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Calabria

Cosenza | Dopo partita Cosenza-Catanzaro scontri tra tifosi e forze dell’ordine: 13 feriti


Dopo una giornata di festa, il derby calabrese ha avuto un brutto epilogo con scontri tra i tifosi del Catanzaro e le forze dell’ordine al termine della partita. I disordini sono iniziati dopo che i tifosi giallorossi hanno lasciato lo stadio San Vito, con i primi scontri che hanno avuto luogo nei pressi della Polisportiva Real Cosenza, a breve distanza dallo stadio. Altri momenti di tensione si sono verificati vicino allo svincolo di Cosenza Nord, con scontri tra le due fazioni di tifosi e le forze dell’ordine.

I pullman dei tifosi giallorossi, provenienti dalla curva nord dello stadio San Vito, sono stati fatti transitare verso lo svincolo di Cosenza Nord dell’autostrada A2, per poi essere diretti verso Catanzaro. Nei pressi del Mc Donald’s di Quattromiglia, sono scoppiati nuovi scontri, con i tifosi cosentini che hanno lanciato torce e pietre contro il pullman giallorosso. Questo è stato il momento più critico, con i tifosi del Catanzaro che sono scesi dal pullman dando inizio agli scontri con le forze dell’ordine. Un uomo è rimasto ferito e è stato soccorso all’interno del Mc con alcuni punti di sutura, mentre tredici agenti sono rimasti feriti o contusi. Alcuni tifosi del Catanzaro sono stati identificati dalle forze dell’ordine. È stato notato che i tifosi del Catanzaro erano in numero maggiore rispetto ai 800 ai quali era stato limitato l’accesso allo stadio. Il settore ospite del Cosenza ha una capienza di oltre 1900 posti ed era quasi pieno.

Prima della partita, i dirigenti della società del Catanzaro, oggetto di contestazioni da parte dei tifosi di casa, hanno dovuto lasciare il settore loro assegnato per assistere alla gara per motivi di sicurezza, venendo accompagnati in un’altra area dello stadio. Attualmente, gli investigatori stanno analizzando i video provenienti dal sistema di sorveglianza del centro commerciale e altri girati da privati cittadini, che circolano sui social media. Questi video potrebbero fornire una ricostruzione definitiva degli eventi.

Calabria

Tentata Violenza a Montalto Uffugo (CS): Arrestato Pensionato di 74 Anni

Un pensionato di 74 anni è stato arrestato a Montalto Uffugo con l’accusa di aggressione e tentata violenza sessuale ai danni di una donna ucraina, rifugiata di guerra. L’arresto è avvenuto nella tarda serata di ieri grazie all’intervento dei carabinieri della stazione cittadina, guidati dal maresciallo Giuseppe Motta.

Le indagini sono state avviate in seguito alla denuncia della vittima, che ha fornito un racconto dettagliato degli eventi. Secondo quanto emerso dagli accertamenti investigativi, il 17 giugno scorso la donna sarebbe stata prima aggredita fisicamente e poi bloccata nel tentativo di abusare sessualmente di lei. Durante l’aggressione, l’uomo avrebbe provocato alla vittima ferite al collo e alla spalla, costringendola a subire atti sessuali.

L’uomo, identificato con le iniziali E. P., è stato posto agli arresti domiciliari con l’ausilio di un braccialetto elettronico. Le autorità continuano a indagare sul caso per confermare tutte le circostanze e assicurare che giustizia venga fatta.

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Attualità

Calabria | Piena e violenta attività dello Stromboli, allertati anche gli ospedali di Vibo Valentia e Reggio Calabria

Il sindaco di Lipari, Riccardo Gullo, ha emesso un’ordinanza che impone diversi divieti a causa dell’attività intensa e violenta dello Stromboli. È stato vietato scalare il vulcano e avvicinarsi alle spiagge durante le ore notturne. È stato anche proibito l’approdo delle imbarcazioni turistiche non di linea che effettuano escursioni giornaliere, così come la sosta e l’ancoraggio vicino alla costa.

Per precauzione, sono stati allertati i servizi sanitari e ospedalieri nella città metropolitana di Messina, così come i sindaci dei Comuni costieri e le prefetture di Palermo, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Salerno. Attualmente, il Comitato operativo nazionale è riunito per monitorare gli sviluppi dell’emergenza. Sull’isola, la Guardia Costiera ha dispiegato motovedette, navi e mezzi aerei, mentre il numero dei vigili del fuoco è stato raddoppiato.

La Protezione Civile ha annunciato che sta verificando tutti i materiali, mezzi, risorse sanitarie, personale e basi logistiche, oltre a pianificare l’assistenza ai soggetti vulnerabili per garantire la piena prontezza operativa in caso di ulteriori sviluppi critici.

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Calabria

Lamezia Terme (CZ) | Omicidio avvocato Pagliuso, confermato ergastolo per Luciano Scalise

La Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi presentati dai legali di Luciano Scalise, Pino Scalise, Vincenzo Maria Domanico e Andrea Scalzo riguardo alla sentenza di secondo grado relativa all’omicidio dell’avvocato Francesco Pagliuso. Al contrario, ha accolto parzialmente il ricorso presentato da Angelo Rotella. Di conseguenza, le pene inflitte lo scorso giugno dalla Corte d’Appello di Catanzaro sono diventate definitive per i primi quattro imputati: ergastolo per Luciano Scalise, 23 anni e 10 mesi di reclusione per Pino Scalise, 6 anni e 8 mesi per Domanico e 7 anni per Scalzo. Per quanto riguarda Rotella, la Corte Suprema ha annullato parzialmente la condanna di 8 anni e 4 mesi, rinviando il caso ai giudici di secondo grado di Catanzaro.

Nel corso del lungo processo derivato dall’omicidio dell’avvocato avvenuto nella notte tra il 9 e il 10 agosto 2016, che ha visto imputati padre e figlio Pino e Luciano Scalise, tra gli altri, hanno difeso gli avvocati: Canzoniere, Chiodo, Vianello Accorretti, Larussa, Galati, Nimpo, Gigliotti, Mendicino, Penna. Le parti civili sono state rappresentate dagli avvocati Ferraro, Zofrea, Galeota, Staiano, Candido, Pietro e Gianfranco Agapito, Raimondi. Recentemente è stata emessa la sentenza di secondo grado per Marco Gallo, riconosciuto come l’autore materiale dell’omicidio, confermando l’ergastolo e includendo l’aggravante mafiosa precedentemente esclusa nella sentenza di primo grado.

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