Liguria

Liguria | Negli ospedali regionali lavorano 20 mila donne

Nella Giornata internazionale della donna, l’8 marzo, emergono numeri significativi sul numero di professioniste attive nella sanità ligure: su 28.000 dipendenti più di 20.000 sono donne, con una crescita costante anche nei ruoli apicali. Un dato particolarmente positivo riguarda poi la chirurgia: il rapporto tra femmine e maschi negli ultimi anni è cresciuto in modo esponenziale e tra i medici dei reparti chirurgici è oggi di 1 a 1. Tra gli altri temi affrontati oggi durante il punto stampa dedicato alla sanità, le novità nel campo dell’edilizia ospedaliera e le strategie per abbattere le liste d’attesa.

“È stata una settimana importante per l’edilizia sanitaria in Liguria – spiega il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti -. Abbiamo dato piena operatività all’ospedale di Bordighera, le cui prestazioni cresceranno ancora con l’apertura del pronto soccorso, e abbiamo dato il via alla progettazione preliminare dell’ospedale unico di Taggia, per concludere un progetto di cui si parla da decenni. Passi in avanti anche con l’avvio del cantiere del Sant’Andrea e il progetto bandiera del Pnrr del polo degli Erzelli. È poi partita la grande manovra di riduzione delle liste d’attesa, che da lunedì distribuirà 120mila prestazioni di diagnostica aggiuntive, mentre, nel prossimo mese, assegneremo con circa 35 milioni di euro prestazioni aggiuntive per chirurgia di media e bassa complessità dalla cardiologia all’ortopedia passando per l’oculistica e la chirurgia generale. Tutto questo sotto il coordinamento della nuova cabina di regia messa a disposizione della sanità. Chi accusa Regione Liguria di voler svendere la sanità pubblica – prosegue Toti – continua a fare opera di bieca propaganda senza neppure conoscere i dati. Regione è molto al di sotto delle prestazioni di privato convenzionato anche di Regioni tradizionalmente a guida sinistra, come Emilia-Romagna e Puglia. Siamo quindi ancora in una situazione in cui possiamo crescere dal punto di vista della collaborazione pubblico-privato, tutto a beneficio dell’utente, perché stiamo parlando di prestazioni interamente pagate dal sistema sanitario regionale”.

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