Connect with us

Cronaca

Vaticano | Cardinale Becciu condannato a oltre 5 anni di carcere e risarcimento per 200 milioni.

Il cardinale Angelo Becciu è stato condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione, interdizione perpetua dai pubblici uffici e 8.000 euro di multa nel processo sulle accuse di peculato, truffa e altri reati legati alla gestione dei fondi della Segreteria di Stato e alla compravendita del palazzo Sloane Avenue a Londra. Il Tribunale vaticano ha emesso complessivamente condanne per 37 anni e un mese di reclusione per tutti gli imputati coinvolti nel caso. L’unico imputato assolto è monsignor Mauro Carlino, ex segretario personale di Becciu.

La sentenza prevede anche la confisca per equivalente delle somme costituenti corpo dei reati contestati per oltre 166 milioni di euro complessivi. Gli imputati sono stati condannati, in solido tra loro, al risarcimento dei danni in favore delle parti civili, liquidati complessivamente in oltre 200 milioni di euro.

Becciu è stato riconosciuto colpevole di due peculati, per l’investimento iniziale nel palazzo di Sloane Avenue a Londra e per i 125.000 euro inviati alla cooperativa Spes di Ozieri del fratello Antonino, nonché di una truffa aggravata in concorso con l’esperta di intelligence Cecilia Marogna.

Il difensore di Becciu ha dichiarato che ribadiranno l’innocenza del cardinale e presenteranno appello contro la sentenza. La decisione del Tribunale vaticano è il risultato di un processo durato due anni e mezzo, in cui si è affrontato il coinvolgimento di alti funzionari della Chiesa cattolica in operazioni finanziarie controversi e investimenti immobiliari.

ECCO LA SENTENZA DEL TRIBUNALE VATICANO

“Con la sentenza emessa oggi, dopo 86 udienze, il Tribunale ha definito il giudizio di primo grado del processo a carico di dieci imputati e quattro società, che – come è noto – aveva ad oggetto plurime vicende (distinte, pur se con profili di connessione oggettiva e soggettiva), la principale delle quali è nota con riferimento al palazzo sito in Londra, 60 Sloane Avenue”. 

Il Tribunale “ha ritenuto sussistente il reato di peculato (art. 168 c.p.) in ordine all’uso illecito, perché in violazione delle disposizioni sull’amministrazione dei beni ecclesiastici (ed in particolare del canone 1284 C.I.C.), della somma di 200.500.000 dollari USA, pari a circa un terzo delle disponibilità all’epoca della Segreteria di Stato. Detta somma è stata versata tra il 2013 e il 2014, su disposizione dell’allora Sostituto mons. Giovanni Angelo Becciu, per la sottoscrizione di quote di Athena Capital Commodities, un hedge fund, riferibile al dr. Raffaele Mincione, con caratteristiche altamente speculative e che comportavano per l’investitore un forte rischio sul capitale senza possibilità alcuna di controllo della gestione”.

“Il Tribunale ha quindi ritenuto colpevoli del reato di peculato mons. Becciu e Raffaele Mincione, che era stato in relazione diretta con la Segreteria di Stato per ottenere il versamento del denaro anche senza che si fossero verificate le condizioni previste, nonchè, in concorso con loro, Fabrizio Tirabassi, dipendente dell’Ufficio Amministrazione, ed Enrico Crasso. Quanto all’utilizzo successivo della detta somma, servita – fra l’altro – per l’acquisto della società proprietaria del palazzo di Sloane Avenue e per numerosi investimenti mobiliari, il Tribunale ha ritenuto Raffaele Mincione colpevole del reato di autoriciclaggio (articolo 421-bis c. p.)”. 

