti benefici della bevanda. Le vasche, realizzate in legno di quercia, sono riempite con una miscela di birra, lievito, luppolo e torba.

Un’Esperienza Unica ma con Sano Cinismo

L’idea di fare il bagno in birra per depurare il corpo potrebbe sembrare più una trovata pubblicitaria che una vera e propria terapia. Certo, un bagno caldo è sempre rilassante, e abbinato a una birra artigianale, il relax è assicurato. Tuttavia, non aspettatevi miracoli: non è che uscirete dalla vasca ringiovaniti e con la pelle di porcellana.

I Presunti Benefici della Birra

La birra ha effettivamente alcune proprietà che, se consumata con moderazione, possono essere benefiche:

  • Antiossidanti: I polifenoli presenti nella birra aiutano a combattere i radicali liberi e a prevenire l’invecchiamento cellulare.
  • Salute Cardiovascolare: Può aumentare il colesterolo HDL (“buono”) e ridurre il rischio di coaguli di sangue.
  • Ossa: Il silicio nella birra può contribuire a rafforzare le ossa e ridurre il rischio di osteoporosi.
  • Digestione: Le fibre contenute nella birra possono migliorare la digestione e la salute intestinale.
  • Diabete: Può migliorare la sensibilità all’insulina e ridurre il rischio di diabete di tipo 2.

Tuttavia, è fondamentale sottolineare che questi benefici sono legati a un consumo moderato di birra. Eccessi possono avere effetti negativi sulla salute.

Dove Provare i Bagni di Birra

I bagni di birra sono diventati una curiosità popolare nelle località termali della Repubblica Ceca:

  • Karlovy Vary: La città termale più rinomata, dove è possibile trovare i bagni di birra originali.
  • Chodová Planá: Un’altra città termale che offre trattamenti benessere a base di birra.
  • Jeseník: Centro termale noto per i trattamenti con birra ceca.

In Italia, i bagni di birra possono essere provati presso le Terme di Montecatini.

Cosa Aspettarsi

Oltre ai bagni di birra, questi centri termali offrono una varietà di altri trattamenti benessere, tra cui massaggi, sauna, bagno turco, fangoterapia e idroterapia. I prezzi variano a seconda del centro e del trattamento scelto.

Conclusione

I bagni di birra sono un’attrazione curiosa che aggiunge un tocco di eccentricità alla cultura termale della Repubblica Ceca. Sebbene non rappresentino una cura per le malattie, possono offrire un’esperienza rilassante e divertente. Come sempre, è consigliabile approcciarsi a queste novità con un sano scetticismo e una buona dose di divertimento.

Curiosità

SAI CHE…E’ importantissimo respirare col naso? Ecco perchè

Respirare con il naso è importante: prima di arrivare ai polmoni, l’aria che entra nelle narici viene filtrata, umidificata e termoregolata in modo da raggiungere la temperatura di 35 gradi, ideale per la funzionalità respiratoria e polmonare e tutto questo avviene proprio grazie alla specifica struttura del naso. Durante l’inspirazione, i piccoli peli che si trovano all’interno delle narici e il sistema mucociliare simulano il rilascio di molecole antibatteriche, una vera e propria barriera protettiva che abbatte la carica di polveri e batteri presenti nell’aria prima che arrivi agli alveoli polmonari.

Sono alcuni dei temi trattati dall’otorinolaringoiatra Giovanni Felisati, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress. “E’ importante respirare col naso perchè l’aria che noi respiriamo viene termoregolata dalle strutture nasali e quindi arriva in migliori condizioni ai bronchi, che necessitano di avere un’aria filtrata e termoregolata. Ma il naso serve anche perchè ha una funzione estetica al centro della faccia, ha una funzione olfattiva che oggi è sempre più importante, ha una funzione di difesa perchè fa da filtro”.

Respirare con la bocca, “ad esempio per un bambino, determina un’alterazione di sviluppo del palato. Ma tutti noi respirando male, viviamo male: probabilmente abbiamo un cattivo sonno e una cattiva qualità della vita”, ha spiegato. “Un naso che sta bene deve essere una via di mezzo fra un tunnel in cui l’aria passa completamente libera e un termosifone. Dobbiamo volere che il nostro naso respiri bene, per avere una migliore qualità della vita e anche in prospettiva per avere una longevità sana”.

Può succedere che, col passare dell’età, una persona possa respirare peggio? “Sulla respirazione ci sono tante cose che possono impattare, l’unica soluzione è capire dov’è il problema”, ha sottolineato. Sulle abitudini quotidiane, “oggi si parla sempre di più dei lavaggi nasali: non credo che tutti si debbano lavare il naso, però quando c’è un problema tenerlo pulito è una buona cosa e, se c’è un’allergia, bisogna curarlo. Se invece ci sono delle anomalie anatomiche, forse la chirurgia è meglio farla prima e non dopo”.

