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Cronaca

Palermo | Maxi operazione della Guardia Costiera: Sequestrate oltre 3 tonnellate di pesce senza tracciabilità

In un’ampia operazione denominata “Sapore di mare”, la Guardia Costiera ha sequestrato oltre tre tonnellate di prodotti ittici privi di documentazione che ne attestasse la tracciabilità. Tra il 12 e il 18 luglio, i controlli si sono estesi a decine di attività commerciali e resort di lusso, principalmente nella provincia di Palermo e in località turistiche come San Vito Lo Capo.

Le ispezioni hanno rivelato che molti ristoratori esponevano o custodivano nei loro frigoriferi prodotti ittici e ricci di mare senza alcuna documentazione sulla provenienza. Complessivamente, sono state elevate sanzioni per decine di migliaia di euro. In particolare, nel capoluogo siciliano, le operazioni si sono concentrate nelle zone di Arenella, Sferracavallo e Isola delle Femmine, con il sequestro di 925 chili di prodotti ittici e 200 ricci di mare, ancora vivi, che sono stati rimessi in mare.

Nel porto di Palermo, le irregolarità sono state riscontrate in sette ristoranti, portando al sequestro di ulteriori 700 chili di prodotti ittici e all’emissione di otto verbali per un totale di circa 12 mila euro di multe. Analoghe contestazioni sono emerse durante le ispezioni nei ristoranti di due noti resort, con sanzioni di 4.500 euro e il sequestro di 1.700 chili di prodotti ittici, oltre ad anomalie nelle procedure Haccp.

A San Vito Lo Capo, tre ristoranti sono stati sanzionati per un totale di 4.500 euro, con il sequestro di 100 chili di pesce. Tutti i prodotti sequestrati, giudicati non idonei al consumo umano dai medici veterinari dell’Asp, sono stati distrutti da una ditta specializzata.

L’operazione, che ha coinvolto il personale di tutti gli Uffici marittimi della Direzione marittima della Sicilia occidentale, ha portato all’ispezione di 75 ristoranti, con sanzioni amministrative per un totale di 110 mila euro e il sequestro di 7.300 chili di prodotti ittici e 1.800 ricci di mare. Sono state inoltre ispezionate 34 unità da diporto impegnate nella pesca sportiva.

La Guardia Costiera ha sottolineato che, nonostante le numerose irregolarità riscontrate, una parte significativa degli esercenti ha dimostrato una corretta gestione documentale dei prodotti ittici, rispettando le norme igienico-sanitarie e le procedure Haccp.

Questa operazione ha beneficiato della collaborazione dei medici veterinari dell’Asp di Palermo e di Carini, che hanno fornito un importante apporto professionale, lavorando anche di notte, per verificare l’applicazione del sistema di controllo alimentare.

Cronaca

Naviglio Pavese: Riprese le ricerche del corpo avvistato in località Badile

immagine di repertorio

Sono riprese questa mattina le operazioni di ricerca del corpo avvistato ieri nel Naviglio Pavese, in località Badile. Le squadre del soccorso acquatico dei Vigili del Fuoco di Milano, con il supporto dei sommozzatori del Comando di Torino, stanno lavorando per ritrovare il corpo, che ieri pomeriggio era stato visto galleggiare ma è stato risucchiato dalle acque poco prima dell’arrivo dei soccorsi.

Le operazioni si stanno rivelando particolarmente complesse a causa delle forti correnti e della scarsa visibilità, dovuta all’acqua torbida. Nonostante queste difficoltà, i sommozzatori continuano a setacciare la zona nel tentativo di individuare il corpo.

Ulteriori aggiornamenti seguiranno man mano che le ricerche proseguono.

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Cronaca

Caltanissetta | I carabinieri arrestano 9 persone per associazione finalizzata al traffico degli stupefacenti

Nella giornata odierna, i Carabinieri di Caltanissetta, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) della Procura Nissena, hanno eseguito un’importante operazione che ha portato all’emissione di 14 misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti, accusati di far parte di un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti con base a Gela. L’operazione è frutto di un’indagine avviata nell’aprile 2022.

Dettagli dell’operazione

Le misure cautelari, disposte dal G.I.P. di Caltanissetta, comprendono 8 arresti in carcere, 1 agli arresti domiciliari, 4 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e 1 soggetto attualmente irreperibile e attivamente ricercato. Gli indagati, tutti italiani e residenti a Gela, sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio di droghe quali marijuana, cocaina e hashish.

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L’organizzazione criminale

L’inchiesta ha rivelato che l’organizzazione si riforniva di stupefacenti in Calabria e Catania, per poi distribuirli nelle piazze di spaccio di Gela. Un ruolo chiave nell’operazione era ricoperto dal titolare di un autonoleggio di Gela, che avrebbe fornito le auto per i viaggi finalizzati all’approvvigionamento di droga.

Le indagini hanno inoltre coinvolto un 43enne e un 20enne, di cui uno già sottoposto a custodia cautelare per appartenenza al clan mafioso “Emmanuello” di Gela. Questi due soggetti avrebbero avuto un ruolo di vertice nell’organizzazione, con profitti stimati in circa 40.000 euro a settimana.

Base logistica e sequestri

Uno degli elementi centrali dell’inchiesta riguarda una rivendita di caffè, utilizzata dagli indagati come base logistica per pianificare le trasferte e spartire i proventi del traffico di droga. Durante le perquisizioni, è stato individuato un nascondiglio in cui sono stati rinvenuti circa 500 grammi di cocaina.

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Cronaca

Catania | Ruba un anello durante i controlli di sicurezza in aeroporto scoperta e denunciata

Una 40enne di Piazza Armerina è stata denunciata dagli agenti della Polizia di Frontiera dell’aeroporto “Vincenzo Bellini” di Catania per furto aggravato, dopo essersi appropriata di un anello dimenticato da un’altra passeggera nei contenitori portaoggetti durante i controlli di sicurezza.

Il furto durante i controlli

L’episodio è avvenuto nei giorni scorsi, quando la donna, in partenza per Lampedusa, ha notato l’anello lasciato da una passeggera che l’aveva preceduta ai varchi di sicurezza. Approfittando della dimenticanza, la 40enne ha preso il gioiello da una delle vaschette portaoggetti, nascondendolo.

Le indagini e il ritrovamento

Grazie agli accertamenti svolti dagli agenti di polizia, è stato possibile risalire all’identità della donna. È stato inoltre verificato che la stessa sarebbe rientrata all’aeroporto di Catania pochi giorni dopo, sempre con un volo proveniente da Lampedusa.

Al momento del rientro, la polizia è intervenuta, rintracciando la passeggera nella sala arrivi. La donna, accompagnata negli uffici di Polizia, è stata denunciata in stato di libertà per furto aggravato. L’anello, che indossava ancora al dito, è stato recuperato e successivamente riconsegnato alla legittima proprietaria.

La 40enne dovrà ora rispondere dell’accusa di furto aggravato, un reato che prevede pene severe. L’operato della Polizia di Frontiera ha permesso di risolvere il caso in breve tempo, garantendo il recupero del bene sottratto e la sua restituzione alla legittima proprietaria.

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