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Cronaca

Sassari | Trapper imputato per tentato omicidio: attesa sentenza in appello

La Corte d’Appello di Sassari si appresta a pronunciare la sentenza nel caso del trapper romano Elia Di Genova, conosciuto come Elia 17Baby, già condannato in primo grado a 10 anni di reclusione dal Tribunale di Tempio Pausania per l’accusa di aver accoltellato alle spalle la guardia giurata sassarese Fabio Piu il 14 agosto 2022, sulla spiaggia di Marinella a Porto Rotondo.

Nell’udienza odierna, la pubblica accusa rappresentata dalla procuratrice Roberta Pischedda ha chiesto la conferma della condanna di primo grado, posizione a cui si è associato l’avvocato di parte civile, Jacopo Merlini. Dall’altra parte, gli avvocati Pietro e Gian Maria Nicotera, difensori di Di Genova, hanno richiesto una riduzione della pena e la riclassificazione del reato da tentato omicidio a lesioni personali, contestando l’affidabilità delle testimonianze emerse durante il processo a Tempio.

La Corte si è ritirata per deliberare.

L’aggressione si era verificata al termine di una discussione tra un gruppo di giovani romani, tra cui Elia 17Baby, e il personale di sicurezza di un locale notturno che li aveva allontanati per il loro comportamento molesto. Fabio Piu era intervenuto cercando di calmare la situazione e convincere il gruppo a lasciare il luogo.

Secondo quanto emerso durante il processo di primo grado, Piu era stato attaccato alle spalle dal gruppo, che lo aveva colpito con calci e pugni mentre era a terra. L’uomo si era poi rialzato per affrontare i suoi aggressori, ma era stato colpito alla schiena da un fendente di Elia Di Genova. Questo aveva causato lesioni gravi alla sua colonna vertebrale, costringendo Piu a utilizzare una sedia a rotelle e a un lungo percorso riabilitativo, ancora in corso.

Dopo la condanna di primo grado, il trapper aveva pubblicato sui social dei post in cui derideva la vittima, suscitando indignazione e condanna.

La Corte d’Appello dovrebbe pronunciarsi nel corso della giornata.

Cronaca

Torino | Smantellata una banda di rapinatori in villa: arrestati 3 Piemontesi e 2 Napoletani

I Carabinieri di Pinerolo (TO) e di Poggioreale (NA), insieme al Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Torino, hanno eseguito cinque misure cautelari nei confronti di persone gravemente indiziate di “rapina pluriaggravata in concorso”. Le misure sono state disposte dal Tribunale di Torino a seguito di un’indagine nata da una rapina avvenuta nel febbraio 2024 in una villa del Pinerolese.

L’episodio criminoso ha visto coinvolti quattro presunti malfattori, un 63enne, un 66enne (attualmente detenuto per altri reati a Forlì) di Pinerolo, un 60enne e un 29enne (Napoletani), con il supporto di un 53enne locale. La banda attese la vittima, una donna, fuori dalla sua abitazione e, approfittando dell’apertura del cancello automatico, entrò nel cortile mentre la donna stava parcheggiando. Uno dei rapinatori, armato di pistola, costrinse la vittima a entrare in casa. Un quinto complice rimase all’esterno della villa per fare da copertura in attesa del rientro del coniuge, che fu anch’egli bloccato e trattenuto insieme alla moglie. Durante la rapina, furono rubate 78 borse da donna, sette orologi di vari marchi pregiati e diversi monili in oro, per un valore complessivo superiore ai cinquantamila euro.

Le indagini sono state sviluppate in stretta collaborazione tra Carabinieri e Guardia di Finanza, rilevando convergenze significative tra questa rapina e altri contesti criminali. L’analisi, il monitoraggio e l’approfondimento condotti dal Reparto torinese della Guardia di Finanza hanno contribuito a delineare i profili di specifico interesse istituzionale.

