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Cronaca

Milano | Omicidio Sofia Castelli: Zakaria Atqaoui chiede scusa in aula

Dopo aver chiesto scusa, Zakaria Atqaoui, 23 anni, imputato per omicidio premeditato ai danni dell’ex fidanzata Sofia Castelli, ha deciso di abbandonare l’aula del Tribunale. Davanti alla Corte d’Assise di Monza, ha fatto una dichiarazione spontanea: “Desidero scusarmi con la famiglia e con tutti coloro ai quali ho causato dolore”.

Durante la requisitoria della pubblica ministero Emma Gambardella, l’imputato ha richiesto di uscire dall’aula. È stato accompagnato in una cella di sicurezza e, successivamente, ha chiesto il permesso di fumare una sigaretta, il quale gli è stato negato, causandogli irritazione. Infine, Zakaria ha chiesto di essere ricondotto in carcere. La pubblica accusa ha richiesto l’ergastolo, sottolineando la spietatezza dell’imputato.

Il 29 luglio 2023, Zakaria Atqaoui si è nascosto nell’armadio dell’ex fidanzata Sofia a Cologno Monzese. Ha atteso quasi cinque ore, fino a quando la giovane è tornata a casa dalla discoteca e si è addormentata. A quel punto è uscito dall’armadio e l’ha colpita con diverse coltellate.

Cronaca

Vendita di cercapersone-bomba a Hezbollah: il piano del Mossad risale al 2015

Il 17 settembre, un messaggio criptato in arabo è apparso simultaneamente su migliaia di cercapersone utilizzati dai membri di Hezbollah, generando preoccupazione tra le autorità. Questi dispositivi, progettati come alternativa sicura ai telefoni cellulari, presentavano una particolare caratteristica di sicurezza: per visualizzare il messaggio, era necessario premere due tasti contemporaneamente con entrambe le mani. Questo dettaglio ha rivelato una strategia astuta: in caso di esplosione del dispositivo, il miliziano sarebbe rimasto gravemente ferito o ucciso, rendendolo incapace di combattere.

Un articolo del Washington Post ha svelato i retroscena di questa operazione di intelligence, durata anni e orchestrata dal Mossad. La pianificazione, iniziata nel 2015, ha visto un’accelerazione nel 2022. Gli agenti israeliani hanno ideato un piano per trasformare i walkie-talkie in ordigni esplosivi, approfittando di un’opportunità che si è presentata con l’introduzione sul mercato di nuovi cercapersone.

Hezbollah, preoccupato per possibili sabotaggi, ha optato per dispositivi provenienti da produttori che non avessero legami riconoscibili con Israele o gli Stati Uniti. Nel 2023, la milizia libanese ha ricevuto offerte per l’acquisto di cercapersone dal marchio taiwanese Gold Apollo, noto e riconoscibile, ma completamente estraneo a qualsiasi interesse israeliano.

La vendita dei dispositivi è avvenuta attraverso un’intermediaria, un’ex rappresentante della Gold Apollo che aveva avviato una propria azienda. Questi cercapersone, il modello Ar924, erano robusti e dotati di batterie a lunga durata, ideali per situazioni di guerra. Tuttavia, il Mossad ha modificato questi dispositivi, inserendo al loro interno una piccola carica esplosiva, invisibile anche dopo la rimozione della batteria.

Nonostante il rischio di causare ferite o morti tra passanti innocenti, l’operazione ha avuto successo, mettendo fuori combattimento centinaia o migliaia di combattenti di Hezbollah. La serie di esplosioni ha costretto la milizia a riconsiderare il proprio approccio alla comunicazione, riducendo l’uso di questi dispositivi e aumentando il rischio di assembramenti tra i suoi leader.

Questa manovra ha dimostrato l’efficacia delle tattiche del Mossad, contribuendo a indebolire la capacità operativa di Hezbollah e ponendo interrogativi sulla sicurezza delle comunicazioni all’interno della milizia. L’operazione si configura come un esempio di come la tecnologia e l’intelligence possano essere utilizzate in modo strategico in contesti di conflitto.

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Cronaca

Milano, scomparso il medico specializzando Davide Piccinali: l’appello dei colleghi e della famiglia.

Davide Piccinali, medico specializzando di 39 anni originario di Brescia, è scomparso a Milano dal 3 ottobre. L’ultima volta è stato visto dopo aver concluso il suo turno all’ospedale San Raffaele, dove stava completando l’ultimo anno di specializzazione in cardiochirurgia. Non essendosi presentato al lavoro venerdì, i colleghi hanno lanciato l’allarme. La famiglia, preoccupata, ha subito denunciato la scomparsa.

La Polizia di Stato ha ispezionato il suo appartamento in via Clitumno, vicino a via Padova, dove le chiavi sono state fornite dal proprietario. All’interno, gli agenti hanno trovato tutto in ordine e le luci accese, ma nessun segno di Davide. “Abbiamo ricevuto alcune segnalazioni di persone che dicono di averlo visto, ma al momento non ci sono riscontri concreti”, ha raccontato il fratello, spiegando che giovedì, dopo aver terminato il turno in ospedale, di Davide non si è saputo più nulla.

Pochi giorni prima della scomparsa, Davide era stato a Brescia per restituire l’auto a sua madre, dopo essere rientrato da un matrimonio ad Ancona. Avrebbe dovuto tornare a Brescia per il fine settimana, ma non è più tornato. Il fratello ha aggiunto che, nonostante le segnalazioni, potrebbe essersi trattato di un allontanamento volontario, anche se nessuno nella famiglia riesce a capire il motivo. Davide non aveva problemi sul lavoro e appariva tranquillo e sereno.

Le ricerche continuano, mentre familiari e amici sperano in un rapido ritrovamento.

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Cronaca

Attentato a Jabaliya: un morto e otto feriti

Nel nord della Striscia di Gaza, nella zona di Jabaliya, i bombardamenti israeliani hanno causato almeno 17 vittime, secondo quanto riferito dalle autorità palestinesi. Tra i morti ci sarebbero anche nove bambini. La situazione nella regione continua a peggiorare, con intensi raid aerei che si susseguono, aggravando una crisi umanitaria già estremamente critica.

I bombardamenti sono parte di un più ampio scontro in corso tra Israele e i gruppi armati di Gaza, un conflitto che da settimane ha portato a una drammatica escalation della violenza. Jabaliya, un’area densamente popolata, è stata colpita in numerose occasioni durante questa offensiva, lasciando dietro di sé distruzione e morte. I soccorritori, secondo le testimonianze, stanno facendo fatica a prestare aiuto alle vittime, dato che le operazioni di soccorso sono complicate dalla continua instabilità e dai bombardamenti incessanti.

Le famiglie nella Striscia di Gaza, in particolare i bambini, pagano un prezzo altissimo in questo conflitto che non sembra vedere una fine imminente. Intanto, la comunità internazionale osserva con preoccupazione gli sviluppi, con numerosi appelli per un cessate il fuoco che finora non hanno portato a risultati concreti.

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