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Calabria

Abusi sessuali su pazienti oncologici in un ospedale catanzarese: un arresto | Video

È stato tratto in arresto con l’accusa di violenza sessuale a danno di alcune pazienti in cura presso l’Oncologia del presidio ospedaliero “De Lellis – Ciaccio” di Catanzaro, un infermiere in servizio nello stesso reparto che si ritiene nel corso degli anni abbia abusato di numerose assistite. Questa almeno la tesi degli inquirenti all’esito di una lunga indagine svolta dalla Procura del capoluogo e culminata, quest’oggi, con l’intervento della Guardia di Finanza, che su ordine del Gip del tribunale locale ha trasferito in carcere l’indagato. Secondo una prima ricostruzione, gli abusi si sarebbero svolti da almeno un anno a questa parte e l’inchiesta è nata da alcune segnalazioni e testimonianze, che hanno indirizzato gli investigatori proprio contro l’infermiere.

L’ipotesi è che il sanitario, sfruttando le condizioni fisiche e psichiche dei pazienti, li avrebbe dunque costretti a subire atti sessuali contro la loro volontà, il tutto mentre si trovava in regolare servizio. L’attività di indagine, avviata a seguito delle segnalazioni, si ritiene abbia delineato il modus operandi del soggetto, evidenziando “un composito quadro contraddistinto da svariati episodi lesivi della sfera personale altrui”, sostengo i militari. Le indagini ora proseguono alla ricerca di ulteriori dettagli sul caso.

È stato tratto in arresto con l’accusa di violenza sessuale a danno di alcune pazienti in cura presso l’Oncologia del presidio ospedaliero “De Lellis – Ciaccio” di Catanzaro, un infermiere in servizio nello stesso reparto che si ritiene nel corso degli anni abbia abusato di numerose assistite. Questa almeno la tesi degli inquirenti all’esito di una lunga indagine svolta dalla Procura del capoluogo e culminata, quest’oggi, con l’intervento della Guardia di Finanza, che su ordine del Gip del tribunale locale ha trasferito in carcere l’indagato. Secondo una prima ricostruzione, gli abusi si sarebbero svolti da almeno un anno a questa parte e l’inchiesta è nata da alcune segnalazioni e testimonianze, che hanno indirizzato gli investigatori proprio contro l’infermiere.

L’ipotesi è che il sanitario, sfruttando le condizioni fisiche e psichiche dei pazienti, li avrebbe dunque costretti a subire atti sessuali contro la loro volontà, il tutto mentre si trovava in regolare servizio. L’attività di indagine, avviata a seguito delle segnalazioni, si ritiene abbia delineato il modus operandi del soggetto, evidenziando “un composito quadro contraddistinto da svariati episodi lesivi della sfera personale altrui”, sostengo i militari. Le indagini ora proseguono alla ricerca di ulteriori dettagli sul caso.

Calabria

Autonomia differenziata | Sindaci chiedono al governatore di “sostenere” il referendum abrogativo, ma si è preferito rinviare alla prossima settimana

Autonomia differenziata e fusione dei comuni sono stati i temi principali della seconda giornata dell’assemblea annuale Anci Calabria a Lorica, in Sila. La partecipazione dei sindaci è stata limitata anche ieri mattina, nonostante un ricco programma di panel e interventi prima del Consiglio conclusivo. Alla fine si è deciso di posticipare il documento unitario annunciato al prossimo venerdì 19 luglio, quando il Consiglio dell’Anci Calabria si riunirà nella sede regionale di Lamezia Terme per formulare una proposta unitaria sull’autonomia differenziata. Il Consiglio ha incaricato la presidente dell’Anci Calabria, Rosaria Succurro, di dialogare con tutte le parti per raggiungere una posizione il più possibile condivisa riguardo alla legge sull’autonomia differenziata.

All’assemblea regionale dell’Anci Calabria hanno partecipato 296 sindaci e si sono tenute nove tavole rotonde su vari argomenti: transizione digitale e prevenzione dei crimini informatici, efficientamento energetico, politiche sociali, ambiente e risorse idriche, autonomia differenziata, unione, fusione e scioglimento dei comuni, valorizzazione e potenziamento delle risorse umane negli enti locali, sport come strumento di tutela della salute, e agricoltura, commercio, turismo e peculiarità dei borghi. I sindaci dei capoluoghi di provincia Nicola Fiorita (Catanzaro), Franz Caruso (Cosenza), Giuseppe Falcomatà (Reggio Calabria), Vincenzo Voce (Crotone) ed Enzo Romeo (Vibo Valentia) hanno preferito anticipare il dibattito con una nota stampa articolata, proponendo all’associazione dei sindaci calabresi di chiedere al presidente della giunta e del consiglio regionale di indire un referendum abrogativo, seguendo l’esempio di Campania, Toscana, Emilia Romagna, Puglia e Sardegna, o di impugnare la “Calderoli” davanti alla Consulta, seppur solo in punti specifici.

