Cronaca
Caso Denise Pipitone | La mamma: “Dopo 20 anni ritrovate due cimici funzionanti in casa”
Denise Pipitone torna protagonista di un nuovo mistero. Durante lavori di manutenzione, Piera Maggio, madre della bambina scomparsa nel 2004 a Mazara del Vallo, ha fatto una scoperta inquietante: due cimici, funzionanti e collegate alla rete elettrica, rinvenute nella propria abitazione. Maggio ha reso nota la scoperta tramite un post su Facebook, accompagnato da una foto delle microspie.
Le cimici, ritrovate dopo vent’anni, sollevano interrogativi su come siano state collocate e se qualcuno abbia violato la loro proprietà nel corso del tempo. Maggio ha dichiarato di aver sempre mantenuto trasparenza e di non avere nulla da nascondere, sottolineando che la scoperta è avvenuta casualmente durante lavori di manutenzione.
La madre di Denise Pipitone si chiede ora se, al termine di un’indagine, le apparecchiature utilizzate dagli investigatori dovrebbero essere recuperate, considerando che potrebbero appartenere allo Stato. In caso affermativo, sorge la domanda se debbano essere risarciti per l’utilizzo della loro rete elettrica per oltre due decenni.
La scoperta delle cimici aggiunge un nuovo elemento di mistero al caso di Denise Pipitone, sollevando interrogativi sul passato e sull’uso delle tecnologie di sorveglianza nelle indagini.
Cronaca
Brindisi | Volo Ryanair: evacuati 184 passeggeri a causa di un principio di incendio
Un episodio di emergenza ha coinvolto un volo Ryanair all’aeroporto di Brindisi, dove 184 passeggeri, insieme ai membri dell’equipaggio, sono stati evacuati a causa di un principio di incendio sul velivolo, diretto a Torino. L’incidente si è verificato durante la fase di rullaggio, quando il aereo era già in fase di decollo.
Fortunatamente, nessuno ha riportato ferite. Aeroporti di Puglia ha comunicato che, a seguito del problema riscontrato, è stata disposta la chiusura temporanea dello scalo pugliese, con conseguenti sospensioni dei voli in arrivo e in partenza. L’evacuazione dei passeggeri è avvenuta tramite gli scivoli di emergenza, e tutte le operazioni sono state gestite in condizioni di massima sicurezza.
Le autorità aeroportuali stanno monitorando la situazione per garantire il ripristino delle normali operazioni.
Campania
Napoli: Arresti per 60 Sospetti di Camorra
Napoli si trova nuovamente al centro di un’importante operazione contro la criminalità organizzata. Questa mattina, un’ampia operazione di polizia ha portato all’arresto di 60 individui accusati di gravi crimini legati alla camorra, inclusi tentativi di omicidio, estorsione e traffico di droga.
Circa 350 agenti hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare nella zona orientale della città, con un focus particolare sui clan De Micco e De Martino. L’operazione, guidata dalla Direzione distrettuale antimafia, è stata autorizzata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli.
Le accuse rivolte agli arrestati sono molteplici e includono associazione di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, possesso illegale di armi e ordigni esplosivi, furto e ricettazione. Questo blitz rappresenta un significativo passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata nella regione, evidenziando l’impegno delle autorità nel combattere l’influenza della camorra e garantire la sicurezza dei cittadini.
Cronaca
Arrestato un Hacker Siciliano: Breccia nei Sistemi del Ministero della Giustizia
Un hacker originario della Sicilia è stato arrestato dalla Polizia Postale dopo un’indagine durata anni, durante la quale è riuscito a compromettere i sistemi informatici del Ministero della Giustizia, accedendo a informazioni sensibili e documenti riservati. Il giovane, quasi 24enne, è stato fermato nell’ambito dell’“Operazione Dominio”, un’azione coordinata dalla Procura di Napoli e dalla Procura Nazionale Antimafia.
Le indagini hanno rivelato che il sospetto non si limitava solo all’accesso non autorizzato ai dati del ministero. Era coinvolto in attività criminali più ampie, compreso il controllo di mercati neri sul dark web, da cui avrebbe drenato circa 3 milioni di euro in criptovalute. Per nascondere la sua attività illecita, utilizzava sofisticati metodi di anonimizzazione, come server esteri e meccanismi di cifratura.
L’hacker si era infiltrato nei sistemi attraverso tecniche avanzate, tra cui phishing mirato e la compromissione di credenziali di accesso. Questo gli ha permesso di accedere a dati critici non solo del Ministero della Giustizia, ma anche di importanti aziende italiane. Gli investigatori hanno sequestrato terabyte di dati, alcuni dei quali coperti da segreto investigativo, dislocati anche su server all’estero.
Un aspetto interessante di questa vicenda è che le manovre dell’hacker hanno costretto gli inquirenti a tornare a metodi investigativi tradizionali, rinunciando a comunicazioni digitali per timore di intercettazioni. Al momento, oltre al principale indagato, sono sotto esame altre tre persone, e le indagini continuano per comprendere l’estensione della rete criminale e i suoi legami con altri gruppi di hacker sia italiani che internazionali.
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