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Scienza e Salute

Immunoterapia contro i tumori, al Gemelli due nuovi ambulatori

Al Gemelli aprono due nuovi ambulatori in collaborazione tra endocrinologia, oncologia e ginecologia oncologica (Ambulatorio di endocrinologia per le complicanze oncologiche e Ambulatorio di endocrinologia per le complicanze endocrinologiche nei tumori femminili), per gestire le complicanze endocrinologiche dell’immunoterapia. L’immunoterapia ha rivoluzionato il trattamento dei tumori e anche dall’ultimo congresso della Società Europea di Oncologia Clinica (ESMO) arrivano tante conferme sui successi dell’impiego di questi farmaci in diversi tipi di neoplasie. E nel campo del melanoma si ‘festeggià addirittura il traguardo dei dieci anni di vita di tanti pazienti metastatici, sopravvissuti ad una prognosi infausta proprio grazie all’immunoterapia.

Questi farmaci liberano il sistema immunitario dalle ‘catenè imposte dal tumore che gli impedisce di reagire e di distruggerlo, riconoscendolo come estraneo. Ma a volte, l’esuberanza delle difese immunitarie si scatena e diventa decisamente eccessiva, dando luogo ad una serie di effetti indesiderati. Che è importante conoscere, per prevenirli e gestirli al meglio. La dottoressa Sabrina Chiloiro e i colleghi della UOC di Endocrinologia e Diabetologia di Fondazione Policlinico Gemelli, diretta dal professor Alfredo Pontecorvi, fanno il punto sulle complicanze endocrinologiche dell’immunoterapia, oggetto anche di una recente pubblicazione sulla prestigiosa rivista Trends in Endocrinology & Metabolism (del gruppo Cell).

“La frequenza di disturbi endocrinologici correlati all’immunoterapia – ricorda la dottoressa Chiloiro, ricercatore in Endocrinologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – varia dal 4 al 14,6% dei pazienti trattati. Tra gli effetti indesiderati più frequenti di queste terapie ci sono le disfunzioni tiroidee (in particolare le tiroiditi, che possono comparire settimane-mesi dopo la somministrazione dell’immunoterapia e che in genere evolvono verso l’ipotiroidismo) e le malattie dell’ipofisi (ipofisiti con ipopituitarismo, che possono causare in particolare deficit di ACTH isolato, ma anche ipogonadismo e ipotiroidismo secondari) che tipicamente compaiono a 9 settimane dall’inizio dell’immunoterapia ma, anche molto più tardivamente.

Rari ma segnalati in letteratura, anche casi di diabete insulino-dipendente (che esordiscono con grave iperglicemia e chetoacidosi diabetica) e di insufficienza surrenalica primitiva.
“Molti di questi problemi endocrinologici – ricorda il professor Alfredo Pontecorvi, ordinario di Endocrinologia e Direttore della UOC di Endocrinologia e Diabetologia di Fondazione Policlinico Gemelli – possono cronicizzare e richiedere dunque la somministrazione di terapie ormonali sostitutive. Per contro, queste endocrinopatie, se non riconosciute e trattate tempestivamente possono dare esiti anche molto gravi”.

“Gli effetti indesiderati dell’immunoterapia – commenta il professor Giampaolo Tortora, ordinario di Oncologia medica e direttore del Comprehensive Cancer Center dei Fondazione Policlinico Gemelli- possono essere gestiti con successo grazie ad una collaborazione multidisciplinare tra endocrinologi ed oncologi; questo consente non solo di vigilare sulla sicurezza del paziente ma permette anche di offrigli la possibilità di completare, senza interruzioni, i cicli di immunoterapia, preziosi per il successo del trattamento oncologico”.
“L’immunoterapia – ricorda il professor Giovanni Scambia, Direttore della UOC di Ginecologia Oncologia e Direttore scientifico di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – è una risorsa terapeutica ormai irrinunciabile per una serie di tumori ginecologici, come quelli dell’endometrio, del collo dell’utero e per alcune forme di tumori del seno. Aver creato, attraverso uno spazio ambulatoriale dedicato, un filo diretto con l’endocrinologia ci consente di gestire sempre meglio le nostre pazienti, sfruttando appieno i benefici dell’immunoterapia, in piena sicurezza”.

