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Fonti rinnovabili: quali sono le più promettenti per l’Italia

L’Italia, con la sua posizione geografica privilegiata e la varietà dei suoi climi, possiede un potenziale enorme per lo sviluppo delle fonti rinnovabili. In un’epoca in cui la sostenibilità è diventata un imperativo globale, il nostro paese si trova di fronte a un’opportunità unica per ridisegnare il proprio sistema energetico. La transizione verso un’energia più pulita non è solo una necessità ambientale, ma anche un’opportunità per rilanciare l’economia, creare nuovi posti di lavoro e garantire una maggiore indipendenza energetica.

In questo contesto, diventa cruciale capire quali siano le fonti rinnovabili più promettenti per l’Italia. Dalle abbondanti risorse solari del sud alle brezze costiere che alimentano l’eolico, passando per la lunga tradizione idroelettrica e le innovazioni nel campo delle biomasse, l’Italia ha tutte le carte in regola per diventare un leader nella produzione di energia sostenibile. Questo articolo esplorerà nel dettaglio le principali opzioni a disposizione, analizzando i loro vantaggi e le sfide da affrontare per realizzare il pieno potenziale di queste risorse.

Energia solare: il sole al servizio del territorio

L’energia solare è senza dubbio una delle risorse rinnovabili più promettenti per l’Italia. Grazie alla sua posizione geografica, il paese gode di un numero elevato di ore di sole all’anno, specialmente nelle regioni meridionali e nelle isole. Questo rende il solare una fonte di energia estremamente abbondante e accessibile.

I pannelli fotovoltaici, che trasformano la luce solare direttamente in energia elettrica, sono al centro delle politiche energetiche e degli investimenti in Italia. Negli ultimi anni, il costo della tecnologia fotovoltaica è diminuito drasticamente, rendendo l’installazione di pannelli solari una scelta economicamente conveniente sia per i privati che per le imprese. Inoltre, l’adozione di sistemi di accumulo di energia, come le batterie, permette di immagazzinare l’energia prodotta durante il giorno per utilizzarla nelle ore notturne o in giornate nuvolose, aumentando così l’efficienza complessiva.

Accanto ai pannelli fotovoltaici, il solare termodinamico rappresenta un’innovazione significativa. Questa tecnologia utilizza specchi o lenti per concentrare i raggi solari e generare calore, che può poi essere convertito in energia elettrica. Il solare termodinamico ha il vantaggio di poter essere utilizzato anche in assenza di sole diretto, sfruttando il calore accumulato, e rappresenta una soluzione promettente per le grandi centrali elettriche.

Tuttavia, nonostante i numerosi vantaggi, l’espansione dell’energia solare in Italia non è priva di sfide. La necessità di spazi ampi per l’installazione dei pannelli e le questioni legate all’impatto paesaggistico sono temi spesso dibattuti. Inoltre, le infrastrutture esistenti devono essere adeguatamente aggiornate per integrare l’energia solare nella rete elettrica nazionale in modo efficiente.

L’energia solare offre dunque una straordinaria opportunità per l’Italia, sia dal punto di vista ambientale che economico. Con politiche mirate e investimenti adeguati, il sole potrebbe diventare il principale motore della transizione energetica del paese.
Per un approfondimento sulla crescita dell’energia solare come energia sostenibile e sui pro e dei contro di questa forma di energia, con un’interessante focus sul tema sicurezza, vi segnaliamo questo articolo pubblicato da ExpressVPN.

Energia eolica: sfruttare i venti italiani

L’energia eolica rappresenta una delle soluzioni più promettenti per integrare il mix energetico rinnovabile dell’Italia. Il paese dispone di un potenziale significativo, soprattutto nelle zone costiere e lungo le dorsali appenniniche, dove i venti sono costanti e abbastanza intensi da alimentare efficacemente le turbine eoliche.