Nella nota si spiega poi che “ha invece escluso la responsabilità di mons. Becciu, Enrico Crasso e Fabrizio Tirabassi in ordine agli altri reati di peculato loro contestati perché il fatto non sussiste, non avendo piu’ la Segreteria di Stato la disponibilità del denaro una volta che esso era stato versato per sottoscrivere le quote del fondo. È stata dichiarata poi la colpevolezza di Enrico Crasso per il reato di autoriciclaggio (art. 421-bis c.p.) in relazione all’utilizzo di una ingente somma di oltre 1 milione di euro, costituente il profitto del reato di corruzione tra privati commesso in concorso con Mincione”.

In relazione invece al riacquisto da parte della Segreteria di Stato, nel 2018-2019, attraverso una complessa operazione finanziaria, delle società cui faceva capo la proprietà del palazzo già citato, il Tribunale, si spiega ancora, “ha ritenuto la colpevolezza di Torzi Gianluigi e Squillace Nicola per il reato di truffa aggravata (art. 413 c.p.) e del citato Torzi anche per il reato di estorsione in concorso con Tirabassi Fabrizio (art. 409 c.p.), nonchè per il reato di autoriciclaggio di quanto illecitamente ottenuto. 

Torzi, Tirabassi, Crasso e Mincione sono stati invece assolti perché il fatto non sussiste dal reato di peculato loro ascritto in relazione all’ipotizzata sopravvalutazione del prezzo di vendita. Tirabassi è stato, inoltre, ritenuto colpevole del reato di autoriciclaggio (articolo 421-bis c.p.) in relazione alla detenzione della somma di oltre 1.500.000 USD a lui corrisposta – fra il 2004 e il 2009 – dall’UBS; il Tribunale ha infatti ritenuto che la ricezione di tale somma da parte dell’imputato integrasse il reato di corruzione in ordine al quale pero’, dato il tempo trascorso, l’azione penale è ormai prescritta. Quanto a Tommaso Di Ruzza e Renè Brulhart, rispettivamente Direttore Generale e Presidente dell’A.I.F. (Autorità di Informazione Finanziaria), intervenuti nella fase finale del riacquisto del Palazzo di Sloane Avenue, essi sono stati assolti dei reati di abuso di ufficio loro contestati e ritenuti colpevoli solo dei delitti di cui agli articoli 178 e 180 c.p. per omessa denuncia e per la mancata segnalazione al Promotore di giustizia di un’operazione sospetta”.

Infine, con riferimento ad altri due temi di indagine oggetto del giudizio, mons. Becciu e Cecilia Marogna sono stati ritenuti colpevoli, in concorso, del reato di cui all’art. 416-ter c.p. in relazione al versamento, da parte della Segreteria di Stato, di somme per un totale di oltre 570.000 euro a favore della Marogna, tramite una società a lei riferibile, con la motivazione, non corrispondente al vero, che il denaro doveva essere utilizzato per favorire la liberazione di una suora, vittima di un sequestro di persona in Africa. 

“Mons. Becciu è stato altresì ritenuto colpevole di peculato (art. 168 c.p.) per aver disposto, in due riprese, su un conto intestato alla Caritas-Diocesi di Ozieri, il versamento della somma complessiva di Euro 125.000 destinata in realtà alla cooperativa SPES, di cui era presidente il fratello Becciu Antonino. Pur essendo di per sè lecito lo scopo finale delle somme, il Collegio ha ritenuto che l’erogazione di fondi della Segreteria di Stato abbia costituito, nel caso di specie, un uso illecito degli stessi, integrante il delitto di peculato, in relazione alla violazione dell’art. 176 c.p., che sanziona l’interesse privato in atti di ufficio, anche tramite interposta persona, in coerenza – del resto – con quanto previsto dal canone 1298 C.I.C. che vieta l’alienazione di beni pubblici ecclesiastici ai parenti entro il quarto grado. 

I sopranominati imputati Raffaele Mincione, Gianluigi Torzi, Fabrizio Tirabassi, Angelo Becciu , Nicola Squillace, Enrico Crasso, Tommaso Di Ruzza e Renè Brulhart sono invece stati assolti, con le formule specificate nel dispositivo, da tutti gli altri reati loro ascritti. Parimenti, mons. Mauro Carlino è stato assolto da tutti i reati a lui contestati. 