“Può non essere facile diagnosticare questi effetti indesiderati endocrinologici – ricorda la dottoressa Chiloiro – perchè spesso esordiscono con sintomi aspecifici come una grande stanchezza (fatigue) o la cefalea; anche l’interpretazione degli esami di laboratorio può risultare difficile perchè l’uso concomitante di farmaci quali corticosteroidi e antiemetici può alterare gli esami endocrinologici, come anche lo stress e le condizioni stesse del pazienta. E’ dunque fondamentale che le persone trattate con immunoterapie siano sottoposte a stretta sorveglianza per cogliere sul nascere la comparsa di un problema endocrinologico”. Particolarmente a rischio sono gli individui con storia di precedenti patologie autoimmuni, le persone in sovrappeso/obese, quelle sottoposte ad immunoterapia per un lungo periodo di tempo; mentre le donne e i pazienti più giovani sono a maggior rischio di tireopatie.
“Il nostro consiglio – conclude il professor Pontecorvi – è di richiedere esami endocrinologici completi (glicemia, elettroliti, TSH, fT3, fT4, ACTH, cortisolo, FSH, LH, prolattina, IGF-1, testosterone o estradiolo) prima di avviare l’immunoterapia. Durante il trattamento, il timing dell’esecuzione degli esami ormonali completi andrà pianificato in base al rischio del singolo paziente di sviluppare tossicità endocrinologiche, soprattutto nei primi mesi di trattamento e nei pazienti con precedenti patologie tiroidee o autoimmuni. Prima di ogni ciclo di immunoterapia, consigliamo in ogni paziente di indagare l’insorgenza di sintomi riconducibili a disfunzioni endocrinologiche, e di eseguire esami ormonali per rivalutare la funzionalità tiroidea e surrenalica.

Per questo è necessaria una stretta alleanza tra oncologo ed endocrinologo per una valutazione accurata e scadenzata di questi pazienti in ambulatorio, durante il trattamento oncologico, ma anche dopo la sua sospensione; gli effetti indesiderati endocrinologici possono infatti comparire anche a distanza di 6 mesi dalla sospensione dell’immunoterapia”.

– Foto: Ufficio stampa Gemelli –

Lombardia

Milano, una giornata con le professioni sanitarie tra arte e spettacolo

Un appuntamento con le Professioni Sanitarie, per approfondire temi legati alla salute e alla prevenzione in modo diverso e creativo: è la prima edizione di “InSalute-Il vostro benessere, il nostro obiettivo”, l’evento organizzato dall’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM e PSTRP) di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio per i cittadini di Milano e dintorni, che si svolgerà domenica 6 ottobre dalle 14:00 alle 20:00 all’Anfiteatro Martesana, presso il Parco Martiri della Libertà Iracheni Vittime del Terrorismo di Milano. L’evento, patrocinato dal Comune di Milano, gratuito e aperto a tutti, rappresenta un’opportunità unica nel suo genere per avvicinare la popolazione alle risorse sanitarie presenti sul territorio, nel solco di un’ormai consolidata collaborazione tra l’Ordine e l’Assessorato al Welfare del capoluogo meneghino. “Sono anni che lavoriamo insieme all’Assessore al Welfare Bertolè per creare occasioni d’incontro con i cittadini” dichiara Diego Catania, Presidente dell’Ordine.

“L’evento di domenica rappresenta un coronamento del percorso fatto e vuole presentare le Professioni Sanitarie dell’Ordine in una veste diversa, mostrando come le tematiche di salute e prevenzione possano essere divulgate anche attraverso il gioco, lo sport, l’arte e la condivisione. La nostra istituzione comprende ben 18 Professioni Sanitarie dell’area sanitaria tecnica, della riabilitazione e della prevenzione: tante competenze e professionalità diverse che per un giorno si metteranno ‘in giocò, rendendosi ancora più accessibili alle persone”. “La giornata è piena di sfaccettature e di momenti diversi, che rappresentano bene la ricchezza dell’Ordine” prosegue Alberto Galbusera, Consigliere dell’Ordine e coordinatore dell’iniziativa.

“Si parte alle 14:00 con le iniziative organizzate dalle nostre Commissioni d’Albo, che mettono insieme salute e divertimento: tornei di carte, quiz e rompicapi per allenare la mente; judo per bambini, pilates e videodance per acquisire consapevolezza del corpo e attivare la chimica del benessere; sessioni di make-up per valorizzare un sorriso sano e giochi per aiutare a conoscere meglio se stessi e le proprie emozioni. Ma anche laboratori di lettura per i più piccoli, musica dal vivo e testimonianze sul valore delle Professioni Sanitarie e sulla forza dei pazienti”.
Ha collaborato all’iniziativa anche il Consigliere Maurizio Vergari, che aggiunge: “Grazie alle attività svolte, oltre a intrattenere le persone presenti, speriamo di offrire un piccolo ‘vademecum’ su come coltivare il benessere fisico e mentale: tenere allenati la mente e il corpo, coltivare la socialità e dialogare con i Professionisti Sanitari competenti per i propri dubbi su salute e prevenzione”. Oltre alle tante attività proposte, la zona dell’Anfiteatro ospiterà anche un’esposizione delle fotografie scattate dai Professionisti Sanitari in occasione del Concorso fotografico realizzato dall’Ordine.