Negli ultimi anni, le tecnologie eoliche hanno compiuto notevoli progressi, con turbine sempre più efficienti e capaci di generare maggiori quantità di energia. In particolare, l’eolico offshore, ovvero l’installazione di turbine in mare aperto, sta guadagnando attenzione per il suo potenziale di ridurre l’impatto paesaggistico e sfruttare venti più forti e costanti rispetto a quelli terrestri. L’Italia, con le sue lunghe coste, ha un’opportunità unica di sviluppare progetti eolici offshore, che potrebbero diventare una componente chiave della produzione energetica del futuro.

Tuttavia, come per l’energia solare, l’espansione dell’energia eolica in Italia deve affrontare alcune sfide. Tra queste, vi sono le questioni legate all’accettazione sociale e all’impatto visivo delle turbine, in particolare nelle aree di pregio paesaggistico. Inoltre, la connessione degli impianti eolici alla rete elettrica nazionale richiede investimenti in infrastrutture e una pianificazione attenta per evitare problemi di intermittenza e bilanciamento della rete.

Nonostante questi ostacoli, i benefici ambientali ed economici dell’energia eolica sono innegabili. Le turbine eoliche, una volta installate, producono energia senza emissioni di gas serra e con costi operativi relativamente bassi. Inoltre, lo sviluppo dell’eolico può contribuire a ridurre la dipendenza dell’Italia dalle importazioni di energia, migliorando la sicurezza energetica del paese.

Con una pianificazione strategica e un coinvolgimento attivo delle comunità locali, l’energia eolica ha il potenziale per diventare una colonna portante della produzione energetica italiana, contribuendo in modo significativo alla riduzione delle emissioni di CO2 e alla creazione di un sistema energetico più sostenibile.

Energia idroelettrica: una tradizione da modernizzare

L’energia idroelettrica ha una lunga e consolidata tradizione in Italia, rappresentando una delle prime fonti rinnovabili ad essere sfruttata su larga scala nel paese. Con le sue numerose montagne e fiumi, l’Italia ha saputo sfruttare il potenziale dell’acqua per generare energia elettrica, contribuendo significativamente al fabbisogno energetico nazionale.

Oggi, però, la sfida principale è quella di modernizzare gli impianti esistenti per renderli più efficienti e sostenibili. Molti degli impianti idroelettrici italiani sono stati costruiti decenni fa e necessitano di aggiornamenti per migliorare le loro prestazioni e ridurre l’impatto ambientale. Le tecnologie moderne, come i sistemi di gestione avanzata delle acque e le turbine di nuova generazione, offrono la possibilità di incrementare la produzione energetica senza la necessità di costruire nuove dighe, minimizzando così l’impatto sugli ecosistemi locali.

Un aspetto particolarmente promettente è lo sviluppo del mini-idroelettrico, che sfrutta corsi d’acqua di piccole dimensioni o canali esistenti per produrre energia elettrica. Questo tipo di impianti ha un impatto ambientale molto ridotto e può essere installato in aree remote, fornendo energia a comunità isolate e riducendo la dipendenza dai combustibili fossili.

Tuttavia, l’espansione e la modernizzazione dell’energia idroelettrica in Italia devono affrontare anche delle criticità. La gestione delle risorse idriche è diventata sempre più complessa a causa dei cambiamenti climatici, che hanno portato a una maggiore variabilità delle precipitazioni e a periodi di siccità più frequenti. Questo richiede una pianificazione accurata per garantire la disponibilità di acqua non solo per la produzione di energia, ma anche per l’agricoltura, l’industria e il consumo umano.

Nonostante queste sfide, l’energia idroelettrica rimane una componente fondamentale del sistema energetico italiano. Con le giuste strategie di modernizzazione e gestione sostenibile, può continuare a giocare un ruolo cruciale nella riduzione delle emissioni di CO2 e nella transizione verso un sistema energetico più verde e resiliente.

Biomasse e biogas: energia dalla natura

Le biomasse e il biogas rappresentano una risorsa energetica di grande potenziale per l’Italia, in particolare nelle aree rurali e agricole. Queste fonti rinnovabili sfruttano materiali organici, come residui agricoli, scarti alimentari e rifiuti urbani, per produrre energia sotto forma di calore, elettricità e combustibili. Questo approccio non solo contribuisce alla produzione di energia pulita, ma offre anche una soluzione sostenibile per la gestione dei rifiuti e la valorizzazione delle risorse locali.

