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Tecnologia

COSA FARE SE…il telefono cade in mare

Con l’aumento dell’uso degli smartphone durante le vacanze e le escursioni, è comune che i dispositivi finiscano accidentalmente in acqua, specialmente in ambienti come le spiagge. Se il vostro telefono cade in acqua di mare, è fondamentale agire rapidamente per cercare di minimizzare i danni. Ecco una guida su come affrontare la situazione e alcuni suggerimenti su come proteggere il vostro dispositivo.

Passaggi Immediati da Seguire

  1. Spegnere il Dispositivo: Se il telefono finisce in acqua, spegnetelo immediatamente per prevenire cortocircuiti e danni ai circuiti interni. Non tentate di accenderlo finché non è completamente asciutto.
  2. Risciacquare con Acqua Dolce: L’acqua di mare contiene sale e altri minerali che possono accelerare la corrosione. Risciacquate il telefono con acqua dolce per rimuovere il sale. Questo passaggio è cruciale, ma deve essere eseguito con attenzione per evitare ulteriori danni.
  3. Asciugare con un Panno: Utilizzate un asciugamano o un panno asciutto per rimuovere l’acqua superficiale dal dispositivo. Concentratevi sulle aree più vulnerabili come gli altoparlanti e le porte di ricarica.
  4. Asciugare all’Aria: Lasciate il telefono in un luogo asciutto e ben ventilato per diverse ore. Evitate di esporlo alla luce diretta del sole, che potrebbe danneggiare ulteriormente il dispositivo. L’asciugatura all’aria è essenziale per eliminare tutta l’umidità residua.
  5. Testare il Dispositivo: Dopo aver atteso almeno 5-6 ore, provate ad accendere il telefono per verificare se è ancora funzionante. Se non si accende, potrebbe essere necessario un intervento professionale.

Se il Telefono Non è Impermeabile

Se il vostro smartphone non ha certificazioni di impermeabilità, il danno potrebbe essere più grave. In tal caso, potete tentare di smontare il dispositivo (se possibile) per asciugare le parti interne. Rimuovete la scheda SIM, la batteria e la scheda SD, se presenti, e seguite guide affidabili come quelle fornite da iFixit per la pulizia e l’ispezione del dispositivo.

Certificazioni di Impermeabilità

Gli smartphone moderni spesso sono dotati di certificazioni di protezione contro l’acqua. La certificazione IP (International Protection) indica il grado di protezione del dispositivo. I codici IP67 e IP68, ad esempio, offrono una resistenza notevole all’acqua e possono proteggere il dispositivo da immersioni accidentali. Tuttavia, è importante ricordare che l’impermeabilità può diminuire con l’usura e le riparazioni.

  • IP67: Protezione completa contro la polvere e resistenza all’immersione in acqua fino a 1 metro per 30 minuti.
  • IP68: Protezione completa contro la polvere e resistenza all’immersione in acqua oltre 1 metro, generalmente fino a 2 metri per 30 minuti.

Considerazioni Finali

Anche se seguire questi passaggi può aumentare le possibilità di salvare il vostro telefono, non c’è garanzia di successo. L’acqua salata è particolarmente dannosa e i danni possono essere irreparabili. Per evitare tali situazioni, è consigliabile utilizzare custodie impermeabili e tenere i dispositivi elettronici lontani da ambienti umidi quando possibile. In caso di danni, rivolgetevi a un centro di assistenza qualificato per una valutazione professionale e possibile riparazione.

Tecnologia

Elon Musk “Tra due anni le prime astronavi per Marte”

“Le prime astronavi per Marte verranno lanciate tra 2 anni, quando si aprirà la prossima finestra di trasferimento Terra-Marte. Saranno senza equipaggio per testare l’affidabilità dell’atterraggio intatto su Marte. Se gli atterraggi andranno bene, i primi voli con equipaggio su Marte avverranno tra 4 anni”. Lo scrive su X Elon Musk, patron di Space-X. “Da lì in poi – aggiunge – il tasso di volo aumenterà esponenzialmente, con l’obiettivo di costruire una città autosufficiente in circa 20 anni”. Per Musk servirà “essere multiplanetari” poichè “non avremo più tutte le nostre uova, letteralmente e metabolicamente, su un pianeta”.

– foto: Agenzia Fotogramma –

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Attualità

Valditara “Avvieremo sperimentazione dell’intelligenza artificiale a scuola”

“Siamo uno dei primi Paesi ad avere avviato quest’anno scolastico una sperimentazione nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la personalizzazione della didattica. Parte in 15 classi, in alcune regioni: Calabria, Lazio, Toscana, Lombardia. Se il modello funzionerà pensiamo di estenderlo ulteriormente proprio perchè la personalizzazione della didattica è uno dei must della mia azione di governo in materia di istruzione e credo che l’intelligenza artificiale adeguatamente guidata dal docente possa svolgere un ruolo significativo”. Lo ha affermato il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, nel suo intervento al Forum TEHA a Villa d’Este, a Cernobbio.
– foto Agenzia Fotogramma –

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Tecnologia

Imprese e tecnologia, uno studio “Necessario new deal delle competenze”

