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Politica

Europee: Forza Italia domina in Sicilia, più del doppio dei voti a livello nazionale

Forza Italia ha conquistato un trionfo significativo in Sicilia, emergendo come il primo partito con oltre il 23,6% delle preferenze. Questo risultato rappresenta un notevole miglioramento rispetto al passato, con un aumento di sette punti rispetto ai risultati di cinque anni fa, quando era guidato da Gianfranco Miccichè. Allo stesso tempo, supera di tre punti Fratelli d’Italia, attestandosi al 20,18%. Insieme, questi due partiti raccolgono il 43% dei voti dei siciliani, in un’elezione caratterizzata da un’affluenza del 38%, la più bassa d’Italia dopo la Sardegna.

Edy Tamajo, assessore regionale e vicino al governatore Renato Schifani, è emerso come una figura di spicco per Forza Italia. Con quasi 118.000 voti, Tamajo si è confermato una superstar delle preferenze, superando persino il totale dei voti di Forza Italia e Noi Moderati nell’isola. Al livello regionale, solo Giorgia Meloni ha ottenuto più preferenze di lui, con 177.000 voti. La capolista Caterina Chinnici, sponsorizzata dal leader Antonio Tajani, si posiziona al terzo posto, con un distacco di 30.000 voti dal primo, dietro anche a Marco Falcone, che perde la sfida interna con Tamajo per la leadership nel partito. Massimo Dell’Utri, candidato sostenuto da Totò Cuffaro, si classifica al quarto posto con oltre 65.000 preferenze.

Il Movimento 5 Stelle si attesta come terza forza in Sicilia con il 16%, anche se ha perso circa metà dei voti rispetto a cinque anni fa. Il Partito Democratico si ferma al 14%, dieci punti sotto il dato nazionale e due in meno rispetto alle precedenti elezioni europee.

Al di sotto della soglia di sbarramento del 4%, troviamo molte altre liste, con risultati deludenti per Matteo Renzi e Carlo Calenda, che hanno ottenuto rispettivamente 11.000 e 6.000 voti. La Lega di Salvini ha raggiunto appena il 7%, ben 13 punti in meno rispetto alle europee del 2019.

Per quanto riguarda la ripartizione dei seggi nella circoscrizione Isole, sono certi Giorgia Meloni e l’eurodeputato uscente Giuseppe Milazzo per Fratelli d’Italia; Edy Tamajo e Marco Falcone per Forza Italia; Elly Schlein per il Partito Democratico; Giuseppe Antoci per il Movimento 5 Stelle; Raffaele Stancanelli per la Lega; Ilaria Salis per Alleanza Verdi e Sinistra.

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Schlein “Bisogna ricostruire la sinistra ed è un lavoro difficile”

“La destra è andata al governo e fa la destra. Noi dobbiamo ricostruire la sinistra ed è un lavoro difficile. A queste elezioni europee il 50% di quelli che potevano andare a votare hanno scelto di non farlo e noi, partendo da questo, dobbiamo continuare con questo lavoro di ricucitura. Si può costruire un nuovo modo di fare politica”. Così la segretaria del Pd, Elly Schlein, a margine della presentazione di un libro a Milano. Bisogna “ricostruire e riaccendere insieme una speranza, solo così potremo costruire un’alternativa al governo più a destra della storia repubblicana”. “Non mi rassegnerò mai al fatto che il partito personale sia più efficiente – ha proseguito poi Schlein – . Io non sono tranquilla quando in un partito non vola una mosca.
Noi siamo più rumorosi ma evviva i partiti che sono realmente democratici e dove si discute perchè dall’altra parte non è detto che le cose vadano meglio”.

– foto: Agenzia Fotogramma –

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Politica

Mattarella “Marzabotto non separa più tedeschi e italiani, li unisce”

“Siamo qui per ricordare, perchè la memoria richiama responsabilità. Nella Seconda guerra mondiale si toccò il fondo dell’abisso. La barbarie, la cancellazione di ogni dignità umana. Italia, Germania ed Europa sono state capaci di risorgere da quell’inferno, costruendo libertà, pace, democrazia, diritti, comunità, una nuova sicurezza”. Così il presidente della Repubblioca, Sergio Mattarella, nel suo intervento per l’80mo anniversario della strage di Marzabotto.

“Presidente Steinmeier, desidero ringraziarla. La Repubblica italiana la ringrazia per essere qui, insieme ai nostri concittadini, ai familiari delle vittime, per condividere un anniversario così carico di significato storico e civile”, ha aggiunto. “Oggi, la sua presenza, caro presidente Steinmeier, è una ulteriore spinta ad andare avanti insieme nel costruire il futuro. In questa giornata, alla presenza del presidente Steinmeier, possiamo affermare, con le parole pronunciate dal Presidente Rau nel 2002, che Marzabotto è divenuto luogo che non separa più tedeschi e italiani ma li unisce”, ha sottolineato il capo dello Stato.

“Marzabotto e Monte Sole sono pietre angolari della Repubblica italiana. A ottant’anni da quei tragici giorni oggi avvertiamo più nitidamente che Marzabotto e Monte Sole sono simbolo e fondamenta dell’intera Europa, prova del nostro destino comune che, insieme, nei giorni scorsi, a Berlino come a Bonn e Colonia, abbiamo confermato di volere scegliere. Quello di un’Europa che non rinuncia, e anzi vuole sviluppare i suoi valori, la sua civiltà, il suo diritto, fondato sul primato della persona”, ha concluso il presidente della Repubblica.