Il biogas, in particolare, viene prodotto attraverso la digestione anaerobica dei materiali organici, un processo che genera gas metano utilizzabile per la produzione di elettricità, calore o come carburante per veicoli. L’Italia è già uno dei principali produttori di biogas in Europa, grazie alla forte tradizione agricola e all’abbondanza di materia prima disponibile. I piccoli impianti di biogas, spesso gestiti da aziende agricole, stanno diventando sempre più diffusi, contribuendo a ridurre le emissioni di gas serra e a creare nuove opportunità economiche per le comunità rurali.

Le biomasse includono una varietà di materiali organici, come legname, scarti agricoli e residui forestali, che possono essere utilizzati per la produzione di energia termica o elettrica. L’Italia ha un grande potenziale per lo sviluppo di questa risorsa, soprattutto nelle regioni montuose e collinari dove le risorse forestali sono abbondanti. L’uso delle biomasse per il riscaldamento domestico e la produzione di energia locale può ridurre significativamente la dipendenza dai combustibili fossili e migliorare la sostenibilità energetica delle aree rurali.

Nonostante i vantaggi, ci sono alcune sfide legate allo sviluppo delle biomasse e del biogas. Una gestione non sostenibile delle risorse può portare a problemi ambientali, come la deforestazione o l’esaurimento delle risorse naturali. Inoltre, il trasporto e la trasformazione delle biomasse possono comportare costi elevati e richiedere infrastrutture adeguate. È quindi essenziale adottare pratiche di gestione sostenibile e promuovere l’innovazione tecnologica per migliorare l’efficienza e la redditività di questi sistemi energetici.

Le biomasse e il biogas offrono un’opportunità unica per l’Italia di sfruttare le proprie risorse naturali e agricole in modo sostenibile, contribuendo al contempo alla diversificazione del mix energetico e alla riduzione delle emissioni di CO2. Con una pianificazione attenta e un forte supporto da parte delle politiche nazionali e regionali, queste fonti possono giocare un ruolo chiave nel futuro energetico del paese.

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Grins, Cervellati “Al lavoro per costruire un ecosistema per il Paese”

“L’obiettivo della piattaforma Amelia è di facilitare la condivisione del dato, la verifica della sua qualità e soprattutto offrire dei servizi di analisi che forniscano dei servizi utili a imprese, famiglie e pubbliche amministrazioni”. Lo ha detto Matteo Cervellati, professore dell’Università di Bologna e Presidente della Fondazione Grins, ospite di Focus ESG, format tv dell’Italpress. “La fondazione Grins è stata creata all’interno dell’unica iniziativa PNRR per la sostenibilità economico-finanziaria dei territori italiani: il partenariato pubblico-privato ha risposto alla richiesta dell’Italia e dell’Europa di costruire una piattaforma che metta assieme dati per studiare e accompagnare imprese, famiglie e pubbliche amministrazioni nelle loro scelte e nella predisposizione delle politiche”, ha spiegato.

“Andremo a costruire un ecosistema digitale, una piattaforma che sarà disponibile online e che tratterà dati di diverso tipo, amministrativi, climatologici, di sentiment analysis, dati presi dal web e non strutturati”.
La piattaforma “verrà ospitata dai server del Cineca e del Tecnopolo, quindi sarà una infrastruttura nazionale e molto sicura”. Gli ecosistemi digitali, anche quelli più piccoli, “richiederebbero un periodo più lungo, di almeno 5 anni” ma “i tempi del PNRR ci costringono a comprimere il lavoro: l’obiettivo è arrivare alla fine del terzo anno con una piattaforma funzionante, che nelle componenti di base sia sicura, in cui i dati vengano riconosciuti vengono analizzati e soprattutto in un ambiente che offra dei servizi e che possa essere scalabile”.