Conclusivamente, ritenuta la continuazione tra i reati contestati ad ognuno degli imputati, gli stessi sono stati condannati, rispettivamente: Bruhlart Renè e Di Ruzza Tommaso alla pena della multa di euro millesettecentocinquanta; Crasso Enrico alla pena di anni sette di reclusione ed euro diecimila di multa con interdizione perpetua dai pubblici uffici; Mincione Raffaele alla pena di anni cinque e mesi sei di reclusione, euro ottomila di multa con interdizione perpetua dai pubblici uffici; Giovanni Angelo Becciu  alla pena di anni cinque e mesi sei di reclusione, ottomila euro di multa con interdizione perpetua dai pubblici uffici; Fabrizio Tirabassi alla pena di anni sette e mesi sei di reclusione, euro diecimila di multa con interdizione perpetua dai pubblici uffici; Nicola Squillace, previa concessione delle circostanze attenuanti generiche, alla pena – sospesa – di anni uno e mesi dieci di reclusione; Gianluigi Torzi  alla pena di anni sei di reclusione ed euro seimila di multa, alla interdizione perpetua dai pubblici uffici e alla sottoposizione alla vigilanza speciale per un anno; Cecilia Marogna alla pena di anni tre e mesi nove di reclusione con interdizione temporanea dai pubblici uffici per uguale periodo; 4 Logsic Humanitarne Dejavnosti D.O.O. alla sanzione pecuniaria di euro quarantamila ed al divieto di contrattare con le autorità pubbliche per anni due; 

Inoltre, il Tribunale ha ordinato la confisca per equivalente delle somme costituenti corpo dei reati contestati per oltre 166.000.000 di euro complessivi. Gli imputati sono stati infine condannati, in solido tra loro, al risarcimento dei danni in favore delle parti civili, liquidati complessivamente in oltre 200.000.000 di euro.

Cronaca

Como | Sequestrati 80 Kg di Tabacco da Masticare al Confine Svizzero: Denunciato Pakistano

Nelle scorse ore, i funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli della Sezione Operativa Territoriale di Ponte Chiasso, insieme ai militari della Guardia di Finanza del Gruppo Ponte Chiasso, hanno effettuato un importante sequestro al valico autostradale di Brogeda, al confine con la Svizzera. Durante un controllo su un FLIXBUS in entrata in Italia proveniente dal Belgio, è stato fermato un viaggiatore di nazionalità pakistana, residente in Italia.

Il viaggiatore aveva dichiarato di non trasportare nulla di rilevante durante il controllo doganale eseguito ai sensi degli articoli 19 e 20 del D.P.R. n. 43/73 (Testo Unico delle Leggi Doganali, TULD). Tuttavia, questa dichiarazione non ha convinto gli agenti, che hanno deciso di procedere con ulteriori accertamenti sui due voluminosi bagagli del viaggiatore, riposti nella stiva del bus.

All’apertura dei due borsoni, gli agenti hanno trovato oltre 80 chilogrammi di tabacco da masticare, verosimilmente destinato alla vendita illegale sul territorio nazionale, in violazione del decreto legislativo n. 6/2016. Di conseguenza, il viaggiatore è stato denunciato a piede libero per la violazione dell’articolo 291 bis del T.U.L.D., che punisce il contrabbando di tabacchi lavorati esteri.

L’intero quantitativo di tabacco rinvenuto è stato sequestrato in conformità con la normativa vigente sulla repressione del contrabbando di prodotti del tabacco (legge 19 marzo 2001, n. 92), e sarà oggetto di confisca e successiva distruzione. Le indagini sono ancora in corso, e l’indagato è presumibilmente innocente fino alla conclusione del procedimento legale.

Questa operazione è il risultato del Protocollo d’intesa firmato ad aprile 2023 tra l’Agenzia delle dogane e dei monopoli e la Guardia di Finanza. Si inserisce in un più ampio dispositivo di prevenzione attuato presso i valichi di confine, mirato a presidiare la legalità e contrastare il traffico illegale di prodotti derivati dal tabacco da fumo.