“Siamo felici di poter finalmente esporre il frutto di questa iniziativa, che ci ha consentito di raccogliere frammenti della realtà delle Professioni Sanitarie” commenta Davide Bassani, Consigliere dell’Ordine e organizzatore delle tre edizioni del Concorso. “Dal 2020 al 2023 abbiamo chiesto agli iscritti di raccontarsi attraverso la fotografia, ogni volta da una prospettiva diversa: dal punto di vista dell’emergenza pandemica, nella quotidianità di ogni giorno e mettendosi ‘nei panni della persona assistità. Ne sono emersi ritratti affascinanti e credo molto interessanti per chi non conosce bene tutte le Professioni del nostro Ordine e che può trovare in queste immagini una risposta suggestiva, più immediata di tante parole, alla domanda: ‘Ma voi che cosa fatè?”. La presentazione dell’iniziativa si svolgerà alle 17:30, insieme ai saluti delle autorità presenti.

A partire dalle 18:30, invece, si terrà un altro momento di condivisione e divertimento, stavolta all’insegna del cabaret, con lo spettacolo “Homo modernus” del celebre attore comico Leonardo Manera. Lo spettacolo, una riflessione ironica sulle sfide della modernità, è accessibile su offerta libera e su prenotazione, e il ricavato sarà interamente devoluto in beneficenza al Comitato provinciale di Monza e Brianza per l’Unicef. Si chiuderà così, su una nota di leggerezza, una giornata densa di proposte e di iniziative, che si propone di consolidare il canale di dialogo fra cittadini e Professionisti Sanitari.

“Sappiamo bene come non sempre sia facile abbattere la distanza percepita fra le persone e gli operatori della salute: un attrito che purtroppo, nelle sue forme più gravi, assume le forme della violenza e dell’aggressività” conclude il Presidente Catania. “Per questo motivo credo sia importante, per quanto sicuramente non sufficiente, continuare a creare occasioni di contatto con le persone e sperimentare nuovi modi di comunicare, anche inediti e informali. Il mio augurio è che i cittadini che ci incontreranno domenica e che vivranno con noi un pomeriggio di divertimento possano tornare a casa con una consapevolezza diversa, ossia che esiste una realtà multiprofessionale sul territorio, composta da oltre 14.000 iscritti, che può rispondere a tante delle loro domande di salute, non solo nelle occasioni di svago e leggerezza ma anche e soprattutto nei momenti di bisogno e di vulnerabilità”.

Foto: ufficio stampa Ordine TSRM e PSTRP di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio

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Scienza e Salute

Quici “Bene Schillaci su assunzioni e flat tax”

“Apprendiamo con soddisfazione l’intenzione del Ministro Schillaci di avviare un piano di assunzioni negli ospedali e di tassare al 15% le indennità di specificità in modo da alzare gli stipendi del personale sanitario. Sono proposte su cui la Federazione CIMO-FESMED lavora insieme al Ministero da oltre un anno e che, se introdotte nella prossima legge di Bilancio, rappresenterebbero un segnale importante atteso da tutti i medici che lavorano nel Servizio sanitario nazionale”. Così Guido Quici, Presidente del sindacato Federazione CIMO-FESMED (a cui aderiscono ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED) commenta le dichiarazioni rilasciate dal Ministro a margine dell’Assemblea generale dei medici europei dipendenti. “Ci auguriamo inoltre – aggiunge Quici – che nella legge di Bilancio trovino spazio anche lo sblocco del tetto di spesa per il personale e la proroga dello scudo penale, in attesa che la Commissione Nordio sulla colpa medica concluda i lavori. Infine, evidenziamo ancora una volta la necessità di aprire rapidamente le trattative per il rinnovo del contratto dei dirigenti medici, senza necessariamente attendere la conclusione di quello del comparto, considerando che il CCNL in vigore è scaduto già da tre anni. Si tratta di provvedimenti limitati ma fondamentali per ridare un pò di respiro al personale sanitario e agli ospedali, ormai in affanno in tutta Italia”, conclude il Presidente CIMO-FESMED.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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Scienza e Salute