La fondazione Grins “è stata creata come hub del progetto: il nostro ha nove ‘spokè di diversa natura che studiano le famiglie, le imprese, le pubbliche amministrazioni, la decarbonizzazione, l’economia circolare, la sostenibilità dei territori e vengono coordinati da una fondazione di ricerca che mette assieme attualmente 25 enti. Sono coinvolti nominalmente 350 ricercatori delle università pubbliche e private, altrettanti ricercatori fanno parte dei gruppi di ricerca e poi abbiamo assunto circa 300 giovani: l’obiettivo di questo migliaio di persone è lavorare insieme alle imprese e alle pubbliche amministrazioni per capire come costruire queste infrastrutture e far sì che i dati utili per studiare i problemi economici e finanziari siano disponibili. Il lavoro quindi è duplice: la costruzione di un’infrastruttura, la raccolta e il trattamento di dati e, soprattutto, la predisposizione di meccanismi di analisi di questi dati”, ha sottolineato. “Quello che stiamo cercando di realizzare è uno strumento aperto, che permetta di fare scelte sulla base dei dati disponibili, idealmente in tempo reale o comunque in tempo sufficientemente utile”.

La speranza, conclude Cervellati, “è di lasciare al Paese un sistema solido e funzionante, con qualche progetto già avviato e che offra già alcuni servizi: questo poi ovviamente richiederà la ricerca di ulteriori finanziamenti nei tre anni successivi”.

– foto Italpress –

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La Russa “Non sono complottista, centrodestra non è accerchiato”

“Io non sono un complottista, non lo sono mai stati, credo che sia più corretto parlare di un’evoluzione di eventi. Succede una cosa e poi magari qualcuno cerca di utilizzarla. Ma quello non è un complotto, un complotto è quando la cosa viene pensata prima, organizzata nei dettagli”. Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, a “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, su Raitre, intervistato da Piero Chiambretti.
“Normalmente non sono un complottista e non mi sento accerchiato, e non sono convinto, magari qualcuno sì, anche nel centrodestra, che il centrodestra sia accerchiato – ha aggiunto -. Vedo che qualunque cosa sia stata detta e fatta, finchè il popolo dà un consenso a una linea politica trasparente e chiara il complotto non solo non esiste, ma se anche esistesse non avrebbe effetto”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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JAKALA lancia un nuovo Digital Coffee su AI e Media Intelligenti

Si è concluso a Milano un nuovo Digital Coffee, organizzato da JAKALA presso la storica sede di Palazzo Mellerio. L’incontro, sul tema “Media intelligenti: l’AI come boost per ottimizzazione e accesso al dato”, ha visto riuniti esperti di settore, marketers e fondi di investimento con l’obiettivo di approfondire come l’Intelligenza artificiale stia ottimizzando l’accesso e l’utilizzo dei dati, trasformando radicalmente le strategie di comunicazione.
L’evento si inserisce nell’ambito del ciclo di incontri ideato da JAKALA per favorire il dialogo tra i leader aziendali e i protagonisti della trasformazione digitale, riuniti in presenza per aprire nuove prospettive attraverso un confronto diretto sulle tecnologie emergenti e il loro impatto sulle strategie di business.

A guidare l’incontro è stato Amedeo Guffanti, Global Managing Director della Business Line Digital & Media di JAKALA, mentre la moderazione è stata affidata ad Andrea Cabrini, direttore di Class CNBC.
Al centro del dibattito, il ruolo cruciale dell’Intelligenza Artificiale nella trasformazione del settore, con particolare attenzione a come questa tecnologia consenta di ottimizzare le campagne pubblicitarie, migliorare l’accesso ai dati e rispondere rapidamente ai nuovi trend di mercato.
“L’AI ha dimostrato di essere un acceleratore importante per l’efficienza delle campagne di marketing”, spiega Amedeo Guffanti. “Da uno studio che abbiamo condotto su più di 50 clienti con strategie AI attive, rileviamo maggiore efficienza ed efficacia nelle campagne, che vedono aumentare i propri volumi fra il 20% e il 30% e vedono una riduzione dei costi di acquisizione tra il 15% e il 20%. L’AI di prima generazione, quella legata ai Big Data, è oggi amplificata dal miglioramento delle tecnologie a disposizione, che permettono di integrare all’interno delle variabili classiche – con cui abbiamo sempre ottimizzato le campagne digitali -, variabili maggiormente articolate come, ad esempio, i dati provenienti dal CRM e le differenze sociodemografiche di persone in aree geografiche diverse”.