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Attualità

Gioia Tauro (RC) | Premio “Calabria che lavora 2024”, la giornalista Dominga Pizzi eletta Conduttrice Televisiva dell’Anno

La giornalista Dominga Pizzi eletta Conduttrice Televisiva dell’Anno al premio “Calabria che lavora 2024” – Eccellenze calabresi distinguersi e non estinguersi, giunto alla sua 23ma edizione, svoltosi al Caleo Event Space di Gioia Tauro (R.C.), organizzato da Asso Calabria, guidata da Franco Buccinà e Anna Patania. Il premio è stato conferito agli esportatori sani di Calabresità nel mondo.

Immagini di Graziano Tomarchio


La conduttrice di “Piaceri e Sapori, per Graziano Tomarchio, production ha conseguito il riconoscimento al suo instancabile lavoro, pronto a superare mille difficoltà con disarmante positività. Un giornalismo che viaggia attraverso la Calabria vera che parla al cuore della gente, carico di umanità nei confronti del prossimo, colleghi e soprattutto colleghe. Dominga Pizzi, nella sua lunga carriera infatti, si è fatta stimare da tutte le sue colleghe per la sua spiccata solidarietà femminile ed un carattere che non conosce invidie e competizioni.

Immagini di Graziano Tomarchio


Queste le sue parole alla consegna del premio, ricevuto da Franco Buccinà, che con la moglie Anna Patania organizza questo prestigioso evento: “Buonasera a tutti, è un piacere essere qua perché sono degli amici e professionisti che portano la Calabria ovunque, e noi sappiamo cosa significa perché facciamo lo stesso lavoro che richiede tanti e vari sacrifici ma alla fine ti da tante soddisfazioni, insieme alla tua splendida dolce metà che è dietro le quinte ma è lei l’astro portante: è una grande donna. Non me l’aspettavo, devo essere sincera: io amo il mio lavoro, lo faccio con passione”.

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Calabria

Catanzaro | Confiscati beni per 1 milione di euro alle cosche del Vibonese

Nei giorni scorsi, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, su disposizione della Procura Generale di Catanzaro, ha eseguito una sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro, divenuta irrevocabile dopo la pronuncia della Suprema Corte di Cassazione. La sentenza ha disposto la confisca di beni mobili, immobili, quote societarie, complessi aziendali, autoveicoli e disponibilità finanziarie, per un valore complessivo stimato in oltre 1 milione di euro, nei confronti di nove persone condannate in via definitiva per reati legati al traffico di sostanze stupefacenti.

L’Operazione “Stammer”

I destinatari del provvedimento erano coinvolti nell’operazione “Stammer”, condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria – Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) di Catanzaro, sotto la guida della Direzione Distrettuale Antimafia. L’operazione, avviata nel 2017, aveva portato all’arresto di 68 persone. Le indagini avevano svelato una pericolosa organizzazione criminale impegnata nel traffico internazionale di stupefacenti, collegata alle cosche “PITITTO-PROSTAMO-IANNELLO” di Mileto (VV) e “FIARÈ-GASPARRO-RAZIONALE” di San Gregorio d’Ippona (VV). Questa rete criminale aveva orchestrato l’importazione di 8.000 kg di cocaina dalla Colombia e l’approvvigionamento di ingenti quantitativi di marijuana dall’Albania.

Confisca e Accertamenti Economico-Patrimoniali

Il provvedimento di confisca è stato preceduto da specifici e approfonditi accertamenti economico-patrimoniali condotti con professionalità e dedizione dalle Fiamme Gialle. Tali accertamenti hanno rivelato un significativo divario tra il valore dei beni posseduti dagli indagati e i loro redditi dichiarati o l’attività economica svolta. Questo ha giustificato il sequestro preventivo e la successiva confisca “per sproporzione” di numerosi beni.

Beni Confiscati

La complessa attività investigativa ha permesso di confiscare allo Stato:

  • 4 terreni
  • 4 complessi aziendali (3 società e 1 impresa individuale)
  • 7 autoveicoli
  • 1 motoveicolo
  • Disponibilità finanziarie per circa 80.000 euro
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