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Cronaca

Palmi (RC) | Tentano di far ritrattare la denuncia per abusi sessuali e inducono vittima al suicidio

Quattro individui, due donne e due uomini, sono stati arrestati e posti agli arresti domiciliari dalla Polizia di Stato di Palmi e Reggio Calabria con l’accusa di violenza o minaccia per costringere a commettere reato e intralcio alla giustizia. L’arresto è avvenuto in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Tribunale di Palmi, nell’ambito dell’operazione “Masnada” coordinata dalla Procura di Palmi. La polizia di Stato aveva arrestato tre “rampolli” di ‘ndrangheta e il figlio di un amministratore locale nel mese di novembre, identificando anche una ventina di soggetti, alcuni minori, coinvolti nelle violenze sessuali di gruppo.

L’ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta del procuratore Emanuele Crescenti, riguarda i familiari di una delle due vittime. I due fratelli della ragazza abusata dal branco, insieme ai loro compagni, sono stati posti ai domiciliari. Le indagini dell’inchiesta “Masnada” hanno rivelato episodi di vessazione subiti dalla giovane da parte dei propri familiari, contrari alla sua decisione di denunciare. Questi ultimi hanno costantemente cercato di ostacolare la sua collaborazione con gli investigatori, tentando di indurla a ritrattare le dichiarazioni già rese davanti all’autorità giudiziaria.

Gli inquirenti hanno scoperto che la vittima sarebbe stata anche “invitata” a suicidarsi dai parenti, i quali avrebbero addirittura disattivato la scheda telefonica del suo cellulare, simulando uno smarrimento. Inoltre, gli indagati avrebbero tentato di costringerla a sottoporsi a una visita psichiatrica al fine di ottenere una certificazione medica attestante la sua incapacità di intendere e volere, rendendo inutilizzabili le sue dichiarazioni.

Cronaca

Padova | Scoperti 30 lavoratori non regolari in diversi settori


Durante una serie di controlli condotti dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di Padova, sono emersi numerosi casi di irregolarità lavorative in diverse attività commerciali della provincia. Gli ispettori hanno identificato 15 lavoratori completamente in nero e 15 lavoratori irregolari, impiegati in modo non conforme alla normativa vigente. Questi controlli, intensificati soprattutto durante la stagione estiva, hanno riguardato diverse zone della provincia e hanno coinvolto attività operanti nei settori della ristorazione, dell’intrattenimento e dell’ospitalità

I casi di irregolarità sono stati riscontrati in diversi comuni, tra cui Piove di Sacco, Este e Cittadella. In queste località, i finanzieri hanno scoperto personale privo di regolare contratto di lavoro o con contratti non conformi, in alcuni casi senza la necessaria comunicazione preventiva. In particolare, un dipendente di un’attività di ristorazione lavorava da oltre due anni senza un contratto, percependo lo stipendio in contanti.

Le violazioni rilevate sono state segnalate all’Ispettorato Territoriale del Lavoro, che potrà comminare pesanti sanzioni ai datori di lavoro coinvolti, con multe che potrebbero superare i 320 mila euro per ciascuna azienda. In alcuni casi, le attività rischiano anche la sospensione, soprattutto quando il personale irregolare supera il 10% della forza lavoro totale.

L’operazione evidenzia l’impegno costante della Guardia di Finanza nella lotta all’abusivismo e nella tutela dei diritti dei lavoratori, proteggendo così sia i dipendenti che gli imprenditori onesti che rispettano la legge.

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Cronaca

Padova | Operazione della Guardia di Finanza: scoperti 30 lavoratori irregolari, sanzioni fino a 320.000 euro

Nel corso dei controlli intensificati dalla Guardia di Finanza di Padova durante la stagione estiva appena conclusa, sono stati individuati 30 lavoratori tra “in nero” e irregolari in diverse attività della provincia. Le operazioni, volte a garantire il rispetto delle norme in materia di tutela del lavoro, hanno coinvolto numerosi settori, tra cui bar, ristorazione, intrattenimento e tessile.

In particolare, a Padova sono stati scoperti 5 lavoratori “in nero” e 14 irregolari, impiegati con contratti di lavoro “a chiamata” ma senza la regolare comunicazione dell’inizio della prestazione lavorativa. Un’attività commerciale è stata sospesa per aver impiegato una percentuale di lavoratori irregolari superiore al 10% del totale.

Analoghi interventi sono stati effettuati a Piove di Sacco ed Este, dove 5 lavoratori “in nero” e 1 irregolare sono stati scoperti in imprese tessili e nei servizi alla persona. A Cittadella, invece, sono stati trovati 5 lavoratori “in nero”, con un caso particolare in cui un dipendente era privo di contratto da oltre due anni e veniva pagato in contanti.

Le violazioni segnalate all’Ispettorato Territoriale del Lavoro potrebbero portare a sanzioni amministrative comprese tra 50.000 e 320.000 euro, oltre a possibili provvedimenti di sospensione delle attività per gli esercizi coinvolti.

L’operazione conferma l’impegno della Guardia di Finanza nel contrasto all’illegalità nel mondo del lavoro, con l’obiettivo di tutelare i lavoratori e gli imprenditori che operano nel rispetto delle leggi.

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Calabria

Cirò Marina | Chiusura temporanea di un bar “ritrovo” di pregiudicati

Questura di KR

Il Questore di Crotone ha emesso un provvedimento di sospensione per un bar situato a Cirò Marina, che rimarrà chiuso per un periodo di 15 giorni. Questa decisione è scaturita da segnalazioni ricevute dalla Compagnia Carabinieri del comune, che ha evidenziato una problematica persistente: il locale era diventato un ritrovo abituale per individui con precedenti penali.

Le autorità competenti, dopo un’attenta valutazione della situazione, hanno ritenuto necessario intervenire per garantire la sicurezza pubblica. Questo non è il primo provvedimento di chiusura per l’esercizio, già interessato da una sospensione di 7 giorni nel 2022. L’azione mira a prevenire ulteriori problematiche legate alla legalità e alla sicurezza nella comunità.

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