Campania

Napoli | La parrucca non basta, latitante identificato e arrestato dai Carabinieri

Un latitante è stato individuato e arrestato nonostante il suo travestimento con una parrucca. Si tratta di Fabio D’Agostino, 37 anni, legato al clan Orlando-Polverino di Marano, che era in fuga dalle autorità dal gennaio dello scorso anno. È stato catturato dai carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna. I militari hanno individuato D’Agostino mentre guidava un’auto intestata a un prestanome, in una strada nella zona settentrionale di Napoli. L’arresto non è stato casuale; fin dall’inizio della sua latitanza, le forze dell’ordine hanno mantenuto una sorveglianza costante, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Grazie all’analisi dei suoi contatti nel mondo criminale – conosciuto come “bimbo d’oro” -, insieme alla sorveglianza dei suoi profili sui social media e del suo patrimonio, le indagini hanno portato a Marano, dove viveva con la moglie e il figlio.

I carabinieri hanno osservato attentamente la sua abitazione, notando il suo arrivo in un veicolo intestato a una persona precedentemente sconosciuta. La stravagante capigliatura di D’Agostino, celata sotto una parrucca, ha attirato l’attenzione degli agenti. Quando la moglie e il figlio hanno aperto il portone di casa, è scattato l’arresto. Nonostante il suo tentativo di rimanere imperturbabile, D’Agostino è stato riconosciuto e arrestato sul posto. Una volta in custodia, i carabinieri hanno rimosso la parrucca, svelando il volto calvo del latitante. Ora D’Agostino è detenuto nel penitenziario di Secondigliano, dove dovrà scontare una pena di 5 anni di reclusione per estorsione continuata, aggravata dalle modalità e finalità mafiose. Un profilo del latitante è stato fornito dal pentito Biagio Di Lanno: «Bimbo d’oro è affiliato al clan Polverino – specifica il collaboratore – faceva insieme a me il traffico di droga con la Spagna, faceva parte del gruppo degli stretti collaboratori di Peppe Simioli. Raccoglievamo le puntate per la droga, ci occupavamo delle estorsioni ed altro. Almeno in una occasione era con me ed Antonio Nuvoletta quando abbiamo preso le ami sotterrate per divertirci».

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