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Cronaca

Jesi (AN) | Operazione antidroga, Polizia irrompe nella casa dello spaccio, arrestato un uomo di 43 anni

A Jesi (Ancona), ieri sera, la Polizia ha arrestato un uomo in seguito a un’operazione antidroga che ha portato al ritrovamento e al sequestro di 230 grammi di cocaina e 40.000 euro in contanti presso un’abitazione nel centro della città.

L’uomo arrestato è un 47enne di origine albanese, con precedenti penali legati alla droga, attualmente affidato in prova ai servizi sociali. È stato accusato di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.

L’operazione è stata condotta dagli agenti del Commissariato, sotto la coordinazione del dirigente vice questore Paolo Arena, con l’ausilio di unità cinofile antidroga di Ancona, su direttiva del questore e del prefetto.

Gli agenti, appostati nei pressi dell’abitazione dell’uomo in via Setificio, hanno notato l’ingresso e l’uscita rapida di un individuo con precedenti legati alla droga, il quale si era poi allontanato in auto. Durante un controllo, è stato trovato in possesso di una dose di cocaina per uso personale. Successivamente, la polizia ha bloccato il proprietario della casa e ha perquisito gli ambienti, impiegando i cani Hermes ed Edox.

La cocaina e le banconote erano nascoste in una cassaforte incassata nel muro di una stanza nel seminterrato. Durante la perquisizione sono stati rinvenuti anche un bilancino, centinaia di ritagli di plastica utilizzati per il confezionamento della droga, accendini, forbici, contenitori e un frullatore contaminati con la stessa sostanza stupefacente, oltre a creatina utilizzata per tagliare la droga e un tablet collegato a un sistema di videosorveglianza per monitorare l’arrivo delle forze dell’ordine. Si trattava di una vera e propria struttura adibita allo spaccio di droga.

Si stima che la droga avrebbe fruttato guadagni per oltre 40.000 euro. Su disposizione del pm di turno, all’uomo sono stati concessi gli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida.

Cronaca

Brindisi | Volo Ryanair: evacuati 184 passeggeri a causa di un principio di incendio

Un episodio di emergenza ha coinvolto un volo Ryanair all’aeroporto di Brindisi, dove 184 passeggeri, insieme ai membri dell’equipaggio, sono stati evacuati a causa di un principio di incendio sul velivolo, diretto a Torino. L’incidente si è verificato durante la fase di rullaggio, quando il aereo era già in fase di decollo.

Fortunatamente, nessuno ha riportato ferite. Aeroporti di Puglia ha comunicato che, a seguito del problema riscontrato, è stata disposta la chiusura temporanea dello scalo pugliese, con conseguenti sospensioni dei voli in arrivo e in partenza. L’evacuazione dei passeggeri è avvenuta tramite gli scivoli di emergenza, e tutte le operazioni sono state gestite in condizioni di massima sicurezza.

Le autorità aeroportuali stanno monitorando la situazione per garantire il ripristino delle normali operazioni.

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Campania

Napoli: Arresti per 60 Sospetti di Camorra

Napoli si trova nuovamente al centro di un’importante operazione contro la criminalità organizzata. Questa mattina, un’ampia operazione di polizia ha portato all’arresto di 60 individui accusati di gravi crimini legati alla camorra, inclusi tentativi di omicidio, estorsione e traffico di droga.

Circa 350 agenti hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare nella zona orientale della città, con un focus particolare sui clan De Micco e De Martino. L’operazione, guidata dalla Direzione distrettuale antimafia, è stata autorizzata dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli.

Le accuse rivolte agli arrestati sono molteplici e includono associazione di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, possesso illegale di armi e ordigni esplosivi, furto e ricettazione. Questo blitz rappresenta un significativo passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata nella regione, evidenziando l’impegno delle autorità nel combattere l’influenza della camorra e garantire la sicurezza dei cittadini.

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Cronaca

Arrestato un Hacker Siciliano: Breccia nei Sistemi del Ministero della Giustizia

Un hacker originario della Sicilia è stato arrestato dalla Polizia Postale dopo un’indagine durata anni, durante la quale è riuscito a compromettere i sistemi informatici del Ministero della Giustizia, accedendo a informazioni sensibili e documenti riservati. Il giovane, quasi 24enne, è stato fermato nell’ambito dell’“Operazione Dominio”, un’azione coordinata dalla Procura di Napoli e dalla Procura Nazionale Antimafia.

Le indagini hanno rivelato che il sospetto non si limitava solo all’accesso non autorizzato ai dati del ministero. Era coinvolto in attività criminali più ampie, compreso il controllo di mercati neri sul dark web, da cui avrebbe drenato circa 3 milioni di euro in criptovalute. Per nascondere la sua attività illecita, utilizzava sofisticati metodi di anonimizzazione, come server esteri e meccanismi di cifratura.

L’hacker si era infiltrato nei sistemi attraverso tecniche avanzate, tra cui phishing mirato e la compromissione di credenziali di accesso. Questo gli ha permesso di accedere a dati critici non solo del Ministero della Giustizia, ma anche di importanti aziende italiane. Gli investigatori hanno sequestrato terabyte di dati, alcuni dei quali coperti da segreto investigativo, dislocati anche su server all’estero.

Un aspetto interessante di questa vicenda è che le manovre dell’hacker hanno costretto gli inquirenti a tornare a metodi investigativi tradizionali, rinunciando a comunicazioni digitali per timore di intercettazioni. Al momento, oltre al principale indagato, sono sotto esame altre tre persone, e le indagini continuano per comprendere l’estensione della rete criminale e i suoi legami con altri gruppi di hacker sia italiani che internazionali.

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