Nel mondo è in corso una vera e propria rivoluzione industriale data dall’integrazione pervasiva delle tecnologie digitali in azienda, che oggi accelera ulteriormente grazie all’intelligenza artificiale. Questa centralità di tecnologia e innovazione rende necessario sviluppare un nuovo paradigma nella relazione tra uomo e tecnologia: la società 5.0, dove la tecnologia non è più un qualcosa che sostituisce, ma diventa un abilitatore di nuovi modelli di cittadinanza e lavoro che vedano l’individuo al centro.
In questo contesto, la chiave per la competitività è l’innovazione, che è a sua volta alimentata dalle competenze. E’ questo il principio che ha guidato la realizzazione dello Studio “Italia 5.0: le competenze del futuro per lo sviluppo dell’innovazione nell’epoca dell’intelligenza artificiale in Italia e in Ue”, elaborato da TEHA Group in collaborazione con Philip Morris Italia, presentato oggi nell’ambito della 50esima edizione del Forum di The European House – Ambrosetti, in una conferenza stampa cui hanno preso parte Massimo Andolina (Presidente Regione Europea, Philip Morris International), Marco Hannappel (Presidente e Amministratore Delegato, Philip Morris Italia – VP South West Europe Cluster) e l’Advisor scientifico e portavoce dell’iniziativa Giorgio Metta (Direttore Scientifico, Istituto Italiano di Tecnologia).

La ricerca si è posta l’obiettivo di definire gli elementi per un New Deal delle competenze per trasformare il nostro Paese in un’Italia 5.0 – in grado di cogliere da protagonista tutti i benefici derivanti da innovazione, digitalizzazione e nuove tecnologie – che rappresenti anche un modello da esportare a livello europeo. Lo studio ha fatto leva su un’ampia attività di stakeholder engagement, che ha visto la partecipazione di oltre 10 vertici di imprese, delle istituzioni e delle associazioni di categoria in interviste riservate, nonchè il coinvolgimento di oltre 450 imprese da 4 Paesi UE (Italia, Germania, Francia, Spagna) in una survey, somministrata in collaborazione con Coldiretti, per misurare digitalizzazione e competenze nei settori agricolo e manifatturiero.
Secondo Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di TEHA Group e The European House – Ambrosetti, “per cogliere appieno le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dall’intelligenza artificiale, è chiave per l’Italia muoversi verso un nuovo paradigma di dispiegamento tecnologico: quello della Società 5.0. Per costruire un’Italia 5.0 è strategico il ruolo delle aziende capofiliera: l’Italia è infatti un Paese di PMI, che generano il 48% del valore aggiunto del Paese e impiegano il 57% degli occupati, ma sono più in difficoltà rispetto a digitalizzazione e competenze, per cui è necessario il ruolo di stimolo della grande impresa. Inoltre, le competenze sono chiave, soprattutto per cogliere i benefici dell’intelligenza artificiale: il Paese è in ritardo, serve un Piano Marshall delle competenze”.
“La ricerca conferma – anche con le testimonianze dirette provenienti dal mondo delle aziende – che il capitale umano è oggi l’elemento chiave della competitività delle imprese e della crescita dell’economia, elemento ulteriormente valorizzato dalla rivoluzione dell’intelligenza artificiale”, ha sottolineato l’Advisor scientifico dell’iniziativa Giorgio Metta, Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia. “l’Italia è un Paese di eccellenze anche nella ricerca e nell’istruzione. Tuttavia, l’Italia ha un problema di scala sulle competenze: nonostante le eccellenze, l’Italia sconta un ritardo sistemico sulle competenze digitali, sia di base che avanzate: mancano infatti 15 milioni di cittadini da alfabetizzare al digitale, aumentare gli iscritti a corsi di laurea ICT e agli ITS e puntare sulla formazione continua”.

Per Massimo Andolina, Presidente Regione Europea di Philip Morris International, “L’ambizione dell’Italia può e deve essere quella di abbracciare un nuovo paradigma di sviluppo per posizionarsi come modello da esportare in Europa. Per colmare il gap di competenze digitali occorre partire dalle esperienze più virtuose e da una collaborazione pubblico-privato di tipo strutturato. In questo momento storico è fondamentale, da una parte, tenere il passo dell’innovazione, guidandola, per mantenere alta la competitività;
dall’altra parte garantire il più ampio accesso possibile a percorsi di formazione all’avanguardia, che accompagnino i professionisti lungo il loro intero percorso in azienda”.
Secondo Marco Hannappel, Presidente e AD di Philip Morris Italia, “L’esperienza di Philip Morris Italia è emblematica: grazie alle competenze all’avanguardia della nostra filiera integrata – che oggi coinvolge oltre 41.000 persone e più di 8000 imprese – abbiamo costruito negli anni un modello di business invidiato in tutto il mondo, il cui principale driver è sempre stato la capacità di innovare. I dati oggi mostrano i frutti di questo percorso virtuoso e quanto il ruolo di capofiliera sia essenziale, in particolare nel mondo agricolo: grazie agli accordi di programma sottoscritti negli anni da Philip Morris con il Ministero dell’Agricoltura e con Coldiretti, gli agricoltori aderenti all’iniziativa mostrano dati sull’innovazione sensibilmente migliori rispetto alla media Italiana ed Europea: l’89% di tali aziende dichiara di aver realizzato o di avere in corso progetti agritech rispetto al 46% della media italiana e al 77% della media UE.” Sulla base delle prospettive emerse dallo studio, sono state elaborate 5 proposte chiave per lanciare il New Deal delle competenze per un’Italia 5.0: Formazione in ingresso; Formazione permanente; Digitalizzazione delle Piccole e Medie Imprese; per dimensione economica, impatto occupazione e propensione all’innovazione, la presenza di un’impresa capofiliera è determinante per la digitalizzazione di tutte le altre aziende coinvolte nella filiera; Collaborazione pubblico-privato.

Foto: ufficio stampa Philip Morris Italia

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