Connect with us

Cronaca

Pavia | Ennesimo suicidio nelle carceri: Giovane detenuto si toglie la vita

Una drammatica vicenda ha scosso la Casa Circondariale di Pavia, dove un giovane ragazzo egiziano di circa 20 anni si è tolto la vita il 27 giugno nella sua cella. Il tragico evento è stato scoperto dalla Polizia Penitenziaria che ha prontamente intervenuto insieme agli operatori sanitari. Nonostante i soccorsi immediati e il trasporto in ospedale, le condizioni del giovane si sono rivelate disperate e giovedì, purtroppo, ha cessato di vivere.

La notizia ha aumentato il già pesante tributo di vite umane perse nel sistema penitenziario nel 2024, portando a 50 il numero totale di suicidi tra i detenuti, ai quali si aggiungono 5 membri della Polizia Penitenziaria. Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, ha espresso profonda preoccupazione riguardo alla situazione, criticando il decreto “carcere sicuro” recentemente introdotto dal governo.

De Fazio ha sottolineato la manifesta insufficienza del decreto, evidenziando le carenze strutturali, organizzative e di personale nel sistema carcerario italiano. Con più di 14.500 detenuti al di sopra della capacità effettiva delle carceri e una mancanza di 18.000 unità nel personale della polizia penitenziaria, la situazione è descritta come un “incendio di vastissime proporzioni”. Il segretario ha criticato la riduzione del corso di formazione per gli agenti penitenziari a soli 60 giorni effettivi, evidenziando la necessità di una maggiore professionalizzazione e specializzazione.

Infine, De Fazio ha esortato il governo, in particolare la premier Giorgia Meloni e il ministro della giustizia Carlo Nordio, a riconsiderare il decreto e adottare misure più incisive e immediate per affrontare la crisi carceraria che sta avendo conseguenze devastanti. Secondo De Fazio, il tempo per interventi efficaci è ormai scaduto, e ulteriori ritardi potrebbero rendere la situazione irreparabile.

Cronaca

Trieste | Rivolta nel carcere: detenuti denunciano condizioni disumane e sovraffollamento

La rivolta nel carcere Ernesto Mari di Trieste evidenzia le gravi problematiche che affliggono il sistema penitenziario italiano, con particolare enfasi sulle condizioni detentive precarie e il sovraffollamento. Durante l’insurrezione, che ha visto coinvolti circa 100 dei 260 detenuti, si sono verificati scontri tra detenuti e forze dell’ordine, che sono intervenute con gas lacrimogeni. Diversi detenuti sono stati portati via in ambulanza, e alcune aree del carcere sono state danneggiate da incendi appiccati dagli stessi detenuti.

Il tentativo di mediazione da parte del responsabile del carcere della Camera penale, Enrico Miscia, e della garante per i detenuti, Elisabetta Burla, non ha avuto successo. La protesta ha portato alla luce le condizioni disumane all’interno del carcere, con detenuti costretti a dormire a terra su materassi infestati da cimici. Questa situazione, aggravata dal caldo estivo e dal sovraffollamento, ha portato alcuni detenuti a malori, con quattro persone ricoverate al Pronto soccorso, tra cui due detenuti cardiopatici trasferiti all’esterno del carcere per sicurezza.

Il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, tramite il segretario generale Aldo Di Giacomo, ha denunciato l’abbandono del sistema penitenziario da parte dello Stato, chiedendo al governo e al ministro competenti di intervenire con soluzioni concrete e tempestive. Di Giacomo ha sottolineato la necessità di migliorare le condizioni sia per i detenuti che per il personale di polizia penitenziaria, al fine di evitare ulteriori rivolte e garantire la sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie.

La rivolta si è conclusa dopo ore di tensione, ma ha messo in luce ancora una volta la necessità urgente di riforme nel sistema carcerario italiano, con interventi che possano garantire condizioni di detenzione dignitose e rispettose dei diritti umani.

