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Cronaca

Treviso | Falsi green pass, processo a ex prefetto

È stata fissata per il 18 dicembre l’udienza preliminare che coinvolgerà 32 persone accusate di essere parte di un’inchiesta sui falsi certificati di vaccinazione contro il COVID-19 a Treviso. L’inchiesta, condotta dai carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni nel 2022, ha portato alla luce una presunta rete di falsificazioni che avrebbe permesso a numerosi cittadini di ottenere certificati di avvenuta vaccinazione senza aver realmente ricevuto il vaccino.

Tra gli imputati c’è anche l’ex prefetto di Treviso, Maria Augusta Marrosu, che ha ricoperto il ruolo fino al 2015. Marrosu è accusata di aver partecipato a una presunta organizzazione che, tramite un centro medico privato, avrebbe fornito certificazioni false. Le accuse includono la sostituzione di tamponi molecolari di soggetti realmente positivi al COVID-19 con quelli di altre persone, nonché la clonazione di codici QR di individui vaccinati regolarmente, che poi sono stati utilizzati per ottenere documenti falsificati. Questi certificati sarebbero stati usati per accedere a luoghi pubblici soggetti a restrizioni.

Insieme a Marrosu, sono indagati anche la direttrice del centro medico coinvolto, un’infermiera libero professionista e una biologa. L’inchiesta ha rivelato che la falsificazione dei certificati non si è limitata al centro medico di Treviso, ma ha incluso anche farmacie situate a Montebelluna e Silea, sempre nella provincia di Treviso.

L’udienza preliminare rappresenta un momento cruciale per determinare il corso del procedimento giudiziario e per stabilire la responsabilità dei coinvolti. L’inchiesta ha sollevato preoccupazioni significative riguardo alla gestione e alla verifica delle certificazioni sanitarie durante la pandemia.

Cronaca

Tragico Caso di Vignale: Arrestata la madre di due neonati

Chiara Petrolini, una giovane di 22 anni, è stata arrestata con l’accusa di aver ucciso i suoi due neonati, i cui corpi sono stati trovati sepolti nel giardino della sua abitazione a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma. L’episodio ha suscitato indignazione e shock nella comunità locale.

Le indagini hanno rivelato che la Petrolini, durante la sua seconda gravidanza, avrebbe nascosto la sua condizione per paura del giudizio altrui. Dopo il parto, ha dichiarato di aver sepolto i neonati, sostenendo che entrambi erano nati morti. Tuttavia, le autopsie hanno contraddetto questa versione, indicando che il secondo bambino era nato vivo.

Il procuratore di Parma ha sottolineato che le evidenze raccolte potrebbero suggerire una premeditazione, considerando anche le ricerche fatte online dalla giovane su come nascondere la gravidanza e accelerare il parto. Inoltre, sono emerse informazioni sul suo stile di vita durante la gravidanza, che includeva l’uso di sostanze incompatibili con lo stato di gestazione.

La vicenda ha scosso profondamente la comunità, con commenti di incredulità e dolore da parte di familiari e amici. La madre del fidanzato di Chiara ha espresso un sentimento di sollievo per l’arresto, evidenziando la gravità della situazione.

La storia di Chiara Petrolini solleva interrogativi inquietanti sulla salute mentale e il supporto sociale per le giovani madri, rendendo necessario un dibattito più ampio su questi temi delicati.

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Cronaca

Vicenza | Chiusura temporanea di un bar a Trissino

Questura di Vicenza

Nella mattinata di ieri, il Questore della Provincia di Vicenza ha emesso un provvedimento che prevede la chiusura per sette giorni di un bar/ristorante situato a Trissino. La decisione è stata presa in seguito a un intervento dei Carabinieri avvenuto l’8 agosto, quando una rissa nel parcheggio del locale ha portato a due persone ferite, una delle quali con una prognosi di sette giorni.

Le indagini hanno portato all’identificazione di 13 individui coinvolti nell’incidente, evidenziando una situazione di disordini che ha spinto le autorità a prendere misure preventive. Questa chiusura temporanea, disposta in conformità con la normativa sulla sicurezza pubblica, mira a garantire un ambiente più sicuro per la comunità e a prevenire ulteriori episodi di violenza.

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Calabria

Cutro (KR) | Accusato di aggressione sessuale era ricercato in Inghilterra, arrestato iracheno

Un cittadino iracheno di 49 anni, residente a Cutro, è stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Crotone, poiché ricercato a livello internazionale per reati di aggressione e violenza sessuale. Le accuse risalgono a episodi avvenuti nel 2018 e nel 2019 in Inghilterra, in particolare a Liverpool e Loughborough, dove l’uomo sarebbe stato responsabile di aggressioni nei confronti di due donne.

La cattura è avvenuta a seguito di una segnalazione da parte del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, che ha attivato le indagini necessarie. Grazie a un’attenta attività investigativa, gli agenti sono riusciti a rintracciare l’individuo, che aveva recentemente fatto ingresso in Italia viaggiando in autobus. L’arresto rappresenta un’importante operazione per la sicurezza e il contrasto alla criminalità internazionale, dimostrando l’efficacia della cooperazione tra le forze di polizia nazionali e internazionali.

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