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Politica

Autonomia differenziata | La Sardegna impugna la legge

La Regione Sardegna ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale contro la recente legge del Governo relativa all’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario. Il provvedimento, approvato dalla Giunta presieduta da Alessandra Todde, ha scatenato una vivace opposizione da parte dell’esecutivo sardo, che ritiene la legge inadeguata e lesiva delle prerogative regionali.

Secondo la Giunta, la legge, formalmente denominata “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione”, presenta gravi criticità. In particolare, la Regione Sarda contesta la violazione dell’articolo 116, comma 3 della Costituzione, che stabilisce i limiti per l’autonomia differenziata, e accusa il provvedimento di non rispettare il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni.

Il ricorso sottolinea che la legge permette il trasferimento di intere materie alle Regioni, invece di limitarsi a ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, come previsto dalla Costituzione. Inoltre, la Regione critica la delega al Governo per la determinazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (Lep), definita carente di principi e criteri direttivi, e accusa la legge di violare le prerogative delle Regioni a statuto speciale, in particolare quelle della Sardegna.

Il documento di impugnazione, lungo 55 pagine, argomenta che le mancanze e le irregolarità della legge ledano le competenze e l’autonomia della Regione. La Sardegna chiede dunque l’annullamento totale o parziale della legge, sostenendo che essa potrebbe accentuare i divari territoriali e compromettere i principi di solidarietà e uguaglianza.

Questa azione legale segna un’importante fase nel dibattito sull’autonomia regionale in Italia e potrebbe avere rilevanti implicazioni per le future discussioni sulla riforma dello stato delle autonomie locali.

Politica

Piantedosi “Livatino magistrato coraggioso e uomo di fede”

“34 anni fa il giudice Rosario Livatino fu barbaramente ucciso in un agguato mafioso mentre si recava al Tribunale di Agrigento. Magistrato coraggioso, uomo di fede, servitore dello Stato, Livatino ha pagato con la vita il suo impegno nella lotta contro la criminalità organizzata. Con le sue indagini fu tra i primi a individuare gli stretti collegamenti che legavano malavita e gruppi imprenditoriali, dando così nuova linfa all’azione di contrasto alle mafie. Ricordiamo oggi il suo sacrificio perchè i valori che lo ispirarono continuino a essere un faro di speranza e un esempio per tutti coloro che, opponendosi alle logiche della prevaricazione e della violenza, sono impegnati ogni giorno a difesa della legalità e della giustizia”. Lo ha dichiarato il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in ricordo della figura del giudice Rosario Livatino, assassinato il 21 settembre del 1990.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Lazio

Vertice a Roma su crisi idrica del Lago Trasimeno “Presto una soluzione”

Si è tenuto a Roma, presieduto dal ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, un vertice tecnico-politico per affrontare le problematiche inerenti la crisi idrica che sta investendo il Lago Trasimeno. Presenti il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Galeazzo Bignami, il sottosegretario Emanuele Prisco, la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, i rappresentanti del ministero dell’Ambiente, del dipartimento di Protezione civile, del Commissario straordinario nazionale per i Fenomeni sulla Scarsità idrica, il direttore dell’Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambiente, della Regione Toscana e dell’Autorità del Bacino. Sono state esaminate le cause che hanno determinato l’abbassamento del livello del lago Trasimeno, ed è stato individuato un possibile percorso che verrà approfondito in una apposita seduta della Cabina di regia che verrà convocata presso il Ministero dell’Ambiente. In quella sede saranno definite le tappe per rendere il lago navigabile a tutte le imbarcazioni, compresi i traghetti, e al tempo stesso lavorare per il dragaggio ed eliminare in tempi rapidi questo inconveniente.

“Ho subito raccolto il grido d’allarme della presidente Tesei e costituito il tavolo di lavoro con le istituzioni interessate. Ho colto la buona volontà di tutti nel trovare presto una soluzione, anche con provvedimenti straordinari ma celeri ed efficaci”, dichiara Musumeci. Dal canto suo, la presidente della Regione Umbria si è detta “consapevole dei problemi che gli operatori e i pescatori stanno subendo in questi mesi, e stiamo operando per fare in modo di risolvere quanto prima le problematiche inerenti il Lago Trasimeno”, aggiunge.
– foto ufficio stampa ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci –

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Politica

Tajani “Ancora spiragli per impedire escalation in Medio Oriente”

“Secondo me c’è ancora uno spiraglio aperto per impedire una escalation nella regione, bisogna convincere Israele, Iran e Libano ad abbassare la tensione. Non escludo di vedere a New York il ministro degli Esteri dell’Iran per dare un messaggio forte sulla necessità di impedire che gli amici di Hezbollah e degli Houthi di innalzare la tensione. Riteniamo ci possa essere uno spiraglio per far prevalere la diplomazia”. Così il vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, a Radio24.
– foto Agenzia Fotogramma –

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