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Campania

Aversa (NA) | Sequestrati Crediti per Oltre 117 Milioni di Euro: Coinvolte 800 Società nel SuperAce

Decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP presso il Tribunale di Napoli Nord, su richiesta della Procura della Repubblica. Il provvedimento riguarda 800 società e i crediti relativi alle agevolazioni per la crescita economica, conosciute come “SuperAce”, per un valore complessivo di oltre 117 milioni di euro.

Questo sequestro rappresenta l’epilogo di un’ampia attività di indagine che ha coinvolto truffe legate alle agevolazioni concesse per le ristrutturazioni edilizie. Dal 2022, la Procura della Repubblica di Napoli Nord, in stretta collaborazione con il Gruppo della Guardia di Finanza di Frattamaggiore, ha già sottoposto a sequestro crediti fittizi per un totale di 1,6 miliardi di euro.

L’operazione, che si inserisce in un contesto di contrasto alle frodi finanziarie, evidenzia l’importanza della sinergia tra le istituzioni nella lotta contro le truffe economiche. Le agevolazioni “SuperAce” sono state introdotte per stimolare la crescita economica, ma sono state sfruttate in modo fraudolento da numerose società, portando a questo significativo intervento giudiziario.

Ulteriori dettagli nella conferenza stampa prevista per oggi

Campania

Montemarano (AV)| Bambino di otto anni perde la vita battendo la testa

A Montemarano, provincia di Avellino, si è verificata una tragedia in cui un bambino di otto anni ha perso la vita in seguito a un incidente domestico.

La dinamica esatta dell’incidente, avvenuto mercoledì sera verso le 20:00, è ancora da chiarire: sembra che il piccolo sia caduto battendo la testa. La vittima, figlio unico di una coppia residente nella contrada rurale di Macchia del Monte, si preparava a accompagnare i genitori a una festa patronale in una frazione vicina.

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Campania

Napoli | Omicidio Colposo di Antonio Balestrieri: condanna confermata

La corte d’assise di Appello di Napoli ha confermato la condanna dell’imprenditore svizzero Stephan Ernest Schmidheiny a tre anni e mezzo di carcere per omicidio colposo, legato alla morte di Antonio Balestrieri, un operaio dello stabilimento Eternit di Bagnoli, Napoli. Balestrieri è deceduto a causa di una lunga esposizione all’amianto, una sostanza pericolosa e cancerogena.

La sentenza rappresenta un momento di soddisfazione per l’Osservatorio nazionale amianto, dopo la delusione del primo grado dove le richieste dei pubblici ministeri non erano state pienamente accolte. Secondo l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio, la decisione della corte d’assise offre un minimo di conforto, anche se nulla potrà riportare in vita le vittime dell’amianto.

Il processo ha evidenziato gravi negligenze nell’uso dell’amianto nello stabilimento Eternit, con operai che lavoravano senza adeguati mezzi di protezione in un ambiente contaminato. Le condizioni erano così pericolose che molti operai hanno contratto malattie mortali come l’asbestosi e il mesotelioma, causate dalla continua esposizione alla polvere di amianto.

L’Osservatorio ha sottolineato che i sacchi contenenti amianto venivano scaricati senza precauzioni dalle navi, mentre i lavoratori erano ignari del rischio che correvano. Le conseguenze sono state devastanti: gli operai sono morti uno dopo l’altro, seguiti dai loro familiari che venivano a contatto con le sostanze nocive portate a casa sulle tute da lavoro o trasportate nell’aria.

Il caso, noto come Eternit Bis, è parte di una serie di procedimenti giudiziari scaturiti dalle inchieste sullo stabilimento Eternit. La sentenza odierna rappresenta un passo avanti nella ricerca di giustizia per le vittime dell’amianto, con la conferma della richiesta di risarcimento danni avanzata dall’Osservatorio, che si è costituito parte civile nel processo insieme all’avvocata Flora Abate.

La decisione giudiziaria segna un ulteriore tassello nella battaglia per la giustizia contro gli effetti dannosi dell’amianto, un materiale che ha causato sofferenza e morte tra gli operai e le loro famiglie, lasciando un segno indelebile nella storia industriale italiana.

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Campania

Sequestrata isola a Dubai dal tribunale di Napoli: era di proprietà della camorra

L’arcipelago artificiale di lusso “The World” a Dubai, noto per il suo sfarzo e opulenza, è diventato il centro di una complessa indagine giudiziaria italiana con l’inaspettato sequestro dell’isola chiamata “Taiwan” da parte del Tribunale di Napoli.

Questa isola è diventata un simbolo del fallimento dei sogni di Raffaele Imperiale, capo clan della camorra, che aveva pianificato di creare un rifugio dorato utilizzando i proventi delle sue attività illecite. Imperiale, arrestato a Dubai nel 2021 e recentemente pentito, ha collaborato con la giustizia italiana rivelando che l’acquisto dell’isola nel 2008, per circa 30 milioni di euro, era stato finanziato con denaro proveniente dalle attività criminali del suo clan.

Il sequestro dell’isola “Taiwan” rappresenta non solo un duro colpo economico per la camorra, ma anche un simbolo della vittoria della giustizia sulla criminalità organizzata. La giudice Maria Luisa Miranda del Tribunale di Napoli ha emesso il decreto di sequestro basandosi sulle informazioni fornite da Imperiale, avviando il processo per la sua acquisizione definitiva attraverso una rogatoria internazionale.

Il futuro dell’isola “Taiwan” rimane incerto: potrebbe essere confiscata dallo Stato italiano e utilizzata per fini sociali, come un centro di recupero per tossicodipendenti o un centro di accoglienza per migranti, oppure essere venduta all’asta per risarcire le vittime della criminalità organizzata.

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