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Politica

La Sardegna alle urne, domani il nuovo governatore.

Sono in corso le operazioni di voto per le elezioni regionali in Sardegna, con i seggi aperti per 1.447.761 elettori, di cui 709.840 uomini e 737.921 donne. Questo numero include anche i 112.221 elettori residenti fuori dalla Sardegna (iscritti all’Aire), di cui 59.476 uomini e 52.745 donne. Le 1844 sezioni elettorali sull’isola restano aperte solo per oggi fino alle 22, mentre lo spoglio delle schede inizierà lunedì alle 7 e continuerà fino alle 19.

Quattro candidati si contendono la carica di presidente della Regione: Lucia Chessa con la lista autonomista Sardigna R-esiste, Renato Soru con la Coalizione sarda composta da cinque liste, Alessandra Todde per il campo largo a trazione Pd-M5s che raggruppa 10 liste e Paolo Truzzu del centrodestra con nove liste.

Inoltre, con la stessa scheda di colore verde, gli elettori votano anche per il rinnovo dell’assemblea legislativa sarda, con 1415 aspiranti divisi in 26 liste per 58 posti su 60 disponibili. Gli altri due posti verranno assegnati al vincitore della competizione per la presidenza e al secondo classificato. È prevista anche la possibilità di esprimere una doppia preferenza di genere, indicando due nomi di aspiranti consiglieri di sesso diverso nella stessa lista.

Gli elettori possono anche esprimere un voto disgiunto, ovvero scegliere una lista (e eventualmente un consigliere) e un candidato presidente non collegati tra loro. Il candidato Renato Soru della Coalizione sarda ha votato poco dopo le 11.30 a Cagliari, mentre Alessandra Todde ha votato nel seggio n. 4 allestito alle scuole elementari “Podda” di Via Matteotti a Nuoro, esortando i cittadini a esercitare il loro diritto democratico di voto.

Politica

Dal nuovo nome del M5s ai mandati, Conte “Decideranno i cittadini”

ROMA (ITALPRESS) – “Con Grillo abbiamo visioni diverse sullo svolgimento dell’assemblea costituente, ma ora dobbiamo concentrarci su questo processo. E’ arrivata l’ora di rilanciare la nostra azione politica, di reagire a un contesto di disimpegno e di disaffezione dei cittadini. Tutto ciò non si può fermare”. Così Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, in un’intervista al Corriere della Sera.
Appartiene a Grillo il logo del M5S? “No, appartiene all’associazione Movimento 5 Stelle”, ha detto Conte. Rispondendo alla lettera del fondatore, ha respinto la proposta di incontri “del gruppo ristretto” per predefinire i temi di cui discutere. “Grillo – ha affermato – lo incontravo e continuerò a farlo. Ma sarebbe sbagliato se i quesiti di cui parleremo in assemblea venissero predeterminati da noi con lui. Non saremo a noi a decidere”. Saranno decisi, quindi, dai “cittadini, in un processo che si svolgerà in tre fasi”, ha aggiunto il leader M5S riferendosi a “iscritti e non iscritti, via web” che “inoltreranno i loro progetti, le possibili modifiche del regolamento. Poi approfondiranno le proposte – ha spiegato – 300 delegati rappresentativi della nostra comunità. Saranno estratti a sorte tra gli iscritti, così da massimizzare la diversità di posizioni, e affiancati da mediatori imparziali della società Avventura urbana. Ascolteremo anche giovani minorenni, a partire dai 14 anni. Infine sarà tutto messo ai voti in una assemblea di due giorni a cui parteciperanno gli iscritti e gli eletti del Movimento”. Per Conte “adesso bisogna andare oltre la democrazia diretta: per coinvolgere i cittadini non basta più chiamarli a votare su un quesito predisposto dall’alto, serve farli partecipare anche nella fase della proposta e della discussione”.
Sull’eventuale cambiamento del nome “decideranno i cittadini – ha detto – che parteciperanno al nostro processo se questo è un tema da mettere sul tavolo”. “Non dipende da me, ma dalla nostra comunità. Non ci sarà alcuna intermediazione politica da parte mia e dell’attuale vertice politico. Non sarò io – ha aggiunto – a indirizzare questa rifondazione decidendo di che cosa si deve o non si deve discutere. Si deve svolgere tutto senza indebiti condizionamenti dall’esterno. Quindi sì, se la questione sarà posta la voteremo”. E “idem” sulla revoca del tetto ai due mandati.
– foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

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Politica

Piantedosi “L’antifascismo è e deve rimanere un valore condiviso”

