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Politica

Meloni sente Netanyahu, obiettivo cessate il fuoco e rilascio ostaggi

Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu per fare il punto sulla situazione a Gaza e nella regione. Nel riconoscere il diritto all’autodifesa dello Stato di Israele, Meloni ha auspicato che si giunga al più presto a un cessate il fuoco sostenibile e al rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas in linea con la risoluzione 2735 del Consiglio di Sicurezza Onu e con l’azione di mediazione americana. La conversazione telefonica ha anche fatto emergere la comune valutazione circa la necessità di rafforzare l’assistenza umanitaria per la popolazione civile di Gaza e di evitare un incremento delle tensioni lungo il confine tra Israele e Libano, dove l’Italia è in prima linea per la stabilità dell’area attraverso la sua partecipazione alla missione Unifil.

– Foto: Palazzo Chigi –

Cultura

Forza Italia propone la legge sullo Ius Scholae: “Cittadinanza italiana dopo 10 anni di scuola dell’obbligo”

Durante un recente intervento, Antonio Tajani, ministro degli Esteri e coordinatore nazionale di Forza Italia, ha presentato una proposta di legge riguardante lo Ius Scholae, un modello che punta a facilitare l’ottenimento della cittadinanza italiana per giovani stranieri che hanno seguito un percorso educativo in Italia. Tajani ha sottolineato l’importanza di una solida preparazione culturale, affermando che chi aspira alla cittadinanza deve possedere una conoscenza approfondita della lingua italiana, della storia e della Costituzione. L’obiettivo è quello di garantire una vera integrazione nella società.

La proposta, ribattezzata “Ius Italiae”, consentirebbe agli stranieri nati in Italia, o arrivati entro il quinto anno di età, di ottenere la cittadinanza al termine di un ciclo scolastico di dieci anni, a condizione che abbiano completato con successo il percorso formativo obbligatorio. La domanda di cittadinanza potrebbe essere presentata da un genitore al compimento dei 16 anni, o autonomamente dal giovane al raggiungimento della maggiore età.

Tajani ha inoltre specificato che questa proposta non mira a essere permissiva né a incoraggiare l’immigrazione illegale, ma a basarsi su serietà e diritti. Il ministro ha ribadito l’importanza di un approccio rigoroso nella gestione delle pratiche di cittadinanza, affermando che “diventare cittadino italiano è una cosa seria”.

Un altro punto centrale della proposta è la limitazione del principio dello ius sanguinis. In futuro, la cittadinanza potrà essere trasmessa fino ai bisnonni, eliminando la possibilità di estendere il diritto ai discendenti di italiani nati all’estero dopo il bisnonno. Questo cambiamento mira a evitare abusi legati alla cittadinanza e a prevenire che questa venga vista come un “business”.

La proposta prevede inoltre un aumento delle tariffe per le pratiche di cittadinanza per gli oriundi italiani, con i Comuni che potranno richiedere fino a 600 euro per gestire le pratiche. I tempi di attesa per le domande di cittadinanza tramite matrimonio o residenza saranno ridotti a un anno, con una proroga massima di sei mesi, garantendo così una maggiore efficienza nel processo.

Tajani ha chiarito che la proposta non è volta a penalizzare alcun gruppo, ma piuttosto a risolvere questioni aperte sul tema dell’acquisizione della cittadinanza. Prima della sua presentazione ufficiale in Parlamento, il testo sarà discusso con gli alleati della coalizione di governo per una valutazione congiunta.

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Politica

L’ intervento di Orban a Pontida

A Pontida, il primo ministro ungherese Viktor Orbán è stato accolto con entusiasmo dal pubblico, che lo ha applaudito calorosamente durante il suo intervento. Sul palco insieme a Matteo Salvini, Orbán ha lodato il leader della Lega, definendolo “un eroe” per aver chiuso i confini italiani e difeso non solo l’Italia, ma anche l’Europa dall’immigrazione irregolare. “Meriterebbe una onorificenza, non un processo giudiziario,” ha dichiarato il leader ungherese, criticando duramente le azioni legali in corso contro Salvini, definendole una “vergogna.”

Il discorso di Orbán si è poi concentrato sul tema dell’immigrazione, ribadendo la sua posizione di fermezza. Ha affermato che l’Ungheria non consente l’ingresso di migranti illegali, mantenendo il numero di migranti a zero, e che chiunque voglia entrare deve attendere il permesso fuori dai confini nazionali. Ha minacciato che, se l’immigrazione irregolare in Europa dovesse proseguire, l’Ungheria trasferirà i migranti direttamente a Bruxelles, mettendoli davanti agli uffici delle istituzioni europee: “Se li vogliono, che se li tengano!”

Orbán ha anche espresso critiche contro le sanzioni imposte da Bruxelles all’Ungheria per la sua politica migratoria, definendole “una vergogna,” e ha ribadito la sua volontà di difendere la sovranità del Paese. Ha concluso il suo discorso enfatizzando i valori tradizionali della sua nazione, affermando che “in Ungheria il padre è uomo e la madre è donna” e che il Paese continuerà a resistere alle pressioni della sinistra internazionale su questi temi. Secondo Orbán, l’Ungheria è oggi “il Paese più sicuro d’Europa”.

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Politica

Comunità ebraica: la libertà di manifestare è stata compromessa ieri.

Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), ha espresso preoccupazione per gli eventi che si sono verificati durante una manifestazione a favore della Palestina. In un intervento che ha suscitato attenzione, Di Segni ha elogiato le forze dell’ordine per il loro operato, ma ha anche messo in guardia contro l’abuso della libertà di manifestare.

Secondo Di Segni, la manifestazione non ha rappresentato un libero pensiero, ma piuttosto un tentativo di destabilizzare un Stato di diritto. Ha sottolineato che le voci che si levano in favore dei palestinesi sono spesso strumentalizzate da coloro che, secondo lei, mirano alla distruzione di Israele, alimentando la violenza e distorcendo la verità.

In questo contesto, ha espresso il suo timore che gli slogan utilizzati durante la protesta possano esacerbare ulteriormente le tensioni tra le comunità, evidenziando come sia fondamentale proteggere il dialogo e il rispetto reciproco in un clima di crescente polarizzazione. La presidente ha invitato a una riflessione più profonda sulla questione, affinché si possa giungere a una comprensione più autentica e pacifica del conflitto israelo-palestinese.

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