“Tutto ciò consente di ridurre la dispersione del messaggio pubblicitario evitando quelle categorie di utenti che non rientrano all’interno del target a maggiore probabilità di conversione per il brand”, prosegue Guffanti. “Prima dell’avvento dell’AI, questo livello di precisione era impossibile, mentre oggi abbiamo risultati straordinari attivando le diverse tecnologie che sfruttano gli algoritmi di piattaforme consolidate come Google, Meta, Amazon, in combinazione con i dati di prima parte, di mercato e di Geointelligence. Avendo intuito già da tempo che ci trovassimo di fronte a uno step qualitativo importante, negli ultimi quattro anni abbiamo costruito il framework di lavoro J-Hexagon che, anche grazie all’acquisizione di Roibox, ci sta permettendo di integrare e consideglobarare all’interno delle pianificazioni e delle strategie degli uffici marketing le differenze territoriali che caratterizzano le diverse microaree. Basti pensare, ad esempio, che oggi è possibile dividere il territorio italiano in più di 9.000 microaree attivabili tramite piattaforme ADV digitali che siano search, social, programmatic o video. Nel caso degli Stati Uniti le microaree sono 35.000 e, all’interno di esse, è possibile non solo distribuire messaggi diversi a segmenti di utenti diversi, ma anche definire quale sia la corretta pressione per la campagna di un brand in uno specifico segmento di persone. Tutto questo, come dicevamo, è possibile tramite l’utilizzo del machine learning e dell’AI di prima e seconda generazione”.

Durante l’incontro, si è tenuta la tavola rotonda che ha visto la partecipazione di Marco Caradonna, Co-founder & General Partner di BlackSheep, Davide Giannini, Head of Digital Marketing di Banco BPM, Raffaele Pastore, General Manager di UPA, Emanuela Pignataro, CEO di Lanieri, e Mascia Salucci, Head of Digital di MSC Cruises, che hanno condiviso le proprie esperienze e best practice sull’uso dell’AI, mettendo in luce come l’adozione di queste tecnologie stia consentendo una maggiore competitività, campagne più efficienti e un impatto positivo sull’esperienza del consumatore.
Marco Caradonna (BlackSheep) ha affermato: “BlackSheep nasce nel 2021 con la missione di accelerare la trasformazione dell’industry del marketing tramite l’automazione e l’intelligenza artificiale. Oggi siamo l’unico fondo di Venture Capital in Europa che investe esclusivamente in tecnologie di Marketing e Advertising, con una dotazione di 50 milioni di euro. Selezioniamo le Startup europee con il maggior potenziale e le tecnologie più innovative, supportandone la crescita e l’espansione internazionale. Abbiamo analizzato oltre 3.000 realtà, per arrivare ad effettuare 15 investimenti di cui 2 exit.

Un processo complesso, supportato anche dall’AI, ma in cui l’elemento differenziante nelle nostre decisioni d’investimento resta la qualità del Team della Start-up. Sull’adozione dell’Intelligenza Artificiale nella nostra Industry osservo in realtà un certo “attrito” caratterizzato da quella che mi piace definire come FOMU (Fear of Messing Up) in contrapposizione alla ben nota FOMO (Fear of Missing Out), ossia i CMO delle Aziende vivono la naturale preoccupazione di combinare qualche “guaio” affidandosi ad un algoritmo e una tecnologia evoluta come l’AI. E’ una fase normale che si ripete in tutte le curve legate all’innovazione. Il futuro, tuttavia, è estremamente promettente. E chi si muove prima otterrà un significativo vantaggio competitivo. Proprio per questo è essenziale in questa fase affidarsi ai partner giusti”.

