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Cronaca

Sardegna | Avviate le ricerche di Francesca Deidda, la 42enne scomparsa da maggio da San Sperate

Questa mattina, Carabinieri, vigili del fuoco, soccorso alpino, volontari, Protezione civile e Corpo forestale hanno avviato le ricerche di Francesca Deidda, una donna di 42 anni scomparsa da maggio a San Sperate, un piccolo comune nel sud Sardegna situato a circa venti chilometri da Cagliari. Gli inquirenti ritengono che sia stata uccisa dal marito, Igor Sollai, autotrasportatore di 43 anni attualmente detenuto con l’accusa di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Secondo l’ipotesi degli investigatori, Sollai avrebbe ucciso la moglie, nascosto il corpo e per settimane avrebbe fatto credere che fosse ancora viva rispondendo ai messaggi con il suo telefono cellulare.

Poco prima delle 7 del mattino, i carabinieri della Compagnia di Iglesias, i Cacciatori di Sardegna, i tecnici e gli operatori del Soccorso alpino, le squadre dei vigili del fuoco, la Protezione civile, i volontari e il Corpo forestale si sono riuniti lungo la statale 125 a Quartucciu per coordinare un’ampia operazione di ricerca nell’area dove è stata localizzata l’ultima cella del cellulare della donna. Le ricerche si concentrano nell’area compresa tra Sinnai e San Vito, vicino al Ponte Romano.

Le squadre stanno esaminando cavità, grotte e anfratti alla ricerca del corpo della donna, ma anche di indumenti e altri effetti personali. Nonostante gli sforzi, al momento non è stato trovato nulla, ma le operazioni di ricerca sono appena cominciate e proseguiranno.

Cronaca

Livorno | Intercettato yacht in area marina protetta: sanzionato il comandante

Il 1° agosto, una vedetta della Sezione Operativa Navale di Portoferraio ha intercettato uno yacht alla fonda in prossimità dell’Isolotto della Scola, all’interno dell’Area Marina Protetta dell’Isola di Pianosa. Il comandante dell’imbarcazione è stato sanzionato dai militari della Guardia di Finanza per violazione delle norme di tutela ambientale vigenti nella zona.

Nell’area marina che si estende per un miglio dalla costa di Pianosa è vietato l’accesso, la navigazione, la sosta e l’ancoraggio di qualsiasi imbarcazione. Anche immersioni e balneazione sono interdette, salvo deroghe specifiche stabilite dall’Ente Parco dell’Arcipelago Toscano. La violazione di questi divieti comporta una sanzione amministrativa che può raggiungere i 1000 euro.

L’intervento delle Fiamme Gialle di mare rientra in una più ampia attività di vigilanza sistematica, volta a proteggere l’ambiente naturalistico e la biodiversità delle aree marine protette. Questa azione è svolta in forza del Protocollo Operativo d’Intesa tra il Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Livorno e l’Ente Parco dell’Arcipelago Toscano.

I Reparti Navali della Guardia di Finanza di Livorno, Portoferraio e Porto Santo Stefano, in collaborazione con gli elicotteri della Sezione Aerea di Pisa, operano quotidianamente per prevenire e contrastare gli illeciti ambientali nelle acque delle isole dell’Elba, Giglio, Capraia, Pianosa, Gorgona, Montecristo e Giannutri. Queste isole costituiscono un patrimonio naturalistico di rilevanza nazionale e internazionale, parte del più ampio Santuario dei Cetacei istituito nel 1999 attraverso un accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco.

La componente aeronavale della Guardia di Finanza rappresenta un presidio fondamentale delle acque territoriali e contigue, tutelando l’economia legale e contrastando le attività illecite. L’operatività è mantenuta 24 ore su 24, ogni giorno dell’anno, garantendo così una sorveglianza continua e una risposta tempestiva a qualsiasi violazione.

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Cronaca

Roma | Fotoreporter dimentica il pc sul taxi: tassista la ricatta per restituirlo

repertorio

Una giornata di lavoro per Claudia Vanacore, fotografa e videoreporter, si è trasformata in un episodio da incubo dopo una distrazione. Dopo essere arrivata a San Lorenzo da una corsa in taxi partita dalla stazione Termini, la professionista si è resa conto di aver lasciato a bordo del veicolo il suo computer portatile e un’unità di memoria esterna. All’interno di questi dispositivi si trovavano preziose immagini di un reportage appena concluso all’estero, rendendo la perdita ancora più devastante.

Determinata a recuperare il suo materiale, Vanacore è tornata rapidamente alla stazione nella speranza di rintracciare il tassista. Dopo averlo trovato e aver discusso brevemente con lui, l’uomo le ha chiesto 200 euro per restituirle i dispositivi smarriti.

Non avendo altra scelta, la fotografa ha deciso di rivolgersi immediatamente ai carabinieri per denunciare l’accaduto. In accordo con le forze dell’ordine, Vanacore ha finto di accettare le condizioni del tassista, organizzando un incontro per

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Cronaca

Bari | Operazione Antifrode della GdF a Bitonto e Modugno: Sequestrati Beni per 700.000 Euro

Nei giorni scorsi, i Finanzieri della Tenenza di Bitonto, coordinati dal I Gruppo della Guardia di Finanza di Bari, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo nei comuni di Binetto e Modugno. L’operazione, volta alla confisca diretta o per equivalente di beni e disponibilità finanziarie, ha riguardato un valore complessivo di circa 700.000 euro, derivante da presunti profitti illeciti legati a reati di omessa dichiarazione, emissione di fatture per operazioni inesistenti e occultamento di scritture contabili. È importante sottolineare che queste accuse devono ancora essere verificate nel contraddittorio processuale.

Il sequestro è stato effettuato nei confronti di due società cooperative e cinque amministratori, sia di fatto che di diritto, delle stesse. Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Bari, al termine di un’indagine complessa condotta dalla polizia giudiziaria e delegata dalla Procura della Repubblica di Bari.

L’indagine ha portato alla luce due società cooperative formalmente intestate a prestanome, che risultavano sistematicamente inadempienti rispetto agli obblighi dichiarativi. Queste società, attive nei settori delle pulizie generali, facchinaggio, giardinaggio e ristrutturazioni edili, non disponevano di una vera struttura organizzativa e venivano utilizzate principalmente per emettere fatture false, con l’obiettivo di frodare l’Erario. Questo stratagemma permetteva ai beneficiari delle fatture di dedurre costi per servizi mai ricevuti, riducendo così i ricavi dichiarati e ottenendo un indebito risparmio d’imposta.

Dalle investigazioni è emerso che le cooperative avrebbero incassato e successivamente distrutto numerose fatture emesse per servizi di pulizia forniti prevalentemente a condomini. Questo veniva fatto per occultare le operazioni al Fisco e trattenere l’IVA pagata dai clienti.

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