Calabria

Lamezia Terme (CZ) | Boss Giampà “il professore” chiede sconto di pena, negato!

Francesco Giampà, lo storico boss di lunga data, ha tentato di ottenere una riduzione della pena e la conseguente scarcerazione tramite il riconoscimento del vincolo di continuazione, un meccanismo giuridico che permette di aggregare diverse condanne per reati simili, facilitando così una riduzione complessiva della pena o addirittura l’evitare la detenzione. Tuttavia, questa richiesta è stata respinta sia dal tribunale di Catanzaro che dalla Cassazione, il cui pronunciamento è stato depositato il 13 febbraio scorso.

Giampà, noto anche come “il professore”, si trova in carcere dal 1993 e è sottoposto al regime del 41 bis. Ad ottobre compirà 76 anni, di cui ha trascorso ben 31 in detenzione. Le sue numerose condanne includono reati gravi come il duplice omicidio del sovrintendente della polizia di Stato Salvatore Aversa e della moglie Lucia Precenzano, avvenuto nel 1992, e l’omicidio di Salvatore Andricciola nel 1991.

Giampà aveva presentato ricorso in Cassazione contro l’ordinanza del Tribunale di Catanzaro del 19 gennaio 2023, che aveva respinto la sua richiesta di riconoscimento del vincolo di continuazione tra i vari reati per i quali era stato condannato, inclusi gli omicidi sopra citati. Tuttavia, sia il tribunale che la Cassazione hanno respinto la richiesta, sottolineando la distanza temporale tra i diversi crimini e la mancanza di un disegno criminoso unitario.

La Cassazione ha osservato che i due omicidi commessi negli anni ’90 erano frutto di valutazioni e deliberazioni diverse, e che il considerevole arco temporale tra i reati di associazione mafiosa e tentato omicidio, commessi rispettivamente nel 2004 e nel 2002, escludeva una programmazione unitaria. Infine, il reato di associazione mafiosa e il delitto di tentato omicidio erano stati considerati eterogenei rispetto alle altre condanne, rendendo impossibile l’applicazione del vincolo di continuazione.

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