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Attualità

Giorgia Meloni pubblica il monologo di Scurati sul 25 aprile: “Io non chiederò mai la censura” LEGGI IL TESTO INTEGRALE

“In un’Italia piena di problemi, oggi la sinistra sta sollevando un’altra polemica. Questa volta riguarda una presunta censura di un monologo di Scurati in occasione del 25 Aprile”. Così scrive la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sul suo profilo Facebook, commentando le controversie sulla cancellazione del monologo. “La sinistra urla al regime, mentre la Rai afferma di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo. Non conosco la verità, ma sono qui per pubblicare liberamente il testo del monologo (che spero di non dover pagare) per due motivi: 1) Chi è stato sempre emarginato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno. Neanche di coloro che pensano di poter finanziare la propria propaganda contro il governo con i soldi dei cittadini. 2) Affinché gli italiani possano valutarne liberamente il contenuto”. “Buona lettura”, conclude la premier, pubblicando il testo integrale del monologo oggetto delle polemiche.

La replica dello scrittore

“Stimata Presidente, ho letto le sue affermazioni che riguardano me. Lei stessa ammette di non conoscere ‘quale sia la verità’ riguardo alla cancellazione del mio intervento in Rai. Vorrei informarla che ciò che lei afferma incautamente, nonostante la sua ammissione di ignoranza sulla verità, è falso sia riguardo al compenso sia all’impegno richiesto. Non credo di meritare questa ulteriore diffamazione. Non ho polemizzato con nessuno, né prima né dopo. Sono stato coinvolto in questa vicenda contro la mia volontà. Ho semplicemente accettato l’invito a partecipare a un programma televisivo pubblico per scrivere un monologo, a un prezzo concordato con l’azienda dalla mia agenzia, in linea con gli standard degli scrittori che mi hanno preceduto.”

“In realtà, la decisione di cancellare il mio intervento è stata chiaramente motivata da ‘ragioni editoriali’, come esplicitato in un documento aziendale ora reso pubblico”, sottolinea Scurati. “Il mio punto di vista sul fascismo e sul postfascismo, basato su fatti concreti, doveva essere soppresso. E continua ad esserlo, mentre il dibattito viene deviato verso la questione apparentemente pretestuosa del compenso. Pur di confondere le acque e nascondere la vera questione sollevata dal mio intervento, un capo di governo, usando il suo potere esorbitante, non ha esitato a lanciare attacchi personali e diffamatori contro di me, un cittadino privato e uno scrittore, suo connazionale, tradotto e letto in tutto il mondo.”

Il testo del monologo

“Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro. Mussolini fu immediatamente informato.

Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania. In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati.

Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via. Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023). Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”.

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Mattarella in visita alla sede dell’UNHCR a Ginevra

Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha visitato oggi la sede dell’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati a Ginevra. La visita, a 70 anni esatti dalla ratifica della Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati del 1951 da parte dell’Italia, conferma la forte collaborazione fra l’Italia e l’UNHCR e sottolinea l’impegno e la solidarietà dell’Italia nei confronti dei rifugiati e dei richiedenti asilo in tutto il mondo.
Al suo arrivo, il Presidente Mattarella è stato accolto da Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, accompagnato da Philippe Leclerc, Direttore regionale dell’UNHCR per l’Europa, e Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino, e ha salutato lo staff di nazionalità italiana dell’Agenzia ONU per i Rifugiati.

“Sono lietissimo di questa occasione di incontro e di essere qui per la prima volta come Presidente della Repubblica Italiana, non soltanto per incontrarsi, ascoltarsi e dialogare ma per rendere omaggio a quello che qui viene svolto. E’ un punto cruciale, sempre di più della vita internazionale perchè è un costante richiamo, sempre più necessario a quanto sembra, alla dimensione umana della convivenza internazionale”, ha detto Mattarella nel suo saluto.
“Per questo il sostegno all’Agenzia, l’apprezzamento per quello che fa è elevatissimo ed è assolutamente pieno. Un piacere salutare tutti coloro che operano qui in questo segmento fondamentale delle Nazioni Unite che riguarda gli aspetti di emergenza costante – ha aggiunto il capo dello Stato -. Per me è un gran piacere salutare gli italiani che lavorano qui, siete per il nostro Paese una rappresentanza di primissimo livello nella dimensione internazionale. Portate qui il contributo del nostro modo di pensare, della civiltà, della volontà di pace, di rispetto della dignità umana. Questo è un contributo alla vita internazionale e al prestigio del nostro Paese”.

“Questo incontro – spiega l’UNHCR in una nota – ha rappresentato un’importante occasione per ringraziare il Presidente Mattarella per l’impegno dell’Italia volto a sostenere la protezione dei rifugiati a livello globale e in Italia. Tale impegno include il supporto ai Paesi che ospitano le popolazioni più grandi di rifugiati e sfollati, e l’attivazione ed ampliamento di percorsi sicuri e regolari per accedere alla protezione in Europa. Dal 2015, oltre 10.000 persone sono arrivate in Italia con programmi di reinsediamento, corridoi umanitari, evacuazioni di emergenza e altri canali complementari, posizionando l’Italia come un punto di riferimento a livello globale in quest’area”.

“Sono grato al Presidente Mattarella per il suo sostegno di lunga data alle questioni riguardanti le persone rifugiate”, ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario per i Rifugiati. “L’Italia è un partner cruciale a livello globale sia per il sostegno umanitario che fornisce all’estero sia per la solidarietà che dimostra nel Paese nei confronti delle persone che necessitano di protezione internazionale. L’approccio positivo del Presidente è un esempio per gli altri nel tentativo di promuovere la coesione sociale e la comprensione reciproca”.
La collaborazione dell’UNHCR con l’Italia, Paese situato ai confini esterni dell’Europa, si è notevolmente ampliata nel corso degli anni, con l’UNHCR attivamente impegnata a lavorare con i governi italiani per garantire la protezione e le soluzioni per le persone che arrivano in primo luogo attraverso le rotte del Mediterraneo e dei Balcani. L’UNHCR collabora inoltre con la società civile, le autorità locali, le università e il settore privato che, come Sistema Paese, portano un contributo indispensabile per la protezione e l’integrazione dei rifugiati, così come dimostrato negli impegni presi al Forum Globale sui Rifugiati del 2023.