Continua a leggere

Calabria

Catanzaro | Confiscati beni per 1 milione di euro alle cosche del Vibonese

Nei giorni scorsi, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, su disposizione della Procura Generale di Catanzaro, ha eseguito una sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro, divenuta irrevocabile dopo la pronuncia della Suprema Corte di Cassazione. La sentenza ha disposto la confisca di beni mobili, immobili, quote societarie, complessi aziendali, autoveicoli e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo stimato in oltre 1 milione di euro, nei confronti di nove persone condannate in via definitiva per reati legati al traffico di sostanze stupefacenti.

L’Operazione “Stammer”

I destinatari del provvedimento erano coinvolti nell’operazione “Stammer”, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria – Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) di Catanzaro, sotto la guida della Direzione Distrettuale Antimafia. L’operazione, avviata nel 2017, aveva portato all’arresto di 68 persone. Le indagini avevano svelato una pericolosa organizzazione criminale impegnata nel traffico internazionale di stupefacenti, collegata alle cosche “PITITTO-PROSTAMO-IANNELLO” di Mileto (VV) e “FIARÈ-GASPARRO-RAZIONALE” di San Gregorio d’Ippona (VV). Questa rete criminale aveva orchestrato l’importazione di 8.000 kg di cocaina dalla Colombia e l’approvvigionamento di ingenti quantitativi di marijuana dall’Albania.

Confisca e Accertamenti Economico-Patrimoniali

Il provvedimento di confisca è stato preceduto da specifici e approfonditi accertamenti economico-patrimoniali condotti con professionalità e dedizione dalle Fiamme Gialle. Tali accertamenti hanno rivelato un significativo divario tra il valore dei beni posseduti dagli indagati e i loro redditi dichiarati o l’attività economica svolta. Questo ha giustificato il sequestro preventivo e la successiva confisca “per sproporzione” di numerosi beni.

Beni Confiscati

La complessa attività investigativa ha permesso di confiscare allo Stato:

  • 4 terreni
  • 4 complessi aziendali (3 società e 1 impresa individuale)
  • 7 autoveicoli
  • 1 motoveicolo
  • Disponibilità finanziarie per circa 80.000 euro
Continua a leggere

Cronaca

Verona| In corso 7 arresti per diversi episodi di violenza, 29 indagati gravitanti nell’estrema destra scaligera

Nelle prime ore dell’alba, la Polizia di Stato di Verona ha dato esecuzione a sette misure cautelari, frutto di un’ampia attività di indagine che coinvolge 29 persone legate all’estrema destra scaligera. Gli indagati sono accusati di diversi episodi di violenza, con reati che spaziano dalle lesioni e violenza privata alle minacce, danneggiamento pluriaggravato e porto di oggetti atti a offendere.

L’indagine, che ha portato alla contestazione di vari reati, ha permesso di raccogliere prove e testimonianze sufficienti per procedere contro i sospettati. Gli episodi di violenza contestati comprendono aggressioni fisiche, minacce e danneggiamenti, spesso aggravati dalla presenza di oggetti pericolosi.

Le Accuse

Le accuse mosse contro i 29 indagati includono:

  • Lesioni: Attacchi fisici che hanno causato danni a persone.
  • Violenza Privata: Coercizione e intimidazione nei confronti di individui.
  • Minacce: Azioni intimidatorie volte a spaventare e controllare le vittime.
  • Danneggiamento Pluriaggravato: Distruzione o danneggiamento di proprietà con aggravanti specifiche.
  • Porto di Oggetti Atti ad Offendere: Detenzione di strumenti pericolosi utilizzati per commettere reati.

Le autorità invitano chiunque abbia informazioni rilevanti a collaborare con le forze dell’ordine per consolidare le prove contro i responsabili e assicurare giustizia alle vittime di questi atti violenti.

Continua a leggere

DI TENDENZA

Copyright © 2023 RADIO HIT 24