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Cronaca

Firenze | Operazione a Tappeto della Polizia: oltre 3000 identificati e 20 stranieri espulsi e 2 ricercati arrestati

Nelle ultime due settimane, le forze di polizia di Firenze, coordinate dal Questore Maurizio Auriemma, hanno intensificato i controlli nella città, focalizzandosi sulla prevenzione dei reati predatori e sul contrasto dell’immigrazione clandestina. Questa operazione rientra nelle direttive del Ministero dell’Interno e segue le recenti riunioni di coordinamento delle forze di polizia e tavoli tecnici in Questura.

La Questura e la Polizia Ferroviaria hanno identificato oltre 3000 persone nelle strade cittadine, nei parchi e nelle stazioni ferroviarie di Firenze. Durante questi controlli, 20 cittadini stranieri irregolari sono stati denunciati. La maggior parte di questi individui aveva precedenti di polizia, e per loro sono state avviate procedure di espulsione.

L’Ufficio Immigrazione di via della Fortezza, su direttiva del Questore, ha implementato varie modalità di espulsione, conformemente alle leggi vigenti. Oltre ai consueti accompagnamenti ai Centri per Rimpatri, cinque negli ultimi 15 giorni, sono stati emessi anche “Ordini del Questore”, che impongono agli interessati di lasciare il territorio nazionale entro sette giorni. La violazione di questo termine comporta sanzioni penali.

Arresti di Ricercati

L’operazione ha portato anche alla cattura di due ricercati:

  • Parco delle Cascine: Un cittadino tunisino di 35 anni è stato arrestato in seguito a un ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze. L’uomo doveva scontare una condanna definitiva di 10 anni e mezzo per un cumulo di pene relative a furti e spaccio di droga.
  • Stazione di Santa Maria Novella: Un cittadino senegalese di 40 anni è stato rintracciato e arrestato. L’uomo doveva scontare una condanna definitiva di un anno e tre mesi per reati contro il patrimonio, emessa dal Tribunale di Firenze.

Cronaca

Brindisi | Scoperta associazione a delinquere: sette indagati per frodi e inquinamento ambientale

La Procura della Repubblica di Brindisi ha recentemente concluso un’importante indagine che ha portato alla luce una rete criminale coinvolta in reati di frode, attentato alla sicurezza dei trasporti e inquinamento ambientale. Sette persone e due società, attive nel settore aerospaziale, sono stati messi sotto accusa per aver perpetrato attività illecite ai danni di colossi come Leonardo e Boeing.

Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza di Brindisi, hanno rivelato che gli amministratori delle due aziende hanno utilizzato materiali non conformi per la produzione di componenti aeronautiche, compromettendo così la sicurezza degli aerei. In particolare, è stato accertato l’uso di titanio di qualità inferiore e leghe di alluminio non appropriate, con conseguenze potenzialmente gravi per l’integrità strutturale dei velivoli.

Parallelamente, un altro filone investigativo ha rivelato l’inquinamento di terreni nella zona industriale di Brindisi, dove sostanze chimiche pericolose sono state illecitamente sversate. Grazie all’intervento della Polizia di Stato, sono stati sequestrati numerosi contenitori di rifiuti tossici, evidenziando gravi violazioni ambientali da parte degli indagati.

Le indagini hanno coinvolto anche autorità statunitensi, grazie a un coordinamento internazionale che ha facilitato l’analisi dei componenti aeronautici non conformi e ha confermato il rischio per la sicurezza dei voli. I dettagli emersi dall’inchiesta pongono interrogativi sulla gestione delle forniture nel settore aerospaziale e sull’impatto ambientale delle attività industriali nella regione.

Le forze dell’ordine stanno ora portando avanti le notifiche agli indagati, mentre la Procura continua a monitorare la situazione. La presunzione di innocenza resta valida fino a un eventuale processo.

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Cronaca

Lecce | Operazione contro la pirateria audiovisiva: quattro persone denunciate

Le forze della Guardia di Finanza di Lecce hanno portato a termine un’importante indagine contro la pirateria audiovisiva, rivelando un sofisticato sistema di frode operato da quattro individui. Questi soggetti gestivano un servizio di streaming illegale, comunemente noto come “pezzotto”, attraverso il quale venivano diffusi contenuti protetti senza autorizzazione.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica locale e condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, hanno svelato che il principale indagato operava come rivenditore non autorizzato di servizi di pay-TV, offrendo accesso a contenuti criptati di piattaforme come Sky, Netflix e Dazn. Gli utenti finali, ignari dell’illegalità del servizio, pagavano somme significativamente inferiori rispetto ai costi ufficiali, ricaricando carte prepagate associate agli indagati.

L’operazione ha portato alla luce un giro d’affari illecito di oltre 500.000 euro, con proventi utilizzati per acquistare beni immobili e mobili al fine di nascondere la loro origine illecita. Su richiesta del Giudice per le Indagini Preliminari, sono stati sequestrati cinque beni immobili e due autovetture, compresa una d’epoca, riconducibili al principale indagato.

Le accuse mosse comprendono violazioni della legge sulla protezione dei diritti d’autore e autoriciclaggio. Le indagini sono ancora in fase preliminare, e la responsabilità degli indagati sarà confermata solo in seguito a una sentenza definitiva. Questa operazione evidenzia l’impatto negativo della pirateria audiovisiva, che rappresenta un’attività altamente redditizia per le organizzazioni criminali e comporta gravi danni all’economia legittima.

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Cronaca

Pordenone | Patente falsa scoperta durante controllo: denunciato autista

Nel corso di un controllo stradale di routine, la Guardia di Finanza di Pordenone ha fermato un furgone con a bordo alcuni lavoratori e ha identificato un’autorizzazione di guida contraffatta. Gli agenti, grazie a un accurato esame del documento presentato dal conducente, hanno riscontrato irregolarità rispetto ai modelli originali rilasciati dalle autorità competenti estere. La patente è stata immediatamente sequestrata e l’autista denunciato per guida senza regolare permesso, con l’avvio del procedimento presso la Procura della Repubblica di Pordenone.

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