L’Italia è diventata uno dei primi 20 donatori globali dell’UNHCR, e la visita del Presidente Mattarella rappresenta un momento significativo per l’UNHCR e per il rafforzamento delle relazioni tra l’Agenzia e l’Italia. L’Italia continua a giocare un ruolo cruciale nel fornire protezione e aiuti alle persone costrette alla fuga e nel promuovere gli sforzi umanitari e il sostegno ai Paesi ospitanti e a quelli di transito.

– Foto ufficio stampa Quirinale –

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Catania | Un intervento tempestivo della Polizia salva anziana disorientata nel centro storico

Questura di Catania

Nelle vie del centro storico di Catania, un intervento della Polizia di Stato ha permesso di portare in salvo un’anziana signora di 80 anni, ritrovata mentre vagava in preda al disorientamento. Il pronto intervento degli agenti della squadra Volanti è stato attivato dopo diverse segnalazioni da parte di cittadini preoccupati per la sicurezza della donna.

Gli agenti hanno rapidamente individuato l’anziana, che appariva spaventata e confusa, oscillando tra momenti di lucidità e attimi di smarrimento. Dopo averla rassicurata, i poliziotti l’hanno accompagnata in auto e hanno richiesto assistenza sanitaria per valutare le sue condizioni.

Grazie a un dialogo empatico, gli agenti sono riusciti a raccogliere informazioni utili per identificare la donna, permettendo così di contattare un familiare. Quest’ultimo, allertato prontamente, si è recato sul luogo per riabbracciare la congiunta, che si era allontanata da casa senza fare ritorno.

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Piano Mattei, nuova mission per la base spaziale di Malindi

Nell’ambito della sua visita ufficiale in Kenya, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha visitato il Centro Spaziale “Luigi Broglio” a Malindi, nella penisola di Ngomeni. La visita del ministro Urso, Autorità delegata alle politiche spaziali e aerospaziali, avviene a 60 anni dalla fondazione del centro, istituito nel 1964 nell’ambito del progetto San Marco e intitolato al suo ideatore, il professor Luigi Broglio: qui ebbe inizio l’avventura spaziale italiana.
Durante la sua missione in Kenya, il ministro Urso è stato accompagnato dal presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Teodoro Valente, dal Generale Franco Federici, consigliere militare del Presidente del Consiglio e segretario del Comitato Interministeriale per lo Spazio, da una delegazione delle principali aziende italiane del settore aerospaziale (Avio, Leonardo, Telespazio) e dal delegato per l’Aerospazio di Confindustria, Giorgio Marsiaj.

Dopo una visita al Centro Spaziale ASI di Malindi, Urso e il ministro della Difesa del Kenya, Soipan Tuya, hanno presieduto una Riunione del Consiglio congiunto dei Ministri. Al centro dell’iniziativa, rilanciata da Urso nel 2023 dopo un lungo periodo di inattività, il futuro del centro spaziale di Malindi, dove attualmente operano 200 persone in attività di controllo orbitale e ricezione di dati da satelliti e vettori. Questa base, gestita dall’Agenzia Spaziale Italiana, e l’annessa Scuola internazionale di Formazione in discipline spaziali, potrebbero diventare il fulcro, nell’ambito del Piano Mattei promosso dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, di una cooperazione spaziale allargata ai Paesi del Corno d’Africa e dell’Africa orientale.

“Oltre 60 anni fa, l’avventura spaziale dell’Italia ebbe inizio proprio da Malindi. Oggi desideriamo conferire una nuova mission a questa base, che potrebbe diventare il luogo di formazione per gli operatori dello Spazio dei paesi africani che hanno appena costituito la loro Agenzia spaziale continentale”, ha dichiarato il ministro Urso. L’agenzia spaziale africana avrà sede a Il Cairo, dove il ministro Urso si è già recato per porre le basi della futura collaborazione con l’Italia. L’Agenzia Spaziale Italiana “potrebbe inoltre formare il primo astronauta keniano, e quindi africano, della storia, con le stesse modalità con cui sono oggi formati gli astronauti italiani” ha aggiunto Urso.

“L’osservazione della Terra dallo spazio, settore in cui l’Italia è leader, offre poi ulteriori opportunità di cooperazione con l’Africa per la gestione delle risorse naturali, la promozione di un’agricoltura sostenibile e la lotta ai cambiamenti climatici – ha proseguito Urso -. L’intelligenza artificiale e lo spazio evidenziano quanto il Piano Mattei sia innovativo, in grado di porre le basi per lo sviluppo dell’Africa, percorso in cui l’Italia potrà assumere un ruolo da protagonista”.In occasione della visita al centro spaziale dell’Agenzia Spaziale Italiana, il ministro Adolfo Urso, insieme al ministro della Difesa del Kenya, Soipan Tuya, e al presidente dell’ASI, Teodoro Valente, ha inaugurato il “Luigi Broglio Space Museum”: il museo racconta la storia di questa che fu la prima base di lancio equatoriale marittima al mondo, dalla quale sono stati effettuati un totale di 9 lanci satellitari, a partire dal satellite italiano “San Marco 2” il 26 aprile 1967, e una ventina di lanci orbitali.

– Foto ufficio stampa Mimit –

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