Prevenzione cardiovascolare secondaria, uniti per ridurre la mortalità

La Giornata Mondiale del Cuore ha riunito oggi a Roma esponenti delle Istituzioni, clinici, associazioni di pazienti, rappresentanti della società civile e dell’industria, per fare il punto sull’impatto delle patologie cardiovascolari in Italia e condividere strategie per potenziare la prevenzione secondaria. L’evento, svolto con il contributo non condizionante di Novartis e il patrocinio della Società Italiana di Cardiologia, dell’Associazione Italiana Scompensati Cardiaci e della Fondazione Italiana per il Cuore, ha messo in luce la necessità di mettere in campo strategie efficaci per contrastare le patologie cardiovascolari, che rappresentano ancora la prima causa di morte negli adulti in Italia. Nel nostro Paese si stimano infatti ogni anno 230.000 decessi, 25 ogni ora, che potrebbero diminuire sensibilmente con un piano d’azione che metta al primo posto la prevenzione come investimento. Inoltre, il costo economico delle malattie cardiovascolari è elevatissimo e destinato a crescere: a livello europeo ammonta a 282 miliardi di euro, di cui oltre 41 miliardi solo in Italia.

L’incontro si è aperto con l’intervento di Annarita Patriarca, Segretario d’Aula, seguito da Ilenia Malavasi, Membro della XII Commissione. Le deputate hanno sottolineato l’importanza di rafforzare la prevenzione delle malattie cardiovascolari con politiche mirate. Hanno evidenziato che, sebbene esista un Piano Nazionale della cronicità, questo non sia in grado di focalizzarsi adeguatamente sulle patologie cardiovascolari. La mancanza di un piano d’azione nazionale con obiettivi chiari per la riduzione della mortalità e l’aumento dell’aderenza terapeutica rappresenta un divario significativo che deve essere colmato.

Successivamente, il tavolo di discussione è stato avviato da Paola Coco, CSO & Medical Affairs Head di Novartis Italia, che ha espresso come “siamo a favore dell’attuazione di strategie che permettano di contrastare le patologie cardiovascolari. In questo percorso, noi siamo al fianco della comunità scientifica, dei pazienti e delle Istituzioni per favorire modelli di presa in carico e programmi di informazione e prevenzione. Proseguiamo il nostro impegno nella ricerca e sviluppo di soluzioni innovative per la gestione dei fattori di rischio cardiovascolare, come il colesterolo LDL e la lipoproteina (a)”. “Vi è un rinnovato interesse per la lipoproteina (a) – afferma Ciro Indolfi, Presidente uscente della Società Italiana di Cardiologia – uno dei nuovi biomarcatori che possono migliorare la stratificazione del rischio cardiovascolare e la sua misurazione dovrebbe essere presa in considerazione almeno una volta nella vita.

Il colesterolo LDL, invece, non è solo un fattore di rischio ma la causa della maggior parte degli infarti miocardici. Oggi fortunatamente abbiamo farmaci innovativi con i quali è possibile ottenere questi livelli ambiziosi di colesterolo LDL”.
Infine, la discussione ha permesso di dare voce alle associazioni di pazienti e alla società civile, con l’intervento di Maria Rosaria Di Somma, Consigliere delegato dell’Associazione Italiana Scompensati Cardiaci, e di Cristina Meneghin, Direttore della Comunicazione Scientifica della Fondazione Italiana del Cuore. Entrambe hanno concordato sull’importanza di rafforzare il dialogo tra Istituzioni, cittadini e pazienti, ma in primis quello tra medico e paziente.

ùLa comunicazione tra i due principali attori del percorso di cura è infatti da considerarsi il pilastro su cui si basa la costruzione dell’alleanza terapeutica che è necessaria per comprendere a fondo le esigenze specifiche di chi, quotidianamente, convive con patologie cardiovascolari. La comunicazione efficace è essenziale, per esempio, per promuovere l’aderenza terapeutica che è uno strumento fondamentale per raggiungere gli outcome clinici. E’ stato inoltre sottolineato come sia cruciale continuare a impegnarsi in campagne di sensibilizzazione, promuovendo la prevenzione cardiovascolare a tutto tondo, sviluppando una comunicazione chiara e accessibile, in grado di raggiungere e coinvolgere tutte le fasce della popolazione. Solo attraverso una maggiore informazione e consapevolezza dei cittadini, e dei pazienti, sarà possibile ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari e migliorare la salute collettiva.
-foto ufficio stampa Esperia Advocacy-

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