“Da oltre dieci anni esistono tecnologie intelligenti che ottimizzano l’utilizzo dei dati per comprendere intenti d’acquisto e comportamenti delle persone”, ha chiarito Davide Giannini (Banco BPM). “Le novità in tema di AI riguardano l’applicazione alla generazione di contenuti e, soprattutto, l”accesso democratico” a tali tecnologie. Quella che finora è stata la promessa di comunicare “alla persona giusta, nel momento giusto, col messaggio corretto”, in un futuro prossimo diventerà realtà. Da più di un anno in Banca stiamo testando con successo soluzioni di AI per migliorare siti e comunicazioni commerciali. Interpretiamo tali tecnologie come assistenti evolute al servizio dei colleghi, la cui attività diventa quindi fondamentale snodo d’istruzione e validazione contenuti. E’ dunque in atto un cambiamento radicale dei nostri comportamenti digitali e lavorativi”.

“In qualità di organismo che riunisce le più importanti aziende investitrici in pubblicità, per noi di UPA è fondamentale intercettare la domanda di formazione sulle competenze evolute. Dalla prossima settimana partono i corsi della nostra UPA Academy dedicati all’Intelligenza Artificiale. L’obiettivo è fornire strumenti concreti per lavorare con l’AI, illustrare i migliori casi d’uso disponibili e affrontare gli aspetti etici e regolamentari”, ha annunciato Raffaele Pastore (UPA).
Emanuela Pignataro (Lanieri) ha dichiarato: “L’intelligenza artificiale è già da tempo un asset strategico per Lanieri perchè rafforza il nostro core business: la personalizzazione dell’esperienza Su Misura. E’ uno strumento che ci permette di costruire journey d’acquisto altamente customizzate, a partire da campagne di digital marketing che interpretano i comportamenti dei nostri clienti con un livello di targetizzazione e ottimizzazione senza precedenti. L’AI abilita analisi e modelli predittivi che efficientano le strategie di business e processi decisionali; sarà interessante capire l’evoluzione della creazione automatica di immagini e annunci attraverso l’AI che oggi non sempre risultano in linea con l’immagine e il posizionamento del brand, particolarmente cruciale per il mercato del lusso”.

Mascia Salucci (MSC Cruises) ha così concluso: “Utilizziamo avanzate tecnologie di geolocalizzazione basate sull’intelligenza artificiale per ottimizzare gli investimenti delle campagne pubblicitarie digitali analizzando dati complessi per identificare i target più promettenti, comprendendo comportamenti, interessi, demografie e geolocalizzazione, per garantire che gli annunci siano mirati a offrire il prodotto più rilevante per il potenziale target. L’analisi predittiva ci permette di prevedere il successo delle strategie pubblicitarie, identificando i canali, i contenuti e i messaggi più efficaci per il nostro target. L’allocazione dinamica del budget, gestita dall’IA, ne massimizza il ritorno spostando la spesa sui canali più performanti in tempo reale. Inoltre, l’IA ottimizza le strategie di offerta sulle piattaforme di advertising, regolando automaticamente le offerte per parole chiave, demografie e posizionamenti degli annunci. L’uso dell’IA per i test A/B accelera il processo decisionale, permettendoci di testare rapidamente diverse varianti di annunci e strategie di messaggistica. L’IA ci consente anche di concentrarci sulla qualità della creatività, proponendo annunci e contenuti personalizzati, consistenti e rilevanti per il target, anche in base alla geolocalizzazione e alla interazione con gli utenti su base real time. Attraverso l’analisi dei dati e la narrazione dinamica, anticipiamo le esigenze dei clienti, migliorando l’efficacia delle nostre campagne. Il nostro impegno quotidiano all’innovazione, che comprende ovviamente l’AI, è accompagnato dalla massima attenzione al rispetto della compliance e della privacy, e è volto a incontrare e superare costantemente le aspettative dei clienti in ogni fase del loro journey digitale, offrendo esperienze seamless e coinvolgenti”.

– Foto ufficio stampa JAKALA –

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