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Curiosità

Perchè si diventa stitici quando si va in vacanza?

Le vacanze sono il periodo dell’anno in cui ci aspettiamo di rilassarci, divertirci e scoprire nuovi luoghi. Tuttavia, per molti, questo tempo di svago può portare anche a fastidiosi problemi digestivi, come l’intestino pigro. Ma perché proprio quando siamo lontani dai doveri quotidiani il nostro sistema digestivo decide di fare le bizze?

La risposta risiede nel nostro cambiamento di routine. Durante l’anno, il nostro intestino segue un ritmo ben definito: sveglia presto, colazione veloce, pranzo frenetico e una cena magari consumata davanti al computer. Questo ritmo serrato aiuta il nostro sistema digestivo a mantenere la regolarità. Quando siamo in vacanza, però, tutto cambia: i nostri orari si scombussolano, i pasti vengono consumati a orari imprevedibili e ci concediamo cibi nuovi e, a volte, più pesanti del solito.

In vacanza, l’attività fisica può ridursi notevolmente. Chi trascorre ore a leggere in spiaggia o a sorseggiare cocktail al bar dell’hotel potrebbe notare un rallentamento del transito intestinale. Questa inattività è simile a un ingorgo stradale: senza movimento, le cose tendono a bloccarsi.

Anche l’idratazione gioca un ruolo cruciale. Durante le vacanze, è comune sostituire l’acqua con bevande alcoliche o caffè per combattere il jet lag o semplicemente per gustare le specialità locali. Tuttavia, l’intestino necessita di una buona idratazione per mantenere le feci morbide e facilitare l’evacuazione. Meno acqua significa feci più dure e difficili da espellere, contribuendo a un intestino pigro.

Il cambiamento di ambiente e la rottura della routine quotidiana possono anche provocare stress, che influisce negativamente sulla nostra digestione. Anche il microbiota intestinale, l’insieme di batteri che abitano il nostro intestino, può risentire di questi cambiamenti, causando ulteriori problemi digestivi.

Tuttavia, ci sono modi per mitigare questi problemi e mantenere l’intestino felice durante le vacanze. Mantenere un certo livello di attività fisica, anche solo con passeggiate leggere, può aiutare a stimolare il transito intestinale. Bere molta acqua è essenziale per evitare la disidratazione e mantenere le feci morbide. Inoltre, includere nella dieta alimenti ricchi di fibre, come frutta e verdura (anche quelle esotiche che si trovano in viaggio), può aiutare a mantenere regolare il sistema digestivo.

Anche se è difficile non pensare ai problemi intestinali quando ci si trova in un paradiso tropicale, un po’ di prevenzione e un atteggiamento rilassato possono fare la differenza. Se nonostante tutto vi trovate ad affrontare un intestino pigro, ricordatevi che ridere delle vostre disavventure potrebbe aiutare a ridurre lo stress e, forse, incoraggiare il vostro intestino a tornare a lavorare come si deve.

Quindi, godetevi il vostro viaggio tra un sorriso e una fetta di frutta fresca, e il vostro intestino potrebbe decidere di mettersi al passo con le vacanze!

Curiosità

SAI PERCHE…Il cioccolato si scioglie in bocca?

Vi siete mai chiesti come si produce il cioccolato? Qual è il processo che gli conferisce quella consistenza liscia, morbida e compatta? E perché si scioglie in bocca?

La consistenza del cioccolato è dovuta a una tecnica antica ma mai del tutto compresa: il conching, inventato in Svizzera alla fine dell’800. Il termine deriva dalla parola inglese per conchiglie, poiché la scodella utilizzata per il processo ricordava la loro forma. Il conching è una lunga lavorazione in cui cioccolato e burro di cacao vengono riscaldati, agitati e sfregati contro l’interno della ciotola, mentre si aggiungono ingredienti in un ordine preciso. Prima del conching, il cioccolato era granuloso e ruvido, più adatto a essere sgranocchiato che fatto sciogliere. Grazie a questo processo, è diventato quello che conosciamo oggi.