-Foto: Agenzia Fotogramma-

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Politica

Conte “Renzi è una tigre di carta a cui il Pd ha ridato spazio”

Il leader del M5S Giuseppe Conte mette i paletti sull’alleanza a sinistra: “Con il Pd c’è un problema: ha ridato spazio a Renzi. E’ una ferita che si allarga, con lui non ci stiamo”. Ed esclude che ci siano divergenze di natura personale con il leader di Iv: “E’ questione di credibilità e affidabilità dei compagni di viaggio”. “Se vogliamo costruire un progetto unitario serio, bisogna anche assumere un atteggiamento costruttivo e di rispetto verso gli alleati”, sottolinea Conte, in una intervista al Corriere della Sera. “Schlein – aggiunge – ha di fatto restituito centralità politica a Renzi, che è un fattore divisivo e ha sempre voluto distruggere il M5S. E questo, senza neppure prendersi la briga di avvertirmi e avere un serio confronto politico con me e gli altri alleati. Così il campo giusto si sfalda e si indebolisce e lo affermo garantendo la nostra autentica vocazione unitaria e la nostra determinazione nell’obiettivo di dare al Paese un’alternativa realmente competitiva a Meloni. Per la mia comunità è una ferita che rischia di allargarsi sempre più”.

Per l’alleanza in Liguria, “ci siamo sentiti. Ho ribadito a lei e a Orlando le nostre richieste. Il problema è che l’ambigua formula di Schlein del ‘no vetì ha consentito a Renzi di avere uno spazio nel campo progressista, appena dopo avere negoziato le nomine sulle partecipate con Meloni e votato con questa maggioranza in tanti significativi passaggi parlamentari”. “Non è solo la mia comunità, che non accetterebbe mai questo abbraccio mortale – puntualizza Conte -. Gli stessi elettori del Pd, alla Festa dell’Unità e quando mi fermano per strada, mi chiedono di tenere fuori Renzi per non inquinare il progetto politico che stiamo costruendo”. “Non possiamo farci abbindolare da una tigre di carta – prosegue -. Non solo è un grave errore politico che ci toglierebbe consenso, ma in caso di vittoria sarebbe una mina interna pronta a fare implodere il governo e a tenerlo costantemente sotto ricatto. Se questo diventerà lo schema di tutto il Pd, anche se persone come Bettini ne avvertono tutti i pericoli, noi non ci saremo”.

Conte ribadisce di non avere alcun problema personale con Renzi: “Sarebbe molto più semplice – spiega -. E’ una questione di credibilità e affidabilità dei compagni di viaggio. Noi contrastiamo non solo il merito, ma anche il metodo di far politica di Renzi. E’ inaccettabile prendere soldi dal popolo italiano e da governi stranieri ed è altrettanto inaccettabile garantirsi posti nelle istituzioni italiane per fare affari in giro per il mondo”. “Non esagero affatto – prosegue -. Noi siamo in politica per contrastare la perniciosa contaminazione con gli affari, per introdurre una cristallina legge sul conflitto di interessi e sulla regolamentazione delle lobby…”.

“Come si può portare la gente a votare e sperare di vincere contro il sistema Toti imbarcando i renziani che, dopo essere stati in giunta con il candidato della destra Bucci, adesso provano a rientrare dalla finestra nella nostra coalizione infilandosi nelle liste?”, si chiede Conte, che poi aggiunge: “Noi abbiamo generosamente e lealmente accettato di sostenere Orlando e abbiamo chiesto ‘fuori i renzianì per rendere vincente il progetto. Ci batteremo per cambiare il sistema opaco che ha governato la Liguria attraverso scambi di favori illeciti tra politici e imprenditori, i quali adesso stanno tutti patteggiando”.

In merito alla Rai, dichiara: “Per alcuni la politica è un teatrino delle ipocrisie e delle menzogne. Renzi si ritrova a fianco della Schlein a ripulirsi l’anima, dopo aver cambiato la legge nel 2015 che gli ha consentito di passare da anni di selvaggia lottizzazione partitica alla lottizzazione governativa. Mi dispiace che Schlein si ritrovi con i suoi corifei a insultarci, dopo che fino al giorno prima si erano strenuamente impegnati, lo leggo dai giornali, a combattere posto dopo posto in ogni testata giornalistica della Rai”. “Il M5S ha una chiara identità progressista – sottolinea -. Non ho mai sentito nè Meloni nè nessun esponente del centrodestra per questa votazione in Parlamento. Si trattava di eleggere due componenti del cda che, come sempre da tempo immemore, sono in quota alle opposizioni per esercitare le necessarie funzioni di garanzia”.

“Il Pd – aggiunge – ha deciso con Renzi l’Aventino. Abbiamo subito detto che era una stupidaggine e non li avremmo seguiti. La stessa cosa ha fatto Avs alla luce del sole”. E sulla presidenza a Simona Agnes, “non cambiamo idea. Non è una presidenza di assoluta garanzia perchè frutto di una specifica designazione partitica. Non avrà i nostri voti”. “Il cda – poi dichiara – è un organo dove le opposizioni ci devono essere, tanto più che parliamo di Telemeloni. Sarebbe bello se il Pd volesse fare l’Aventino sulle testate e chiedesse a tutti i suoi designati di fare un passo indietro”. E conclude: “La questione Renzi si sta rivelando distruttiva. Rischia di diventare un argomento di grande implosione per la costruzione di un progetto alternativo a Meloni. Non posso accettare che la mia comunità sia calpestata e presa in giro sui princìpi di etica pubblica e contrasto dell’affarismo che per noi sono l’abc della buona politica. Ma non disconosciamo il percorso fatto sin qui con Pd e Avs, dal salario minimo al contrasto all’autonomia differenziata”.
– foto Agenzia Fotogramma –

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