Continua a leggere

Cronaca

Torino | Smantellata una banda di rapinatori in villa: arrestati 3 Piemontesi e 2 Napoletani

I Carabinieri di Pinerolo (TO) e di Poggioreale (NA), insieme al Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Torino, hanno eseguito cinque misure cautelari nei confronti di persone gravemente indiziate di “rapina pluriaggravata in concorso”. Le misure sono state disposte dal Tribunale di Torino a seguito di un’indagine nata da una rapina avvenuta nel febbraio 2024 in una villa del Pinerolese.

L’episodio criminoso ha visto coinvolti quattro presunti malfattori, un 63enne, un 66enne (attualmente detenuto per altri reati a Forlì) di Pinerolo, un 60enne e un 29enne (Napoletani), con il supporto di un 53enne locale. La banda attese la vittima, una donna, fuori dalla sua abitazione e, approfittando dell’apertura del cancello automatico, entrò nel cortile mentre la donna stava parcheggiando. Uno dei rapinatori, armato di pistola, costrinse la vittima a entrare in casa. Un quinto complice rimase all’esterno della villa per fare da copertura in attesa del rientro del coniuge, che fu anch’egli bloccato e trattenuto insieme alla moglie. Durante la rapina, furono rubate 78 borse da donna, sette orologi di vari marchi pregiati e diversi monili in oro, per un valore complessivo superiore ai cinquantamila euro.

Le indagini sono state sviluppate in stretta collaborazione tra Carabinieri e Guardia di Finanza, rilevando convergenze significative tra questa rapina e altri contesti criminali. L’analisi, il monitoraggio e l’approfondimento condotti dal Reparto torinese della Guardia di Finanza hanno contribuito a delineare i profili di specifico interesse istituzionale.

Continua a leggere

Cronaca

Como | Sequestrati 80 Kg di Tabacco da Masticare al Confine Svizzero: Denunciato Pakistano

Nelle scorse ore, i funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli della Sezione Operativa Territoriale di Ponte Chiasso, insieme ai militari della Guardia di Finanza del Gruppo Ponte Chiasso, hanno effettuato un importante sequestro al valico autostradale di Brogeda, al confine con la Svizzera. Durante un controllo su un FLIXBUS in entrata in Italia proveniente dal Belgio, è stato fermato un viaggiatore di nazionalità pakistana, residente in Italia.

Il viaggiatore aveva dichiarato di non trasportare nulla di rilevante durante il controllo doganale eseguito ai sensi degli articoli 19 e 20 del D.P.R. n. 43/73 (Testo Unico delle Leggi Doganali, TULD). Tuttavia, questa dichiarazione non ha convinto gli agenti, che hanno deciso di procedere con ulteriori accertamenti sui due voluminosi bagagli del viaggiatore, riposti nella stiva del bus.

All’apertura dei due borsoni, gli agenti hanno trovato oltre 80 chilogrammi di tabacco da masticare, verosimilmente destinato alla vendita illegale sul territorio nazionale, in violazione del decreto legislativo n. 6/2016. Di conseguenza, il viaggiatore è stato denunciato a piede libero per la violazione dell’articolo 291 bis del T.U.L.D., che punisce il contrabbando di tabacchi lavorati esteri.

L’intero quantitativo di tabacco rinvenuto è stato sequestrato in conformità con la normativa vigente sulla repressione del contrabbando di prodotti del tabacco (legge 19 marzo 2001, n. 92), e sarà oggetto di confisca e successiva distruzione. Le indagini sono ancora in corso, e l’indagato è presumibilmente innocente fino alla conclusione del procedimento legale.

Questa operazione è il risultato del Protocollo d’intesa firmato ad aprile 2023 tra l’Agenzia delle dogane e dei monopoli e la Guardia di Finanza. Si inserisce in un più ampio dispositivo di prevenzione attuato presso i valichi di confine, mirato a presidiare la legalità e contrastare il traffico illegale di prodotti derivati dal tabacco da fumo.

Continua a leggere

DI TENDENZA

Copyright © 2023 RADIO HIT 24