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Cronaca

Cagliari | Sequestrate 100 Piante di Marijuana in un capannone

Nel rispetto dei diritti della persona indagata e della presunzione di innocenza, per quanto risulta allo stato, salvo ulteriori approfondimenti e in attesa del giudizio, si comunica quanto segue.

Nei giorni scorsi, le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Cagliari, nell’ambito della costante attività di contrasto al traffico di sostanze stupefacenti, hanno individuato un fabbricato rurale nelle campagne di Selargius adibito alla coltivazione illecita di circa 100 piante di canapa indica del tipo marijuana.

Durante il controllo economico del territorio, i Finanzieri hanno rilevato forti esalazioni riconducibili alla canapa provenienti da uno stabile. La presenza di un articolato sistema di aerazione forzata ha suggerito la possibile coltivazione illecita di marijuana.

Gli immediati approfondimenti investigativi hanno rivelato l’assenza di qualsiasi attività agricola autorizzata, inducendo le Fiamme Gialle a eseguire un controllo più accurato.

All’atto dell’accesso, gli operanti hanno sorpreso un soggetto (poi risultato gravato da precedenti di polizia in materia di sostanze stupefacenti) intento alla lavorazione delle piante di canapa. Le analisi di laboratorio eseguite dal Reparto Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri di Cagliari hanno confermato che si trattava di canapa indica con un valore di THC (principio attivo della marijuana) pari al 4%, ovvero sei volte superiore al limite consentito dalla normativa per la coltivazione della cosiddetta “canapa light”.

Dal quantitativo sequestrato di sostanza (in parte già essiccata e lavorata) si presume che sarebbe stato possibile ricavare infiorescenze e foglie, pronte per la vendita al dettaglio, corrispondenti a oltre 40.000 dosi di sostanza stupefacente del valore commerciale di oltre 400.000 euro.

Dopo aver proceduto al sequestro delle infiorescenze in fase di essiccazione e delle circa 100 piante ancora in fase di sviluppo, i Finanzieri hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, il responsabile.

Questo nuovo sequestro eseguito dalle Fiamme Gialle, che fa seguito a quello di rilevantissime dimensioni – circa 11.000 piante – eseguito nelle scorse settimane nelle campagne di San Giovanni Suergiu, sottolinea ancora una volta quanto sia redditizia la coltivazione della marijuana per quei gruppi criminali che fanno del traffico di stupefacenti il loro core business.

La Sardegna, d’altronde, è ormai da diversi anni in cima alle classifiche nazionali per quantitativi di marijuana sequestrata, evidenziando come il territorio regionale venga sempre più spesso sfruttato dalla criminalità locale convertitasi, negli anni, in azioni delittuose di questa natura.

Cronaca

Comiso(RG) |Tragico incidente in un’azienda vinicola: Antonino Giompiccolo muore travolto da un tir

A Comiso, in provincia di Ragusa, Antonino Giompiccolo, un dipendente 53enne di un’azienda vinicola, è rimasto vittima di un tragico incidente sul lavoro. Giompiccolo era uscito sul piazzale dell’azienda per assistere un Tir nella manovra, ma è stato investito e travolto dalle ruote posteriori del mezzo pesante. Purtroppo, i soccorsi si sono rivelati inutili.

I carabinieri della stazione di Comiso e lo Spresal sono intervenuti sul posto per effettuare i rilievi e i controlli sulla sicurezza del lavoro. Sul piazzale dell’azienda non sono presenti telecamere di sorveglianza e non ci sono testimoni dell’incidente.

Funerali di Giompiccolo mercoledì mattina

Sono stati programmati per mercoledì mattina alle 10:30, nella chiesa di San Giuseppe, i funerali di Salvatore Giompiccolo (registrato all’anagrafe come Antonino). La salma, dopo le verifiche del caso, è stata consegnata dalla magistratura alla famiglia, permettendo così di organizzare il corteo funebre che partirà dalla casa della vittima in via Montebello.

La dinamica dell’incidente è ancora in fase di definizione, ma dalle prime ricostruzioni sembra che Giompiccolo sia stato schiacciato da un autocarro guidato da un autista campano, che stava manovrando nel piazzale dell’azienda Avide. Giompiccolo, dipendente della stessa azienda, sposato ma senza figli, stava fornendo indicazioni per facilitare la manovra quando è stato travolto.

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Cronaca

Roma | Professore a processo per Abusi su Alunne di 11 Anni

La Procura di Roma ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio per un professore di un istituto paritario nell’area nord della Capitale, accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di dieci alunne di soli 11 anni. Secondo quanto emerso dalle indagini, le presunte molestie avvenivano durante le ore di lezione, quando le giovani studentesse venivano chiamate alla cattedra per correggere compiti o essere interrogate.

Gli episodi contestati nel periodo dal dicembre 2022 al maggio 2023 hanno portato all’assegnazione degli arresti domiciliari al docente di 43 anni. Attualmente, è interdetto dall’esercizio della professione per un periodo di 12 mesi.

La vicenda ha suscitato grande scalpore e sarà ora la magistratura a decidere sul futuro del processo, in un caso che ha sollevato profonde preoccupazioni nella comunità educativa e oltre.

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Cronaca

Giacomo Bozzoli irreperibile dopo la conferma dell’ergastolo per l’omicidio dello Zio

I carabinieri si sono presentati a casa di Giacomo Bozzoli sul lago di Garda per eseguire l’ordine di carcerazione emesso dopo la sentenza della Cassazione che ha confermato l’ergastolo già deciso nei primi due gradi di giudizio per l’omicidio dello zio Mario. Tuttavia, il 40enne bresciano non è stato trovato. Secondo il padre Adelio, il figlio avrebbe dovuto trascorrere la giornata in quella residenza, in attesa della pronuncia della Suprema Corte. Ma di lui, al momento, non vi è traccia.

A poche ore dalla conferma della Cassazione, Giacomo Bozzoli risulta dunque irreperibile. Le sue responsabilità nell’omicidio erano state accertate dalla Corte d’Assise di Brescia e confermate dalla Corte d’Assise d’Appello, e ora anche dalla Cassazione. Gli uffici della Procura di Brescia hanno ricevuto l’estratto della sentenza della Cassazione, atto fondamentale per poter emettere l’ordine di carcerazione. Secondo i giudici della Suprema Corte, l’imprenditore Mario Bozzoli fu gettato nel forno della fonderia di famiglia la sera dell’8 ottobre 2015, a Marcheno (Brescia).

Giacomo Bozzoli, che in questi nove anni è sempre rimasto in libertà, non ha seguito l’udienza a Roma, dove invece era presente il padre Adelio. Quest’ultimo ha riferito che il figlio, ritenuto da lui innocente, si trovava nella sua abitazione sul lago di Garda. Resta ora da capire se il 40enne deciderà di costituirsi, poiché i carabinieri, recatisi alla sua abitazione per condurlo in carcere, non lo hanno trovato.

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