Ma cosa fa esattamente il conching? Elena Blanco e i suoi colleghi dell’Università di Edimburgo lo hanno spiegato in uno studio. Il processo trasforma una miscela disomogenea di particelle solide (zucchero, polvere di latte, frammenti di fave di cacao) e grassi (burro di cacao) in una sospensione liquida omogenea. Ci riesce ritardando il momento in cui nell’impasto si verifica un fenomeno detto jamming: quando si raggiunge una densità critica, il materiale diventa improvvisamente viscoso e non scorre più. Posticipando questo momento, il conching permette di ottenere una composizione altrimenti impossibile.

E perché il cioccolato si scioglie così facilmente sulla nostra lingua? La risposta è ancora una volta chimica: il cioccolato è una delle poche sostanze commestibili a fondere a circa 34 °C, appena sotto la temperatura del corpo umano. Questo rende il cioccolato una delizia che si scioglie perfettamente in bocca, regalando un’esperienza sensoriale unica.

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Curiosità

SAI PERCHE’… si sente il mare nelle conchiglie?

Fin dall’infanzia ci è stato insegnato che se mettiamo una conchiglia vicino all’orecchio possiamo sentire il suono rilassante delle onde del mare che si infrangono sulla riva. Questa immagine romantica della natura ha catturato l’immaginazione di molti, ma è davvero accurata?

Quando avviciniamo una conchiglia all’orecchio, non stiamo realmente ascoltando il mare. In realtà, ciò che percepiamo è una combinazione di suoni ambientali circostanti che vengono amplificati e modificati dalla struttura della conchiglia stessa.

Il fenomeno è spiegato dalla risonanza di Helmholtz: le onde sonore dell’ambiente investono la cavità della conchiglia, creando onde di risonanza che rimbalzano tra le pareti interne. Alcune onde vengono silenziate, altre amplificate, a seconda della forma e delle dimensioni della conchiglia. Questo processo produce un suono ovattato che può ricordare il costante movimento delle onde marine.

Non è solo la conchiglia a potenziare questi suoni: oggetti cavi come bottiglie o bicchieri possono creare effetti simili. La conchiglia agisce come una sorta di cassa di risonanza che modifica e amplifica i suoni ambientali, creando l’illusione del mare.

Quindi, se ascoltiamo il suono delle onde mentre siamo al mare e usiamo una conchiglia, in realtà stiamo udendo la risonanza del suono delle onde stesse. Tuttavia, lo stesso effetto non si verifica altrove, come in città o a casa.

In definitiva, il “suono dell’oceano” che percepiamo con una conchiglia non è tanto legato alla conchiglia in sé, ma piuttosto alla sua capacità di amplificare e modificare i suoni circostanti. È un fenomeno affascinante che ci ricorda la complessità e la bellezza delle onde sonore e della percezione sensoriale.

Quindi, se volete veramente godervi il suono delle onde, niente batte l’esperienza di essere sulla costa e lasciarsi avvolgere dalla magia del mare.

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SAI QUANTA…Uva serve per fare una bottiglia di vino?

Una bottiglia di vino da 0,75 litri, la dimensione più comune, richiede in media 1,2 kg di uva. Ma perché proprio questa misura di bottiglia? Esistono varie teorie al riguardo. La prima spiega che tutto dipendeva dalla forza polmonare degli antichi soffiatori di vetro, che riuscivano a creare bottiglie di questa capacità con un singolo fiato.

La seconda teoria ha radici nel commercio. Gli inglesi, che utilizzavano i galloni come unità di misura del volume, consideravano che una cassa di vino potesse contenere al massimo 2 galloni. Poiché una cassa poteva ospitare 12 bottiglie, ciascuna da 0,75 litri, questa misura divenne standard per motivi di tasse portuali e costi di trasporto.

Un’altra teoria suggerisce che la misura di 0,75 litri fosse ideale perché una bottiglia contiene esattamente 6 bicchieri da 125 ml, comunemente utilizzati nelle osterie. Questo permetteva agli osti di calcolare facilmente quanti bicchieri sarebbero stati serviti ai clienti in base al numero di bottiglie. L’uso del vetro per la conservazione del vino risale al XVIII secolo, quando si comprese l’importanza di questo materiale per preservare il gusto del vino.

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