ROMA (ITALPRESS) – Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, anche quest’anno a Bologna rappresenta il governo durante le commemorazioni della strage. “Sono stato designato e ne sono onorato anche perchè da Bologna hanno detto ‘bene, è uno che ci conoscè. Conosco la città, conosco la storia della strage, che cosa ha rappresentato e rappresenta. La matrice della strage è neofascista: è accertata da sentenze definitive e nessuno le può mettere in discussione”, commenta in un’intervista al Corriere della Sera.
Lo scorso anno, sottolinea Piantedosi, “parlai a nome di tutto il governo in maniera inequivocabile. La condanna giudiziaria di persone che si definivano orgogliosamente neofasciste non lascia equivoci. E lo dimostrano anche le ultime sentenze”. “Se dopo quarant’anni c’è stata un’univoca conclusione giudiziaria rispetto alla matrice, non ci sono elementi di discussione – aggiunge -. Per chi rappresento adesso, il governo nella sua interezza, è un dato acquisito. Il rischio di un ritorno in Italia di un regime di stampo fascista è pari a zero. Nessun partito politico in Parlamento è nemmeno lontanamente assimilabile al fascismo. L’antifascismo è e deve rimanere un valore condiviso. E non può trasformarsi in uno strumento ideologico per attaccare politicamente e delegittimare l’avversario”.
“Se ci sono gruppi che inneggiano al fascismo, vanno condannati da tutti con fermezza – ci tiene a puntualizzare il ministro -. Ma dobbiamo essere consapevoli che non sono in grado in alcun modo di incidere sulla vita democratica del Paese. Ove una formazione provasse a organizzarsi come un partito di ispirazione fascista, esso sarebbe contrastato e sciolto, non appena si concretizzassero gli elementi previsti dalla legge”. L’ipotesi che gruppi di estrema destra come CasaPound e Forza Nuova sentano che con il centrodestra al governo il clima è cambiato “va respinta nella maniera più assoluta e non credo affatto che possano sentirsi legittimati dal contesto politico – prosegue -. Posso garantire che il governo non dà e non darà mai copertura o legittimazione a frange estremiste. La dimostrazione è in quello che stiamo facendo e in quello che abbiamo fatto. In tutti casi saliti all’attenzione delle cronache le forze di polizia sono intervenute con puntualità e fermezza nell’attribuire a ognuno le proprie responsabilità”. Dopo l’aggressione al giornalista della Stampa Andrea Joly il presidente Sergio Mattarella ha parlato di atto eversivo.
“Ed io da ministro dell’Interno posso garantire e ribadire che non ci sono spazi di impunità – sottolinea Piantedosi -. Al Viminale c’è un osservatorio che monitora attentamente il fenomeno delle violenze contro la stampa insieme agli stessi rappresentanti dei giornalisti. Per noi il caposaldo principale è la libertà di pensiero e di espressione, soprattutto di chi per lavoro deve informare e documentare la realtà. Le azioni delle frange estreme, di destra come di sinistra, che agiscono in maniera violenta certamente non fanno mai bene a nessun governo e a nessuna maggioranza. Danneggiano il clima politico laddove invece una pacifica dialettica avvantaggia tutti”. “E’ un atto gravissimo – aggiunge -. Per questo ringrazio la questura di Torino che è riuscita a individuare in brevissimo tempo gli aggressori. Ora è tutto nelle mani della magistratura. La nostra linea è quella dell’intransigenza totale verso chi utilizza la violenza politica e questo non riguarda soltanto i casi in cui le vittime sono i giornalisti. Simili atti hanno e avranno sempre priorità di attenzione da parte degli organi investigativi. Come dimostrano tutti i casi recentemente accaduti”.
In merito allo scioglimento di CasaPound, “è stato più volte chiarito che, per poter procedere allo scioglimento, è necessaria una pronuncia della magistratura. Questo è confermato dal fatto che anche altri precedenti governi guidati dalla sinistra non hanno inteso procedere allo scioglimento”. E per quanto riguarda le manifestazioni antisemite, che stanno aumentando: “Abbiamo dovuto innalzare la vigilanza su centinaia di obiettivi sensibili riferibili a Israele o alle comunità ebraiche. Siamo in una situazione di costante allerta, senza per questo che ci debba essere allarmismo. E’ vero, da tempo c’è un aumento delle manifestazioni legate al conflitto israelopalestinese con una radicalizzazione delle posizioni. Ho detto più volte che c’è sicuramente stato un rigurgito antisemita, sovente mascherato da posizioni critiche contro Israele. C’è un aumento di fatti che riguarda forme più estreme di contestazione: incendio delle bandiere israeliane, tentativi di aggressione alla brigata ebraica, forme varie di intolleranza. Tutti atti su cui è forte l’attenzione e l’attività di contrasto da parte delle forze di polizia”. Piantedosi ricorda di avere rassicurato pubblicamente la senatrice Liliana Segre, che si è chiesta se deve avere ancora paura: “L’ho fatto a nome dell’intero governo. Perchè lei rappresenta per gli italiani una icona della democrazia e della lotta contro ogni forma di discriminazione e intolleranza. Dobbiamo difendere in ogni modo il suo impegno e quello che lei rappresenta per tutti. Nè la senatrice Segre nè nessun altro dovranno mai avere paura. Sull’uso della violenza non faremo sconti a nessuno”.
(ITALPRESS).

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Crosetto “Unifil unico elemento per evitare escalation in Medio Oriente”

ROMA (ITALPRESS) – “Sono convinto che la nostra presenza e quella di Unifil sia in questo momento l’unico elemento che può portare stabilità ed evitare una ulteriore escalation. La presenza di 10 mila soldati che appartengono all’Onu può essere uno degli elementi che consente che non parta uno scontro diretto, può essere un elemento di pacificazione”. Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel corso dell’informativa urgente alla Camera. “Sono soldati che sono lì per l’Onu e per la pace, sono soldati che sono lì a garantire che non deflagri il conflitto in qualcosa di più ampio – prosegue -. Mai come oggi noi abbiamo e dobbiamo avere un ruolo. A questo si accompagna una costante preoccupazione perchè non c’è giorno in cui io mi chieda: ‘e se succede qualcosa?’. Il primo compito del ministro della Difesa è quello di garantire la sicurezza dei militari, questo è l’impegno principale che svolgo ogni giorno”, assicura.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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