Cronaca

Genova | Egiziano Mutilato e ucciso, presunto killer sviene davanti al pm

Nel pomeriggio di ieri si sono verificati momenti di grande apprensione al nono piano del Palazzo di Giustizia di Genova. Durante un interrogatorio condotto dal pm Daniela Pischetola, Kamel Abdelwahab, noto come Tito, il giovane di 27 anni indagato e in custodia cautelare per l’omicidio di Mahmoud Abdallah, il diciannovenne egiziano trovato decapitato e mutilato lo scorso estate al largo di Santa Margherita, è svenuto improvvisamente.

Tito, difeso dall’avvocato Carlo Manti, aveva richiesto di essere interrogato per respingere alcune accuse a suo carico. L’interrogatorio era stato già sospeso la mattina precedente a causa di un allarme bomba. Ripreso nel pomeriggio, è stato nuovamente interrotto a causa del malore del giovane. Sul posto sono intervenuti i medici del 118 che successivamente lo hanno trasferito all’ospedale San Martino per le cure del caso.

Kamel era stato arrestato insieme a Abdelghani Ali, noto come Bob, 26 anni. Recentemente sono state depositate le perizie sui telefoni cellulari dei due. Dall’analisi emerge che Mohamed Alì, conosciuto come Aly, il proprietario della barberia in via Merano a Genova Sestri Ponente e mai indagato, avrebbe ordinato a Tito di cancellare alcune chat poche ore dopo il delitto. Il titolare della barberia era partito per l’Egitto il 26 giugno, dopo che il 19 la Guardia di Finanza aveva effettuato un’ispezione nel suo salone, durante la quale la vittima aveva denunciato irregolarità nella gestione dei lavoratori. Dalla perizia emerge che effettivamente tutti i messaggi, immediatamente prima e dopo il delitto, sono stati eliminati. Gli inquirenti avevano già scoperto che la mattina del 23 luglio, poche ore prima di essere ucciso, Mahmoud aveva ricevuto diverse telefonate da Aly e Bob.

In una di queste chiamate, il titolare aveva detto alla vittima di recarsi a Sestri, dove gli avrebbero dato i soldi che gli spettavano come liquidazione, poiché stava per andare a lavorare per un altro barbiere concorrente. Secondo l’accusa, nell’appartamento dormitorio, Tito e Bob avrebbero invece ucciso Mahmoud con un coltello e poi lo avrebbero smembrato con una mannaia acquistata poche ore prima in un negozio. Successivamente avrebbero trasportato il corpo in un trolley e lo avrebbero gettato in mare al largo di Santa Margherita, onde evitare il riconoscimento.

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