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Cronaca

Como | Sequestrati 80 Kg di Tabacco da Masticare al Confine Svizzero: Denunciato Pakistano

Nelle scorse ore, i funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli della Sezione Operativa Territoriale di Ponte Chiasso, insieme ai militari della Guardia di Finanza del Gruppo Ponte Chiasso, hanno effettuato un importante sequestro al valico autostradale di Brogeda, al confine con la Svizzera. Durante un controllo su un FLIXBUS in entrata in Italia proveniente dal Belgio, è stato fermato un viaggiatore di nazionalità pakistana, residente in Italia.

Il viaggiatore aveva dichiarato di non trasportare nulla di rilevante durante il controllo doganale eseguito ai sensi degli articoli 19 e 20 del D.P.R. n. 43/73 (Testo Unico delle Leggi Doganali, TULD). Tuttavia, questa dichiarazione non ha convinto gli agenti, che hanno deciso di procedere con ulteriori accertamenti sui due voluminosi bagagli del viaggiatore, riposti nella stiva del bus.

All’apertura dei due borsoni, gli agenti hanno trovato oltre 80 chilogrammi di tabacco da masticare, verosimilmente destinato alla vendita illegale sul territorio nazionale, in violazione del decreto legislativo n. 6/2016. Di conseguenza, il viaggiatore è stato denunciato a piede libero per la violazione dell’articolo 291 bis del T.U.L.D., che punisce il contrabbando di tabacchi lavorati esteri.

L’intero quantitativo di tabacco rinvenuto è stato sequestrato in conformità con la normativa vigente sulla repressione del contrabbando di prodotti del tabacco (legge 19 marzo 2001, n. 92), e sarà oggetto di confisca e successiva distruzione. Le indagini sono ancora in corso, e l’indagato è presumibilmente innocente fino alla conclusione del procedimento legale.

Questa operazione è il risultato del Protocollo d’intesa firmato ad aprile 2023 tra l’Agenzia delle dogane e dei monopoli e la Guardia di Finanza. Si inserisce in un più ampio dispositivo di prevenzione attuato presso i valichi di confine, mirato a presidiare la legalità e contrastare il traffico illegale di prodotti derivati dal tabacco da fumo.

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Calabria

Catanzaro | Confiscati beni per 1 milione di euro alle cosche del Vibonese

Nei giorni scorsi, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, su disposizione della Procura Generale di Catanzaro, ha eseguito una sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro, divenuta irrevocabile dopo la pronuncia della Suprema Corte di Cassazione. La sentenza ha disposto la confisca di beni mobili, immobili, quote societarie, complessi aziendali, autoveicoli e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo stimato in oltre 1 milione di euro, nei confronti di nove persone condannate in via definitiva per reati legati al traffico di sostanze stupefacenti.

L’Operazione “Stammer”

I destinatari del provvedimento erano coinvolti nell’operazione “Stammer”, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria – Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) di Catanzaro, sotto la guida della Direzione Distrettuale Antimafia. L’operazione, avviata nel 2017, aveva portato all’arresto di 68 persone. Le indagini avevano svelato una pericolosa organizzazione criminale impegnata nel traffico internazionale di stupefacenti, collegata alle cosche “PITITTO-PROSTAMO-IANNELLO” di Mileto (VV) e “FIARÈ-GASPARRO-RAZIONALE” di San Gregorio d’Ippona (VV). Questa rete criminale aveva orchestrato l’importazione di 8.000 kg di cocaina dalla Colombia e l’approvvigionamento di ingenti quantitativi di marijuana dall’Albania.

Confisca e Accertamenti Economico-Patrimoniali

Il provvedimento di confisca è stato preceduto da specifici e approfonditi accertamenti economico-patrimoniali condotti con professionalità e dedizione dalle Fiamme Gialle. Tali accertamenti hanno rivelato un significativo divario tra il valore dei beni posseduti dagli indagati e i loro redditi dichiarati o l’attività economica svolta. Questo ha giustificato il sequestro preventivo e la successiva confisca “per sproporzione” di numerosi beni.

Beni Confiscati

La complessa attività investigativa ha permesso di confiscare allo Stato:

  • 4 terreni
  • 4 complessi aziendali (3 società e 1 impresa individuale)
  • 7 autoveicoli
  • 1 motoveicolo
  • Disponibilità finanziarie per circa 80.000 euro
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