– Fonte foto: Freepik –

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Curiosità

Sai quale parte del Cervello Stimola la Curiosità?

Un team di ricercatori della Columbia University ha fatto una scoperta significativa riguardo alla curiosità umana, identificando per la prima volta le aree del cervello coinvolte in questo fondamentale impulso. Utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI), gli scienziati hanno analizzato i livelli di ossigeno nelle diverse regioni cerebrali per misurare l’attività durante l’esperimento.

Durante lo studio, 32 partecipanti hanno osservato immagini distorte di oggetti e animali familiari, chiamate texforms, e hanno valutato la loro curiosità e fiducia nell’identificazione di tali immagini. Incrociando le valutazioni dei partecipanti con le scansioni fMRI, i ricercatori hanno identificato un’attività significativa in tre aree principali del cervello:

  1. Corteccia Occipitotemporale: Associata alla visione e al riconoscimento.
  2. Corteccia Prefrontale Ventromediale (vmPFC): Coinvolta nella percezione di valore e fiducia.
  3. Corteccia Cingolata Anteriore: Responsabile della raccolta di informazioni.

La vmPFC svolge un ruolo cruciale come “ponte” tra la certezza percepita dalla corteccia occipitotemporale e la sensazione di curiosità, agendo come un grilletto che stimola il desiderio di esplorare. I ricercatori hanno osservato che maggiore era l’incertezza sui soggetti mostrati, maggiore era la curiosità dei partecipanti. Questo suggerisce che l’input percettivo viene elaborato attraverso rappresentazioni neurali fino a evocare curiosità.

La scoperta non solo aiuta a comprendere meglio il funzionamento del cervello umano, ma potrebbe anche facilitare lo sviluppo di terapie per condizioni come la depressione cronica, dove la curiosità e l’esplorazione sono spesso compromesse. I ricercatori sono interessati ad esplorare ulteriormente la curiosità generale, sociale e scientifica, approfondendo le sue origini biologiche e i suoi effetti sul comportamento umano.

Jacqueline Gottlieb, neuroscienziata coinvolta nello studio, sottolinea che la curiosità umana ha “origini biologiche profonde” e che “quello che distingue la curiosità umana è la nostra spinta a esplorare molto più ampiamente rispetto ad altri animali, spesso solo per il piacere di scoprire.”

Questa ricerca offre nuove prospettive sul modo in cui la curiosità emerge e viene stimolata, con potenziali applicazioni nel miglioramento della nostra comprensione della mente umana e nella creazione di interventi terapeutici mirati.

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Curiosità

LO SAI CHE…Beethoven perse l’udito a causa del…vino

L’analisi di due ciocche di capelli del compositore Ludwig van Beethoven ha rivelato livelli estremamente alti di piombo, una sostanza presente nel vino che egli beveva, presumibilmente consumando una bottiglia al giorno. Questo avvelenamento da piombo probabilmente ha contribuito alla perdita dell’udito e ai problemi di salute che Beethoven ha sperimentato durante la sua vita.

Uno studio recente, condotto da ricercatori della Mayo Clinic e di Harvard, ha esaminato attentamente due ciocche di capelli autenticati appartenenti a Beethoven. Utilizzando la spettrometria di massa, gli studiosi hanno confermato la presenza di livelli significativamente elevati di piombo nelle ciocche, oltre ai livelli aumentati di arsenico e mercurio. Questi risultati suggeriscono che il compositore potesse avere nel suo sangue livelli di piombo sufficientemente alti da causare disturbi gastrointestinali, renali e riduzione dell’udito, ma non abbastanza da essere una causa diretta della sua morte.

È noto che Beethoven fosse un grande consumatore di vino, bevendo approssimativamente una bottiglia al giorno. Tuttavia, il vino dell’epoca era spesso conservato in recipienti contenenti piombo, e Beethoven, come molti altri, usava il diacetato di piombo per addolcire il vino. Questa pratica potrebbe aver contribuito all’avvelenamento da piombo che ha afflitto il compositore.

Sebbene sia chiaro che Beethoven abbia sofferto a causa dell’avvelenamento da piombo, la causa esatta della sua morte rimane oggetto di dibattito. Alcune prove suggeriscono che potrebbe essere stata influenzata dalla sua presunta epatite B, una malattia per la quale aveva fattori di rischio genetici, insieme all’abuso di alcolici. Questo potrebbe aver contribuito alla cirrosi epatica diagnosticata al momento della sua morte.

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