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Calabria

Reggio Calabria | Tiziana Iaria racconta del rapimento-lampo


Tiziana Iaria, responsabile del Centro antiviolenza “Margherita, ha reso pubblici i dettagli del suo rapimento, oggetto di indagine da parte della Squadra Mobile di Reggio Calabria. Ha raccontato l’episodio durante una conferenza stampa tenutasi presso la sede del Centro insieme all’avvocata Denise Serena Albano.

Iaria ha narrato di essere uscita dall’ufficio alle 9 per consegnare dei documenti all’avvocato. Lungo il percorso, una signora con un bambino in braccio le ha chiesto gentilmente aiuto per far salire il bambino in macchina. Essendo abituata ad aiutare gli altri, ha accettato e, una volta salita nella vettura, ha perso conoscenza. Questo è quanto si ricorda di quel giorno.

Sul rapimento avvenuto il 21 marzo, ha aggiunto di aver sentito un forte odore di ammoniaca vicino al bambino e all’interno dell’auto. La donna rapitrice era giovane, magra, con capelli neri. Pare che nel sequestro siano stati coinvolti due uomini che l’hanno tenuta chiusa in una stanza senza finestre per poi liberarla il giorno successivo, trasportandola fino a casa con un pullmino.

I rapitori, secondo il racconto di Iaria, non l’hanno legata né imbavagliata, né le hanno fatto del male. Le uniche istruzioni date erano di salire, scendere, stare zitta e abbassare la testa. La voce che impartiva gli ordini era maschile, anche se Iaria non ha mai visto i rapitori, tranne uno con una sottile barba che aveva intravisto di spalle.

Rispondendo alle domande degli investigatori, ha affermato di non aver opposto resistenza per paura di aggravare la situazione. Ha raccontato di essere stata interrogata per sette ore consecutive, durante le quali le sono state poste molte domande, ma le è stato vietato di rispondere. Ha ammesso di aver chiesto spiegazioni sull’utilità delle domande, ricevendo come risposta che, anche se le sembravano stupide, erano rilevanti per l’indagine. La conferenza stampa è stata anche l’occasione per chiarire le polemiche riguardo alla qualifica di psicologa di Tiziana Iaria. L’avvocata Albano ha dichiarato che Iaria ha una laurea, ma non esercita la professione di psicologa e non è iscritta a un albo professionale.”

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Soveria Mannelli | Grave incidente sul lavoro: operaio di 61 anni ferito gravemente da una motosega

Un tragico incidente si è verificato a Soveria Mannelli, nella provincia di Catanzaro, dove un operaio di 61 anni è stato gravemente ferito mentre tentava di abbattere un albero con una motosega. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’uomo avrebbe perso il controllo dell’attrezzo, causando il colpo della lama alla base del collo e recidendo la vena giugulare.

I carabinieri hanno avviato immediati accertamenti per comprendere la dinamica precisa dell’incidente. L’uomo è stato prontamente soccorso e trasportato in ospedale a Soveria Mannelli, da dove è stato poi trasferito in elisoccorso al nosocomio di Catanzaro. Qui è stato sottoposto a un intervento chirurgico delicato, durante il quale i medici sono riusciti a fermare l’emorragia grave e a riparare i vasi sanguigni danneggiati.

Attualmente l’operaio è ricoverato in prognosi riservata e sotto stretta osservazione nel reparto di rianimazione dell’ospedale. La situazione rimane critica mentre i sanitari continuano a monitorare attentamente le sue condizioni.

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Calabria

‘Ndrangheta Limbadi | Pentito rivela informazioni su Diego Mancuso e il mistero di Maria Chindamo

Diego Mancuso, il capo della ‘ndrangheta di Limbadi (Vv), avrebbe utilizzato un telefono cellulare mentre era in carcere per informarsi sugli affari del clan al di fuori della prigione. Tra questi affari rientrava l’interesse del suo clan per l’acquisizione dei terreni agricoli di Maria Chindamo, imprenditrice di Laureana di Borrello (Rc), la quale scomparve nel maggio del 2016 davanti al cancello della sua proprietà a Limbadi, il cui corpo non è mai stato trovato.

Queste informazioni sono state rivelate oggi da Andrea Mantella, un collaboratore di giustizia, durante il suo testimonio al Tribunale collegiale di Vibo Valentia nel contesto del maxiprocesso derivante dalle operazioni antimafia Maestrale-Carthago, Olimpo e Imperium. Mantella ha dichiarato di aver appreso dell’uso del telefono cellulare in carcere da parte di Diego Mancuso durante il loro periodo di detenzione comune nel carcere di Viterbo.

Inoltre, ha aggiunto che il clan di Mancuso stava cercando di acquisire i terreni di Maria Chindamo e che erano riusciti a convincere il marito della donna, deceduto per suicidio nel maggio 2015. I Mancuso, per facilitare la cessione dei terreni, avevano cercato anche il supporto del clan Pesce di Rosarno, città di provenienza del marito di Maria Chindamo. Tuttavia, la donna si era opposta alla cessione dei terreni, il che avrebbe portato al suo rapimento e alla sua scomparsa.

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Locri | 34enne muore dopo essere stato dimesso dal Pronto Soccorso, indagini in corso

Un giovane di 34 anni, Christian Guarnieri, è morto domenica a Locri dopo essere stato dimesso dal Pronto Soccorso dell’ospedale di Locri. Il giovane si era recato in ospedale per un malessere, ma dopo i controlli è stato rimandato a casa. Secondo i familiari, Guarnieri avrebbe atteso diverse ore al Pronto Soccorso e, nonostante i continui dolori, è stato dimesso. Una volta a casa, le sue condizioni sono precipitate e purtroppo è deceduto.

I familiari della vittima hanno denunciato l’accaduto ai Carabinieri di Locri, che hanno avviato le indagini. La Procura ha disposto il sequestro della salma, che è stata trasferita all’ospedale di Reggio Calabria per l’autopsia. L’esame autoptico stabilirà le cause del decesso.

La morte di Guarnieri ha destato grande sconforto e rabbia nella comunità di Locri. Sui social, familiari e amici hanno ricordato il giovane con messaggi di cordoglio, sottolineando le sue doti umane e la sua gentilezza.

Con la morte di Guarnieri, sale a quattro il numero di casi di presunta malasanità avvenuti all’ospedale di Locri dall’inizio del 2024. A gennaio, un giovane indiano è deceduto nel reparto di Chirurgia dopo ore di attesa al Pronto Soccorso. A febbraio, un neonato è morto in sala parto. A maggio, un anziano è deceduto all’ospedale di Polistena dopo essere caduto in un reparto del nosocomio di Locri.

La Procura di Locri sta indagando su tutti e quattro i casi.

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